27 febbraio 2012

RA.ONE

Ambizioso, megalomane e grande appassionato di videogame Shah Rukh Khan ha monopolizzato il Diwali 2011 con la sua produzione Red Chillies Entertainment, Ra.one.
Del re e del suo film hanno parlato proprio tutti. Qualcuno potrà non amare SRK ma di certo è impossibile ignorarlo.

TRAMA

Shekhar Subramaniam (Shahrukh Khan) vive a Londra. E' un creativo e con la sua squadra ha realizzato un videogioco in cui il cattivo, Ra.One, è più forte dell'eroe. Durante la serata di presentazione del nuovo prodotto, però, Ra.One esce dallo schermo per entrare nella vita reale. Il suo obiettivo è trovare ed uccidere proprio il figlio di Shekhar, Prateek.

RECENSIONI

The Times of India ***1/2
Sono diversi gli aspetti che funzionano in Ra.One. Innanzitutto le interessanti sequenze di combattimento fra G.One e Ra.One, poi la calda relazione che G.One intreccia con la famiglia che deve proteggere. La sceneggiatura è spesso ricca di brio. Il brano Chammak Challo è interpretato e coreografato in modo eccellente. Le performance di Shah Rukh Khan e di Kareena Kapoor sono buone, e persino il giovane Armaan Verma è efficace. Il film si affloscia dal punto di vista del quoziente emotivo, e gli effetti speciali, malgrado gli ingenti investimenti, risultano meno brillanti rispetto a quelli realizzati a Hollywood.
Nikhat Kazmi, 25.10.11

Hindustan Times **
Lo scopo del supereroe G.One non è salvare il mondo, e quello del suo antagonista Ra.One non è distruggerlo. Le ragioni che li spingono ad agire rimangono approssimative o troppo tiepide per giustificare le loro azioni. Ra.One in larga parte non sembra affatto un film che narra le vicende di un supereroe. E' più una ricetta bollywoodiana bizzarramente realizzata per compiacere tutti: un pizzico di romanticismo, della commedia alla Salman Khan, del narcisismo alla Shah Rukh Khan. Ma gli appassionati di queste cose forse rimarranno delusi. Gli spettatori riempiranno le sale cinematografiche per due ragioni principali: Shah Rukh Khan (che non risulta convincente nel ruolo di Subramaniam) e gli effetti speciali. Nessuna sorpresa: in Ra.One ci sono entrambi e in grande misura. L'impegno si merita pieni voti, e si sapeva. Dopo un anno di promozione incessante e di aspettative, il pubblico desidera verificare se la pellicola valga tutto quel clamore. Guardate Ra.One: il chiasso era necessario...
Mayank Shekhar, 26.10.11

Diana ***** 5/5
SRK ama i film d'azione. E' dai tempi di Kuch Kuch Hota Hai che si interessa ai thrills, tanto da creare la Red Chillies VFX, all'interno della Red Chillies Entertainment, che si occupi degli effetti speciali. Durante la promozione del film, Shah Rukh ha dichiarato di voler coinvolgere il pubblico più giovane che potrebbe perdere interesse nei confronti del cinema indiano a favore di quello occidentale, ed in particolare americano, che è più spettacolare e vanta tecnologie e budget maggiori. Ra.One, seppur non si possa considerare il primo film di fantascienza made in India, è sicuramente una novità. Gli effetti speciali sono molto curarti e sorprendenti, soprattutto l'assemblaggio dell'eroe carrivo, Ra.One, interpretato dal bravo e bello Ajun Rampal, davvero ben fatto e divertente. Tra inseguimenti, scontri e coreografiche piroette delle auto lanciate in aria, però, resiste l'anima bollywoodiana che è quella che rende speciale il film. La vita familiare di Shekhar Subramaniam, e quella di G.One che ne prende il posto, è importante tanto quanto le scene d'azione ed è rappresentata con la stessa creatività ed attenzione. Ad illuminare ogni fotogramma, ancora una volta, Shah Rukh Khan la cui ambizione è pari solo al suo talento. Occhioni azzurri e fossette irresistibil è da non perdere.

Il bello:
- Il sogno di Prateek, nei primi dieci minuti del film. Il ragazzo immagina di essere Lucifer, un guerriero che salva la sua bella dal pericolo. SRK nei panni di Lucifer infila una serie di spacconate meravigliose e deliranti.

- SRK all'aeroporto ricoperto di piersing: chi è capace di rimanere indifferente alzi la mano.

Il brutto:
- Shekhar che mangia con le mani e si ciuccia le dita.

- Il video dell'insegnante di colore in sovrappeso che balla sexy intorno ad un palo.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Shekhar Subramaniam - Shahrukh Khan
Sonia Subramaniam - Kareena Kapoor
Ra.One - Arjun Rampal
Prateek Subramaniam - Armaan Verma
Jenny Nayar - Shahana Goswami
Akashi - Tom Wu
Barron - Dalip Tahil
Tassista - Suresh Menon
Iyer - Satish Shah

Scritto e diretto da Anubhav Sinha

Prodotto da Gauri Khan

Musiche di Vishal-Shekhar

Coreografie di Ganesh Hegde e Feroze Khan

Distribuito da Eros International Ltd. e Red Chillies Entertainment

Anno 2011

AWARDS

Screen Award 2012:
Best Special Effects - Keitan Yadav, Haresh Hingorani
Best Special Effects - Red Chillies Entertainment
Best Action - Spiro Razatos, N.D.Gill, Parvez Khan, Firoz Boss
Best Song - Akon, Hamsika Iyer
Best Action Film - Gauri Khan

Zee Cine Awards 2012:
Best use of Media - Shahrukh Khan
Best Marketed Film - Shahrukh Khan
Best Sound Design - Resul Pookutty

Apsara Award 2012:
Best VFX - Red Chillies Entertainment
Best Sound Design - Resul Pookutty, Amrit Pritam Dutta
Best Special Effects - Keitan Yadav,  Haresh Hingorani
Best Special Effects - Red Chillies VFX
Best Sound Mixing - Anup Dev, Tarun Bhandari

CURIOSITA'

- Il direttore della forografia di Ra.One è l'italianissimo Nicola Pecorini, che ha accettato, con nostra grande gioia, di scambiare qualche opinione con lo staff di Cinema Hindi. Ecco il link all'intervista.

- Numerosi i cameo presenti nel film: quello di Sunjuy Dutt, Priyaka Chopra e Rajinikanth nelle vesti del mitico Chitti, il personoggio interpretato in Enthiran-Robot.
Amitabh Bachchan ha, inoltre,  accettato di prestare la voce a Ra.One.

- Ra.One è uscito nelle sale poco prima del compleanno di SRK che ha festeggiato così.

- Il cantante americano Akon ha collaborato alla colonna sonora con Criminal e Chammak Challo.
 Il making of Chammak  Challo.

Il sito ufficiale del film.

19 febbraio 2012

AARAKSHAN

Diretto da Prakash Jha, appassionato di temi politici-sociali, già regista di Raajneeti, Aarakshan affronta la questione del sistema educativo indiano. Amitabh Bachchan, da grande mattatore, si prende sulle spalle la responsabilità di tutto il film salvandone le sorti, almeno parzialmente.

TRAMA

Prabhakar Anand (Amitabh Bachchan) è il rispettato preside del STM College, una scuola prestigiosa e selettiva che garantisce un alto livello di istruzione e ottime possibilità lavorative. Il posto al STM si ottiene grazie al merito, tanto che nemmeno il ministro dell'Istruzione, Baburamji (Saurabh Shukla), riesce ad imporre l'iscrizione del nipote, che non vanta un punteggio sufficiente. Quando la Corte Suprema decide d'innalzare al 49,5% la quota dei posti riservati nelle università alle caste più basse, il malcontento ed i conflitti nel SMT College esplodono. Deepak Kumar (Saif Ali Kha), un dalit, professore, pupillo di Prabhakar Anand ed innamorato di Poorbi Anand (Deepika Padukone), figlia del preside, lascia la scuola.
Prabhakar Anand viene sabotato, escluso ed allontanato dal STM College per lasciare spazio alla corruzione ed a un sistema lucrativo che trasformi  l'istruzione in un affare.

RECENSIONI

The Times of India ***
Il regista Prakash Jha è di una razza a parte. Negli anni settanta-ottanta si affermò come uno dei principali fautori del cinema cosiddetto parallelo, e da allora non ha mai rinnegato le sue radici. Anzi, ha optato per una combinazione di cinema d'autore e di massa, di contenuto e di masala. Da qui l'importanza di film come Gangaajal, Apaharan, Raajneeti, nei quali, senza annoiare, vengono trattati argomenti scottanti. Aarakshan segue le medesime regole, offrendo uno sguardo incisivo sulla politica indiana delle quote riservate e sul suo impatto sul sistema scolastico. O perlomeno questo è il tema del primo tempo, che grazie a ciò risulta davvero drammatico. I confronti sullo schermo fra i personaggi interpretati da Amitabh Bachchan e da Saif Ali Khan sono esplosivi e coinvolgenti. Saif regala una delle sue migliori performance dopo Omkara, ma nel secondo tempo il suo personaggio viene rimosso all'improvviso e in modo arbitrario, perchè la pellicola abbandona completamente l'argomento principale per abbracciare una storia del tutto diversa, rappresentata con la formula tradizionale dell'eroe straordinario (Bachchan) contrapposto allo spregevole, machiavellico villain (Manoj Bajpai). Triste. Il primo tempo funziona, il secondo - una diatriba contro la scuola privata - non porta da nessuna parte.
Nikhat Kazmi, 11.08.11

Hindustan Times **
Enfatico, semplicistico ma importante. Prateik Babbar ha lo sguardo sempre sbalordito, ed è l'unico fra i protagonisti di Aarakshan ad essere genuinamente contro le quote riservate alle minoranze negli istituti scolastici statali. Gli altri sostengono la proposta governativa per ragioni diverse: sociali (il Prabhakar Anand di Amitabh Bachchan riconosce il merito di raddrizzare i torti della storia), economiche (il personaggio interpretato da Manoj Bajpai subodora il denaro che le ricche caste superiori spenderanno per gli istituti privati) e personali (il Deepak Kumar di Saif Ali Khan è un dalit). L'affabile, disinvolto, urbano Saif non appare affatto fuori luogo nel suo ruolo. Aarakshan è un dramma poco sottile, eccessivo, che sembrerebbe dunque favorevole alle quote. Ma in caso contrario, sarebbe stato bollato come favorevole al sistema castale? In questo Paese ci viene proibito di discutere i meriti e i demeriti delle quote riservate su base castale? E gli spettatori non possono nemmeno decidere quali pellicole guardare? Il personaggio interpretato da Amitabh Bachchan possiede un certo suo onore, anche se risulta troppo filmico. Ammirare un uomo onesto che non scende a compromessi e che si espone per salvaguardare ciò in cui crede, è ancora fonte d'ispirazione. Ciò non accade intorno a noi, nel mondo reale, ed è per questo che andiamo al cinema. Bachchan infonde una dignità immensa nel suo ruolo, l'unico nettamente definito. Lo scaltro personaggio interpretato da Manoj Bajpai è, al contrario, il classico villain bollywoodiano, caricaturale e di cartone. E rappresenta il peggio della commercializzazione del sistema scolastico indiano, che poi è il vero argomento di Aarakshan. Non solo la sceneggiatura ma anche la realizzazione della pellicola sembra essere frettolosa, ed il risultato è il meno soddisfacente fra gli ultimi lavori di Prakash Jha: Gangaajal (2003, un dibattito sulle atrocità della polizia), Apaharan (2005, sull'anonima sequestri), Raajneeti (2010, nel quale un partito politico viene rappresentato come una nuova monarchia). Hip Hip Hurray (1984) è ancora di gran lunga il suo miglior film sulla gioventù indiana. Una pellicola minimalista e sensibile, al contrario di Aarakshan che si sforza di essere imponente e gradito dalle masse senza riuscirci. Una buona occasione mancata, anche se alcune questioni importanti vengono comunque poste all'attenzione dello spettatore. Lo stato attuale del sistema scolastico indiano è davvero agghiacciante, ed è un serio problema, ma la storia narrata in Aarakshan non è convincente. I conflitti si diluiscono in ingenuità, le motivazioni non sono chiare, alcune trite situazioni prendono il sopravvento. La pesante commercializzazione (del sistema scolastico) denunciata dal film sembra affliggere anche l'industria cinematografica.
Mayank Shekhar, 12.08.11

Diana ** 1/2
Buon primo tempo, arricchito da due brani in soli venti minuti, durante il quale ci si gode il ricco cast. Prateik Babbar, fresco volto in ascesa, Deepika Padukone e Saif Ali Khan, che si confermano coppia affiatata, e Amitabh Bachchan, unico e insostituibile. Il tema iniziale, le quote riservate, è interessantissimo e apre a riflessioni più ampie ed universali sulle minoranze e sui possibili sistemi di garanzia dell''uguaglianza sociale. Peccato che venga lasciato cadere troppo presto in favore della battaglia, un tantino retorica, contro avidità e corruzione della classe dirigente.
Secondo tempo di riconciliazioni e riscosse che nonostante le buone intenzioni finisce per annoiare e lasciare senza risposte.

Il bello:
- L'alchimia tra Deepika e Saif.

Il brutto:
- Il mancato approfondimento sulla questione delle quote riservate.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Dr. Prabhakar Anand - Amitabh Bachchan
Deepak Kumar - Saif Ali Khan
Mithilesh Singh - Manoj Bajpayee
Poorbi Anand - Deepika Padukone
Sushant - Prateik Babbar
Kavita Anand - Tanvi Azmi
Shakuntala Thakral - Hema Malini
Dinkar - Chetan Pandit
Ispettore di polizia - Mukesh Tiwari
Shambhu Yadav - Yashpal Sharma
Aniruddh Prasad - Darshan Jariwala
Baburamji - Saurabh Shukla
Vishambhar Das - Vinay Apte
Kamta Prasad - S. M. Zaheer
Munni - Aanchal Munjal
Sanjay Tandon - Deepraj Rana
Verma - Bikramjeet Kanwarpal
Damodar Seth - Rajeev Varma
Avvocato - Saurabh Dubey
Pandit Dinanath Upadhay - Amitosh Nagpal
La moglie di Kamta Prasad - Anita Kanwal
La madre di Deepak - Sonal Jha

Scritto da Anjum Rajabali e Prakash Jha

Diretto da Prakash Jha

Prodotto da Prakash Jha

Musiche di Shankar-Ehsaan-Loy

Coreografie di Jayesh Pradhan

Distribuito da Base Industries Groups

Anno: 2011

AWARDS

Screen Awards 2012:
- Best Actor in a Supporting Role (Male) -  Saif Ali Khan
- Best Lyrics - Prasoon Joshi
- Ramnath Goenka Excellence Award for 'having made a difference' - Prakash Jha

CURIOSITA'

- Il film ha avuto diverse contestazioni prima della sua uscita, tanto che ne è stato chiesto il divieto di proiezione sia in Uttar Pradesh, nel Punjab e nell'Andhra Pradesh, nel timore che le frasi di discrimidazione nei confronti delle caste inferiori contenute nella pellicola potessero risultare offensive e motivo di disordini tra gli spettatori.

- La mitica Hema Malini onora la pellicola con un cameo.

- Prakash Jha è un plurivincitore del National Film Award.

- Deepika e Saif in coppia fanno scintille, come già dimostrato in Love aaj kal.

- Il making di Aarakshan.

Il sito ufficiale del film.

FILM TAMIL 2011 CONSIGLIATI DA CATERINA




(Figlia di Dio)

Di Vijay
Con Vikram, Anushka Shetty e Amala Paul

Un padre disabile lotta per ottenere l’affidamento della figlioletta di cinque anni. Vikram si spoglia dei suoi abiti da macho e superstar per calarsi a fondo in un nuovo ruolo che stringe il cuore. Sempre impeccabile la regia di Vijay, autore dello splendido Madrasapattinam.





(Ovunque, in qualsiasi momento)

Di M.Saravanan
Con Jai, Anjali, Ananya e Sharvanand

L’americana 20th Century  Fox prova con successo la sua prima produzione tamil. La narrazione spensierata e allegra deve fare i conti con un evento drammatico che del film è il tema portante. Storie fatte di piccoli gesti e sfumature guidate da personaggi da amare all’istante.





(Terreno di gioco)

Di Vetrimaran
Con Dhanush, Jayabalan e Tapsee

Uno dei film più corposi dell’anno a livello di sceneggiatura, spunti e interpretazioni, premiato con sei National Awards (tra cui Miglior Attore Protagonista e Migliore Regia). L’allievo che supera il maestro, un’amarezza che si trasforma in velenosa e cruenta vendetta, Dhanush e Jayabalan impegnati un intenso faccia a faccia nel quale un solo vincitore sarà ammesso.





(Ovunque amore)

Di Prabhu Deva
Con Hansika Motwani, Jayam Ravi e Suman

Lui, lei, amore e canzoni a Parigi. Sembrerebbe un film americano degli Anni Cinquanta e invece siamo a Kollywood. Prabhu Deva, il suo tocco estetico e il suo stile inconfondibile trasformano una trama come tante in un musical delizioso.




(Cos’è questa vertigine)

Di Selvaraghavan
Con Dhanush e Richa Gangopadhyay

Aspirazioni represse, amori impossibili, inganni e rabbia. L’acclamato regista di 7G Rainbow Colony propone un nuovo film carico di emotività le cui tematiche principali sono l’espressione della propria creatività artistica e il superamento dei fallimenti professionali. Un film da non perdere per il talento di Dhanush e lo stile di Selvaraghavan, uno tra i migliori autori del panorama cinematografico.





6) KO
(Re)

Di K.V. Anand
Con Jeeva, Karthika Nair e Ajmal Ameer

Action movie commerciale ma non troppo, al centro dei riflettori gli intrighi politici e la corruzione dei mezzi d’informazione e propaganda elettorale. Non solo liti, agguati, complotti ma anche canzoni melodiose composte da Harrish Jayaraj, insolite locations straniere (la Cina, Oslo e i fiordi norvegesi), colpi di scena e intrattenimento.





( Guardia del corpo)

Di Siddique
Con Vijay e Asin

Nella lunga catena franchising di Bodyguard la versione tamil con Vijay e Asin si dimostra l’unica ben orchestrata e degna del successo ottenuto. Un film leggerissimo e dalla trama pasticciata ma così godibile da diventare entusiasmante. Grati in eterno a Siddique per aver risparmiato a Kaavalan l’orrendo finale inserito (ahimè) nel remake con Salman Khan.





8) PORAALI
( Combattente)

Di Samuthirakani
Con Sasikumar, Allari Naresh e Swaty Reddy

Movimentata avventura picaresca ricca di idee e colpi di scena. Il brillante attore e regista Sasikumar (Subramaniapuram) torna ad interpretare il personaggio che più gli è congeniale: il ragazzo rustico e ingenuo coinvolto all'improvviso in situazioni difficili da gestire. Al suo fianco l’attore telegu Allari Naresh.

17 febbraio 2012

COCKTAIL




Un film che rivela senza paura la sua fonte d’ispirazione (il lungometraggio canadese Butterfly on a Wheel)  e  adatta l’idea di partenza in un contesto nuovo, creando situazioni originali. Tanti cantastorie di talento sono impegnati  dietro le quinte di questa piccola ma preziosa cinematografia: l’industria dello stato del Kerala, un interessante laboratorio che produce soprattutto film semplici a prima vista, forse tecnicamente poco sofisticati, di breve durata (quasi mai oltre i 120 min) ma concentrati sull’intreccio della storia e sul perfetto funzionamento di dialoghi e script. Per ogni appassionato di cinema l'India si rivela un inesauribile paradiso dei golosi.


TRAMA
Ravi Abraham (Anoop Menon) ha un lavoro di successo, una moglie giovane e bella (Samvurtha Sunil) e una figlia adorabile. La perfezione della sua vita familiare viene spezzata dall’arrivo di uno sconosciuto (Jayasurya) che costringe la coppia ad accettare una serie di sfide ricattandoli dichiarando di aver in custodia la loro bambina. Le prove vanno avanti per una giornata intera al termine della quale Ravi e Parvathy potranno conoscere la verità.


Cocktail non era tra i titoli più attesi della stagione 2010 ciò nonostante un rapido passaparola ha permesso al film di raggiunge l’apice degli incassi dopo soli due giorni dall’uscita nelle sale. Se l’apertura può sembrare troppo lenta ed esplicativa la seconda parte tiene costantemente il piede sul motore e procede per scatti improvvisi, dopo la prima mezz’ora per il pubblico sarà un continuo porsi domande e cercare spiegazioni, quesiti che non vedranno alcuna soluzione logica fino al totale scioglimento della matassa.
Chi è questo strano personaggio che irrompe nella vita di un uomo onesto e tranquillo? Cosa c’è che lo lega a lui? Il suo sadismo è fine a sè stesso o scatenato da qualcosa? Nel caso di un thriller la cui primaria fonte d’ interesse e soddisfazione sta nello svelamento progressivo del finale diviene proibito lasciare qui troppi dettagli. La narrazione ingannevolmente pigra si concentra in alcuni punti chiave, la colonna sonora agisce da catalizzatore ed aumenta l’attesa, i brani inclusi sono di vario genere, dal classico duetto romantico a canzoni più ritmate che liberano la tensione latente, fino ad un’item song inserita a sorpresa, frenetica come i balzi della storia.
Il film è nobilitato da un perfetto gioco di squadra tra Samvurtha, Jayasurya e Anoop Menon (autore anche dei dialoghi e revisore dello script), le loro interpretazioni genuine e l’aspetto da persone comuni conferiscono alle vicende un'atmosfera reale più che cinematografica. Non servono spargimenti di sangue né minacce soprannaturali per incutere timore perché la tensione è creata dalla mente, gli scheletri insabbiati in un’esistenza come tante sono sufficienti a mettere in piedi un thriller perfetto guidato da eventi, errori e minacce quotidiane.

Il mio giudizio sul film : ***1/2 3,5/5


ANNO : 2010

LINGUA : Malayalam

REGIA : Arun Kumar


CAST
Anoop Menon ……………… Ravi Abraham
Samvurtha Sunil ………… Parvathy
Jayasurya ……………….. Venkatesh


COLONNA SONORA : Ratheesh Vegha & Alphons Joseph
PLAYBACK SINGERS : Vijay Yesudas,, Thulasi Yatheendran, Alphons Joseph, Sayonara, Rahul Nambiar



QUALCOS'ALTRO : 

Qualche informazione su Samvurtha Sunil e Anoop Menon nei post I Volti Femminili e Maschili del Cinema Malayalam

Cocktail è anche il nome di una pellicola hindi prodotta e interpretata da Saif Ali Khan la cui sceneggiatura è stata curata da Imtiaz Ali, l'uscita nelle sale è prevista per il 2012. Non si tratta di un remake,  a parte il titolo i due film non avranno niente in comune.

15 febbraio 2012

ENGEYUM EPPODHUM




M Saravanan, giovane regista al suo debutto, impara a volare dopo un solo fortunatissimo salto, a proteggerlo la prestigiosa casa di produzione Fox che dopo il successo internazionale di My Name is Khan tenta la sua prima avventura nella cinematografia tamil. Engeyum Eppodhum si conferma a sorpresa uno dei titoli trainanti della stagione appena conclusa, un film semplice che spazza via con un soffio la competizione dei giganti , un originale racconto dai molteplici volti capace di smuovere emotivamente il pubblico, far riflettere su una tematica d’attualità e al tempo stesso divertire con la sua vivace esecuzione.


TRAMA
Due autobus collidono in un disastroso incidente, mentre i soccorsi si affrettano a mettere in salvo i feriti si svela la storia di quattro dei passeggeri coinvolti : il simpatico Kandiresan (Jai) e la sua fidanzata bacchettona (Anjali), Amudha (Ananya) una giovane alla ricerca di un affascinante sconosciuto (Sharvanand) divenuto per lei un chiodo fisso.


Engeyum Eppodhum è un film dai profondi contrasti, due storie divertenti e dolcissime si uniscono in una circostanza tragica, grazie a scelte intelligenti e manovre decise l’atmosfera vitale della narrazione riesce  ad avere la meglio sulle lacrime e non cede al corso degli eventi. Il regista compie una sintesi personale tra lo stile di Selvaraghavan, autore di eccellenti film drammatici che lasciano lo spettatore turbato, ferito dentro, ma in possesso di una sensazione di pienezza , e lo sguardo intimo dei village movies tamil, capaci di creare liriche a partire dai più piccoli gesti quotidiani. Il  debutto  alla regia di Saravanan sembra nascere dal punto d’incontro di queste due correnti creative. La pesantezza del tema portante della trama, il duplice incidente stradale, viene mitigata dalla presenza di storie giovanili  ben cantante e ricche di dettagli. Usando la vecchia strategia delle nonne il film nasconde la medicina troppo amara nel succo di frutta o nel gelato.
Ovunque (Engeyum) e in qualsiasi momento (Eppodhum), il titolo stesso suggerisce l’universale validità dei contenuti. Come i personaggi si lasciano alle spalle la propria città la pellicola perde gradualmente la sua connotazione territoriale, si slega da Trichy e da Chennai per approdare in un posto senza nome o tratti distintivi. La storia di Amudha e il suo sconosciuto prende vita solo attraverso una serie di spostamenti, di passi da fare insieme, una somma di diverse direzioni da raggiungere nella fretta e nel caos. La vita appare come una serie di viaggi da compiere nei quali è indispensabile avere una meta, superare l’incertezza, scegliere i compagni giusti, esporsi al rischio, sopravvivere agli imprevisti.
Nella confusione di una grande metropoli, in cui anche solo uscendo di casa o affacciandosi alla finestra si incontrano persone, un giovane operario fantastica sulla sua bella vicina di casa, i due non si conoscono e non  parlano per mesi ma si tengono compagnia a vicenda e si vestono ogni giorno dello stesso colore. Kandiresan e Manimegalai sembrano due personaggi di un romanzo, puntualmente descritti fin nei minimi particolari. Jai e Anjali, insieme sullo schermo per la prima volta, sfoggiano una sicurezza e una simpatia sfrenata, la giovane attrice, dopo aver vinto il Filmfare Award South per Angadi Theru,  continua a dimostrare la sua naturale vocazione di attrice drammatica, alla quale aggiunge una nuova e insospettata capacità di gestire  ruoli brillanti. Il film vanta anche una bellissima colonna sonora firmata da un altro debuttate la cui carriera è pronta a prendere la rincorsa, C. Sathya,  giovane talento tutto da scoprire.

La struttura narrativa corale fa sì che la storia si organizzi secondo diversi punti di vista, tuttavia, la fluidità del montaggio e l’introduzione di strategie di ricongiungimento tra le diverse vicende personali rendono i salti nel passato e le ricostruzioni appena percettibili. Il mosaico si compone lentamente e scongiura l’effetto disordine, anche le linee dei personaggi minori vengono tracciate con cura, ad essi sono affidate pochissime battute ma il tempo concesso è sufficiente a fissare il ricordo di ognuno di loro.

Il mio giudizio sul film : **** 4/5


RECENSIONI
THE TIMES OF INDIA **** 4/5
In un’industria convinta che film ad altissimo budget, con star super pagate nel cast, locations straniere ed effetti speciali, possano essere una garanzia per ottenere successo istantaneo e mantenersi stabili al botteghino, è gratificante accorgersi di come nascano accanto ad essi pellicole come Engeyum Eppodhum. Merito di AR Murugadoss l’aver incoraggiato un regista debuttante, M. Saravanan, nella stesura del film e nell’ esecuzione, permettendo al suo sogno di materializzarsi. Engeyum Eppodhum è l’esempio perfetto di come film che si appoggiano solo alla forza delle loro sceneggiature e interpretazioni riescano a conquistare il box office.
Di Venkateshwaran Narayanan 25.09.11  (testo originale)



ANNO : 2011

LINGUA : Tamil

TRADUZIONE DEL TITOLO : Ovunque, in qualsiasi momento

REGIA: M. Saravanan


CAST :
Jai …………………. Kandiresan
Anjali …………… Manimegalai
Sharvanand ………………. Gautham
Ananya ………………… Amudha


COLONNA SONORA : C.Sathya
PLAYBACK SINGERS : C.Sathya, Vijay Prakash, Ranina Reddy, Madhushree, Sayanora, Boni Chinamayi



QUALCOS’ALTRO:
Engeyum Eppodhum è stato prodotto dalla Fox in collaborazione con AR Murugadoss, dopo lo straordinario successo del film la casa di produzione americana si è dichiarata entusiasta di produrre nuove pellicole tamil.
Al regista è stata conseganta un’onorificenza da parte dell’Organizzazione dei Diritti Umani per il suo impegno nel denunciare la pericolosità delle autostrade indiane.
Amala Paul (Mynaa)  ha rifiutato di interpretare il ruolo di Amudha, andato poi ad una fortunata Ananya (Nadodigal).
Il film sarà doppiato in telegu per il mercato dell’Andhra Pradesh , il titolo previsto sarà Journey.
Qualche informazione in più sull'attore protagonista Jai nel post  I volti maschili del cinema tamil.

13 febbraio 2012

BEES SAAL BAAD



Bees Saal Baad  si riallaccia ad un filone di enorme successo, gli eleganti mistery drama in bianco e nero molto in voga negli anni Cinquanta e Sessanta,  sfortunatamente però a guidare i passi del film non c’è né la raffinatezza di Guru Dutt né la classe e di interpreti come Ashok Kumar e Dev Anand , volti di gangster o agenti segreti in strepitosi noir made in Mumbai. Il film è solo parzialmente riuscito, tedioso da seguire ma bello da guardare per le sue atmosfere, i suoi orizzonti profondi e la dinamicità delle riprese.


TRAMA
Kumar (Biswajit) ritorna da Londra dopo aver ereditato una residenza nobiliare, i suoi parenti sono stati assassinati da un’entità misteriosa che gli abitanti del villaggio identificano come uno spirito in cerca di vendetta. Tutti avvisano il ragazzo che non è saggio rimanere nella casa perchè presto potrebbe arrivare il suo turno, Kumar non crede alle superstizioni e invece di spaventarsi corteggia la bella Radha (Waheeda Rehman) e cerca l’aiuto di un investigatore privato (Asit Sen).


Il film divide la narrazione chiaramente in due parti, ciò che avviene di giorno, in un’atmosfera rilassata e felice, e ciò che invece accade di notte nella villa e nei passaggi segreti che la circondano. La narrazione diurna è guidata dal ripetitivo civettare del protagonista attorno alla ragazza più carina del villaggio, Radha, che ha lo splendido volto di Waheeda Rehman. L’attrice che era stata la bella dark lady di CID resta in questo film quasi disoccupata, il suo personaggio non ha alcun ruolo se non quello di sedurre il nuovo arrivato con i suoi sguardi e fornirgli una motivazione più che valida per non fuggire dalla casa degli antenati. Ben più interessante è la narrazione notturna anche se può far sorride il modo in cui il film cerca di incutere timore, non sapendo coinvolgere troppo attraverso la storia Bees Saal Baad indulge in ogni possibile aiuto materiale capace di difendere la sua causa: troviamo orpelli e mobili di stile vittoriano, stanze che più buie e piene di suppellettili non potrebbero essere, sotterranei con pitoni che fanno capolino, fumo, nebbia, rami scheletrici tesi come braccia, mani dai lunghi artigli pronti ad afferrare la prossima vittima, profili di donne velate che cantano lamenti e gli immancabili lampadari oscillanti, ormai divenuti un’immagine cult in tutti i film che trattano reincarnazioni o vendette da Mahal (1949) a Om Shanti Om (2008).
Anche se la sostanza scarseggia tecnicamente il film è ben eseguito ed eccelle sul piano della fotografia, alcune sequenze ricordano lo stile di Guru Dutt, i primi piani dei volti sono quasi del tutto oscurati dalle ombre tanto che diviene difficile riconoscere l’identità dei personaggi secondari mentre il viso di Biswajit risulta così chiaro che pare ricoperto di cera. E’ interessante vedere come sono state intervallate riprese all’aperto e in studio, il regista riesce in un compito difficile, quello di far apparire anche gli scenari artificiali  locations reali, offrendoci un’unione armonica di paesaggi illuminati dalla luce solare e foreste ricreate in uno spazio di pochi metri in cui l’erba altissima cerca di nascondere alberi solo dipinti sullo sfondo.

Il mio giudizio sul film : ** 2/5



ANNO: 1962

TRADUZIONE DEL TITOLO : Venti anni dopo

REGIA: Biren Nag


CAST:
BiswajIt ………………………….. Kumar Vijay Singh
Waheeda Rehman ………………………… Radha
Manmohan Krishna ……………………. Ram Lal
Asit Sen ………………………….. Gopichand
Sajjan ……………………… Mohan Babu


COLONNA SONORA : Hemant Kumar

PLAYBACK SINGERS : Lata Mangeshkar, Hemant Kumar

10 febbraio 2012

ARTH



Un film formalmente scarno la cui potenza narrativa è affidata al teso e contrastato confronto tra due splendide protagoniste, Shabana Azmi e Smita Patil, impegnate in personaggi in lotta l’uno contro l’altro ed emotivamente dipendenti dalla stessa figura maschile: un uomo fragile e confuso che entrambe amano eppur decidono di allontanare. Arth è la cronaca aspra della fine di un matrimonio ma anche il racconto dell’inizio di un nuovo rapporto a partire dalle ceneri di una storia velocemente rimossa.


TRAMA
Inder (Kulbushan Kharbanda) regala alla moglie Pooja (Shabana Azmi) la casa dei suoi sogni ma dopo alcuni giorni le rivela che ama un’altra donna (Smita Patil) e che non si tratta di un’avventura. Il marito vorrebbe che lei restasse nell'appartamento, regalatole per pulirsi la coscienza, e che accettasse un assegno mensile per le  spese necessarie. La donna, schifata dal suo comportamento, fugge e tenta di costruirsi una nuova vita.


Dal film affiorano con prepotenza dialoghi, situazioni e reazioni fin troppo reali, il modo in cui è stata descritta la passione  (e l’abbandono, il dolore, il senso di vuoto, l’egoismo, l’incapacità dell’uomo di saper gestire certe situazioni delicate) fa sembrare Arth una raccolta di attimi vissuti piuttosto che un denso copione cinematografico.
Shabana Azmi regala un’interpretazione degna del National Award ricevuto, le scene più asciutte e dolorose sono state pensate attorno al suo personaggio, una donna che proprio mente sentiva avvicinarsi la perfezione della sua felicità domestica si scopre trasformata in niente nel giro di pochi minuti, una moglie affezionatissima al compagno che si ritrova a ritrattare i suoi principi, le sue priorità e i suoi valori. La riabilitazione della sua autostima e la progressiva affermazione di sé compongono il nodo del film, malgrado Pooja  perda di colpo tutti i propri punti di riferimento riesce a reagire e  ripartire da zero,  compiendo scelte che non avrebbe mai immaginato di fare. Si stringe il legame della donna con la sua domestica, una figura che diviene il suo alter ego, entrambe deluse e nauseate dalle azioni di uomini fedifraghi, irrispettosi e impuniti, vivono sulla propria pelle esperienze di infedeltà coniugale e si assistono, si danno forza, si confidano, le loro diverse assimilazioni degli eventi, e i  rispettivi epiloghi, mostrano due opposti tentativi di reazione, il primo costruttivo e dinamico, il secondo sofferto, violento ed eclatante.
Arth non si perde in moralismi o prediche, ogni rischio è aggirato con sapienza, e propone tre storie diverse di liberazione della donna dalla presenza maschile senza temere di andare contro la società presentando tematiche scomode. Mahesh Bhatt, ancora una volta dopo Saraansh, torna a studiare la disperazione che si innesta negli esseri umani dopo la perdita di qualcuno, le case divengono custodi di ricordi e fantasmi del passato da vincere o scacciare. Se nel film che ha reso note al pubblico le straordinarie doti di Anupam Kher la perdita era legata a sfortunate fatalità , in Arth il distacco è una scelta deliberata e decisa per scopi personali. Non meno potente è il personaggio di Kavita, l’altra donna, l’attrice passionale e nevrotica che si attacca a Inder in modo morboso, gli intensi faccia a faccia tra lei e Pooja si trasformano in autentici duelli tra il tumultuoso talento di Smita Patil e la classe di Shabana Azmi. Aldilà della ottime interpretazioni delle due eroine il film spicca per la particolare colonna sonora del duo Chitra e Jagjit Singh, canzoni cinematografiche vengono sostituite da poeticissimi ghazal, i cui versi forniscono la chiave di lettura giusta per interpretare le immagini.

Il mio giudizio sul film ****1/2 4,5/5



ANNO: 1982

TRADUZIONE DEL TITOLO : Significato

REGIA: Mahesh Bhatt


CAST:
Shabana Azmi ……………… Pooja
Smita Patil …………………. Kavita
Kulbushan Kharbanda ………….. Inder
Raj Kiran …………………… Raj
Rohini Hattangadi ……………… la domestica di Pooja
Mazhar Khan ……………. Harish


COLONNA SONORA  : Chitra & Jagjit Singh, testi di Kaifi Azmi



QUALCOS'ALTRO:

Il poeta Kaifi Azmi, autore anche dei testi dei ghazal presenti nel film, è il padre della protagonista Shabana, dal 1984 l'attrice è sposata con Javed Akhtar.

Khulbushan Kharbanda ha lavorato come attore non - protagonista in innumerevoli produzioni bollywodiane e non tra cui : Kurbaan, Lage Raho Munnabhai, Water, Fire, Earth,  Umrao Jaan (2006), Moonsoon Wedding, Lagaan, Refugee,  Jo Jeeta Wohi Sikandar, Prem Rog e Silsila.

Mahesh Bhatt lasciò la moglie per amore dell'attrice Parveen Babi con la quale visse per alcuni anni prima che la donna di ammalò di schizofrenia, alla sua memoria ha dedicato il film Woh Lamhe.

Shabana Azmi vinse grazie a questo film il National Award e il Filmfare Award come Miglior Attrice, Rohini Hattangadi, l'attrice che interpreta il ruolo della domestica, vinse il Filmfare Award come Miglior Attrice Non Protagonista.


05 febbraio 2012

KHALNAYAK



Una cavalcata di oltre tre ore tra fughe, lotte violente, coreografie e canzoni. Khalnayak , insieme a Karz, è uno dei migliori film di Subash Ghai, titoli riconducibili ad un’era non troppo lontana in cui il regista sapeva ancora regalare al pubblico dell’ ottimo cinema d’intrattenimento, corposo nella storia, incisivo nelle immagini e nelle emozioni, arricchito da numeri musicali la cui notorietà resta immune al passare del tempo.


TRAMA
Dopo la fuga di un pericoloso ricercato (Sanjay Dutt) l’ispettore di polizia Ram (Jackie Shroff) perde la sua credibilità professionale e viene accusato di negligenza, la fidanzata Ganga (Madhuri Dixit) cerca di rendere possibile una nuova cattura di Ballu e si unisce sotto mentite spoglie al gruppo di criminali.


L’Angry Young Man portato sullo schermo con successo da Amitabh Bachchan negli Anni Settanta e Ottanta ispira la caratterizzazione di Ballu, il protagonista di Khalnayak, figlio disilluso di un padre idealista, antieroe che lotta da solo e che malgrado la sua vita sia tutta sbagliata non tradisce chi è al suo fianco né rimpiange le sue scelte. Giudicato dalla società perbene la mela marcia da scartare, Ballu contempla la corruzione in cui è immerso con aria da goliardo, la esalta, ci scherza sopra e non vede all’orizzonte alcuna alternativa, se qualcosa è ancora in grado di ferirlo veramente è solo la sua solitudine.
A differenza delle pellicole del passato l’intensità dello script si diluisce mentre l’azione sovrasta la storia. C’è poco tempo per riflettere perché gli eventi si susseguono senza tregua, numerosi brani musicali si inseriscono nella trama nei momenti più impensati e dove la narrazione sembra rallentare subentra l’escapismo. Subhash Ghai gioca puntando tutto sugli attori e crea per ognuno di essi il personaggio che più si avvicina alla loro presenza scenica: Sanjay Dutt il giovane ribelle viziato dalla madre premurosa, Jackie Shroff l’ufficiale cinico dalla corporatura imponente, Madhuri Dixit temeraria ninfa danzante, forte, indipendente e dagli atteggiamenti mascolini.
Molta della popolarità del film è legata alla presenza di una canzone folk ricca di allusioni erotiche “Choli ke peeche kya hai? / Cosa si nasconde sotto il top?” una maliziosa gipsy dance coreografata da Saroj Khan. Seppur più divertente che volgare (e nobilitata dalla raffinatezza di una performer come Madhuri Dixit) il testo della canzone e le movenze troppo ammiccanti per gli standard allora ammessi dalla censura hanno scatenato un autentifico putiferio. Da una parte l’aver infranto le regole ha garantito a Khalnayak un’immediata notorietà, dall’altra l'ha esposto a critiche di ogni tipo,  il paroliere Anand Bakshi è stato accusato di aver scritto un ritornello indecente e contrario al buon costume. Gli anni sono passati e la canzone oggi appare più vitale e divertente che mai.
Il lungo gioco delle menzogne coinvolge i protagonisti in un’interessante mascherata nella quale il personaggio interpretato da Jackie Shroff, che dovrebbe rappresentare la legge, appare più nervoso, frustrato e sgradevole del suo antagonista, il poliziotto incompetente è impegnato a seminare violenza dentro le mura della prigione ma  una volta fuori dal suo ambiente protetto scarseggia d'intuito e lascia che sia la sua fidanzata a tirarlo fuori dai guai. L’eroe è un anti-eroe, un gangster, un cattivo, ma rovescia sul tavolo le carte senza timori , l’eroina porta avanti da sola la sua crociata per la giustizia ma per fare ciò assume un’altra identità, tende una trappola, agisce con l’astuzia e l’inganno. Ad un certo punto non si capisce chiaramente chi sia l’antagonista e chi l’eroe, chi sia veramente bugiardo e pericoloso e chi no, non una ma decine di etichette si possono attaccare ai personaggi ed è proprio questa imprevedibilità a   renderli speciali.


Il mio giudizio sul film: **** 4/5


ANNO: 1993

TRADUZIONE DEL TITOLO : L’antieroe

REGIA : Subash Ghai


CAST
Sanjay Dutt ………………… Ballu
Madhuri Dixit ……………… Ganga
Jackie Shroff …………………. Ram
Rakhee ………………………. Aarti
Anupam Kher ……………………. Ishwar Pandey
Ramya Krishna ……………….. l’amante di Ballu
Pramod Muthu …………. Roshan Mahanta


COLONNA SONORA : Laximikant & Pyarelal

PLAYBACK SINGERS : Alka Yagnik, Ila Arun, Mohammed Aziz, Vinod Rathod, Manhar Udhas, Kavita Krishnamurthy, Jagit Singh



QUALCOS'ALTRO

Saroj Khan è stata premiata con il Filmfare Award per le Migliori Coreografie. Lo stesso anno Sanjay Dutt è stato nominato come Miglior Attore Protagonista ma la statuetta fu vinta da Shahrukh Khan per un altro ruolo negativo di tutto rispetto: Ajay Sharma in Baazigar.

Subash Ghai voleva nel ruolo di Ballu Anil Kapoor o Nana Patekar, solo in un secondo tempo la scelta è caduta su Sanjay Dutt.

01 febbraio 2012

FILM TELUGU 2011 CONSIGLIATI DA CATERINA






1) NENU NA RAKSHASI
(Io e la mia ragazza pericolosa)

Di Puri Jagannadh
Con Rana Daggubati, Ileana e Abhimanyu Singh

Puri Jagannadh, il maestro degli stilosi action movies made in Tollywood scrittura l’ombroso Rana Daggubati e la sexy Ileana per due ruoli perfettamente cuciti addosso. Il suo nuovo musical/ thriller è molto appetitoso e mescola bene una storia un po’ macabra con elementi più spensierati. Quasi tutta la seconda parte del film è stata girata a Venezia.
Trailer





2) GOLCONDA HIGH SCHOOL

Di Mohan Krishna Indraganti
Con Sumanth e Swathi Reddy

Un film semplice ma adorabile, dalla costruzione dei personaggi alla qualità dello script. Parola d’ordine sobrietà, poche canzoni di sottofondo, una trama esile ma sviluppata in modo creativo. Sumanth riesce a trovare la spinta giusta per tornare alla ribalta e ad uno dei tanti contenitori d’intrattenimento sceglie invece una storia d’amicizia e coesione in cui è il solo protagonista accanto a decine di ragazzini.




(Tutto è iniziato così)

Di Nandini Reddy
Con Nitya Menon,  Gautam e Sneha Ullal

Film al femminile dalla trama atipica girato per gioco e diventato a sorpresa un successo, scherzosa parodia di una classica love story cinematografica, rivisitazione simpatica di una trama volutamente scontata. L’energia di Nitya Menon e l’approccio ironico della regista sono sorprendenti.




4) VIRODHI
( Nemico)

Di G. Neelakanta Reddy
Con Srikant , Kamalinee Mukherjee e Ajay

Un giornalista dai grandi ideali viene rapito da un gruppo di maoisti,  durante la lunga traversata nella giungla  il leader (Ajay) e l’ostaggio (Srikant) si confrontano e si scontrano nelle rispettive ideologie. Virodhi è stato selezionato al Pune International Film Festival  (maggiori informazioni nella pagina dedicata all’evento).





Di Vivek Krishna
Con Naga Chaitanya, Abhimanyu Singh, Amala Paul

Storia sanguinolenta di delitti, castighi e scalate al potere, boss dell’underworld che sognano la politica e politici che si mostrano più spregiudicati dei Don. Girato con un budget limitato ma avvincente ed eterogeneo, sogni d’amore in paradisi tropicali e infuocate item songs si intervallano a rappresaglie e coltellate. Buono ma poco adatto ai deboli di stomaco, prodotto da Ram Gopal Varma.





(C’era una volta un guerriero)

Di Prakash Kovelamudi
Con Siddharth, Shruti Haasan e Laxmi Manchu

Favola prodotta dalla Walt Disney ma girata negli studios di Hyderabad. Streghe, incantesimi, mondi esotici, principi e principesse, effetti speciali e canzoni, un film per ragazzi che conquisterà anche gli adulti con le sue immagini suggestive e le sue melodie.




7)  100% LOVE

Di  Sukumar
Con Naga Chaitanya e Tamanna

Film leggero ma ben diretto e interpretato, ricco di battute e scene accattivanti. Il regista di Arya e Arya 2 fa strage di cuori con un prodotto sempre invitante e capace di divertire . Naga Chaitanya dopo aver sperimentato nello stesso anno due film d’azione (Bejawada e Dhadha) ritorna al genere che più gli è familiare, la commedia romantica.




8) OOSARAVELLI
(Camaleonte)

Di Surender Reddy
Con NTR jr , Tamanna e Prakash Raj

Programmato per far impazzire il pubblico nelle sale. Locations europee, un ruggente NTR e una splendida Tamanna più sciolta e spiritosa che mai. Oosaravelli è un ritmato mix di azione, love story, effetti speciali e canzoni orecchiabili, balletti e scene di lotta coreografate ad arte che fa perdere la testa anche ai più scettici.