30 dicembre 2009

PARINEETA (1953)


Quasi scarno se confrontato al trionfo visivo della versione del 2005, il Parineeta di Bimal Roy è un diamante non intagliato, qualcosa di semplice e poco vistoso che non cerca di attrarre quanto di tenere a distanza, arrivando addirittura schivare la partecipazione dello spettatore.
Privo di scene che tolgano il fiato, sprovvisto di canzoni indimenticabili, il film, come il forte legame tra i due personaggi, sembra continuare a non manifestarsi veramente e cresce nei suoi piccoli gesti, nei suoi sguardi mancati.

TRAMA
Vedi la recensione di Parineeta - (2005)

Richiamando l'infanzia, l'unione segreta tra i protagonisti viene collegata ai giochi delle bambine pronte ad inscenare il matrimonio delle proprie bambole, il sentimento maturato negli anni si trasforma ma resta incorruttibile e innocente. Nell'inconsapevolezza del gesto di Lalita prende forma la volontà del destino, e in lontananza, un orologio vittoriano scandisce con i suoi rintocchi l'irrevocabilità della scelta.

Nessuna canzone viene cantata da Lalita o Shekar, I testi della colonna sonora accompagnano la storia attraverso la voce di personaggi esterni ma momentaneamente onniscenti : voci dalla strada, la musica che arriva dalla finestra del vicino, i canti delle bimbe, la rappresentazione teatrale... le figure di sfondo divengono dententrici della verità sfuggente.
Lontano dalle divoranti gelosie e dalla fisica sensualità della versione contemporanea di Pradeep Sarkar, il film di Bimal Roy propone un legame fortissimo, spirituale ma ripetutamente inespresso e rimandato, che stenta ad esplodere anche dopo la sua rivelazione.
La capacità di Meena Kumari nel creare link interiori con i compagni di scena aiuta il racconto a collocarsi in una una dimensione reale, la soul chemistry è immediata , per le quasi tre ore di durata del film Ashok Kumar è Shekar così come lei è Lalita. La spontaneità delle interpretazioni è disarmante. L'attenzione che si focalizza esclusivamente su queste due figure costringe il personaggio di Girin a farsi da parte e a non imporsi nella storia in nessun modo.

Parineeta si evolve scena dopo scena nel suo delizioso basso profilo, sceglie di introdurre dialoghi slegati da ogni crescendo cinematografico, rinunciando a frasi indelebili e scambi di battute per fare spazio al ripetersi di formalità e saluti.
Bimal Roy sorveglia e lascia la parola ai suoi interpreti e il film sembra sostenersi da solo, tanto da apparire un unico flusso di narrazione, neanche fosse stato girato in una sola ripresa.

Il mio giudizio sul film : **** 4/5


ANNO: 1953


REGIA: Bimal Roy


TRADUZIONE DEL TITOLO : Donna Sposata


CAST:

Meena Kumari............... Lalita
Ashok Kumar................ Shekar
Asit Baran..................... Girin Babu
Sheetal.......................... Sheela
Nasir Husain................. Gurcharan Babu
Badri Prasad................ Nabin Rai



COLONNA SONORA: Arun Kumar Mukherjee, testi di Bharat Viyas

PLAYBACK SINGERS: Asha Bhosle, Geeta Dutt, Kishore Kumar, Manna Dey



QUALCOS'ALTRO:

- Il film è stato prodotto da Ashok Kumar che interpreta il ruolo di Shekar ed è la trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Sarat Chandra Chattopadhyay, autore anche del celebre “Devdas”.
- Meena Kumari vinse nel 1954 il Filmfare Award come Miglior Attrice Protagonista per la sua interpretazione nel film e Bimal Roy si aggiudicò la statuetta per la Miglior Regia.

- Visitate il Bimal Roy Memorial Website per conoscere qualcosa in più sul "Silent master of Indian Cinema". Tra i suoi film imperdibili: Madhumati (Dilip Kumar - Vijayntimala), Sujata (Nutan - Sunil Dutt) , Bandini (Nutan - Ashok Kumar- Dharmendra) , Do Bigha Zamin (Balraj Sahni - Nirupa Roy), Devdas (Dilip Kumar, Suchitra Sen, Vijayantimala) ...

24 dicembre 2009

DHOOL

L’industria cinematografica dello stato dell’India meridionale del Tamil Nadu, conosciuta anche come Kollywood è, per numero di film prodotti annualmente la seconda dell’India. Con una forte connotazione popolare, non trascura temi scottanti o controversi. Ha il proprio centro nella città di Chennai, nell’area chiamata Kodambakam dove ci sono i principali studi cinematografici.
Le star del cinema tamil hanno un seguito di pubblico che qualche volta sfiora la venerazione e in genere sono più pagati dei loro colleghi di Bollywood.

Titolo:Dhool
Anno: 2003
Regia: Dharani
Cast: Vikram, Jothika, Vivek, Reema Sen

voto: *****/5


Trama: Gli abitanti di un villaggio del Tamil Nadu, a causa della vicinanza di una fabbrica inquinante, non hanno accesso all’acqua potabile. Decidono di mandare una propria delegazione nella capitale per presentare una mozione al politico da loro eletto poco tempo prima.
La delegazione è formata da una donna anziana, da Eeswari bella e coraggiosa e da Arumugan, l’eroe del film.
Ma la richiesta di far valere i propri diritti non è facile e il gruppo proveniente dal villaggio si trova ad affrontare pericoli e problemi di ogni tipo, delinquenti e politici corrotti.

Dhool è un ottimo esempio per mostrare alcune delle differenze tra il cinema tamil e la produzione cinematografica di Bollywood. Ci si presenta come un grande contenitore narrativo in cui sono inserite molteplici trame, quella che fa da sfondo riguarda l’eroe che deve combattere politici corrotti e, su questa si innesta una storia d’amore che pian piano cresce e trova il suo culmine, con l’eroe che deve salvare la propria amata dal pericolo che la minaccia. Si aggiunge anche il lato comico, che nei film tamil può essere inserito nel contesto narrativo ma, a volte si presenta in veste di brevi scene completamente distaccate dalla narrazione principale.

Nel caso del film su cui stiamo ragionando le scene comiche sono inserite nel discorso narrativo e vedono coinvolti non solo gli attori specializzati in ruoli comici ma anche i protagonisti principali del film. Dhool infatti ci mette in contatto con la personalità di Vivek, ad oggi uno fra i migliori attori comici di tutta l’India, e ci dà la possibilità di apprezzare gli scambi brillanti e divertenti fra Arumugan e Eeswari.

La funzione delle scene comiche è molteplice, in Dhool aggiunge leggerezza a momenti più crudi della storia, praticamente ogni scena di questo tipo coinvolge i due attori protagonisti con l’aggiunta di Vivek e Reema Sen (nella parte della bella e provocante Swapna) e contribuisce a creare e rafforzare il legame amoroso tra Arumugan e Eeswari; in altri film le scene comiche formano una unità narrativa a parte e hanno una funzione didattico/pedagogica, dove si presenta al pubblico una situazione che riguarda un comportamento individuale o del villaggio/società e l’attore comico si presenta come colui che individua i comportamenti negativi e li condanna.

Un altro elemento caratterizzante i film tamil riguarda l’ambientazione che può apparire maggiormente “realistica”, ma che realtà potremmo definire più popolare. Non ci sono qui le ricche e immense ville tipiche delle ambientazioni di Bollywood, i personaggi sono inseriti in luoghi che sembrano più poveri, dalle pareti scrostate, con una vernice non proprio nuova. I set cinematografici tendono a ricreare quartieri dove le strade sono a volte sconnesse, non ci sono abitazioni moderne, c’è la presenza di cani, che è raro vedere in film Hindi. A volte hanno un padrone, vivono in casa e a volte, semplicemente li si vede aggirarsi tranquillamente per le strade in cui si svolge una data scena. A volte sono incolpevoli esecutori delle vendette dei prepotenti.

Le case, di cui abbiamo accennato sopra, sono costituite da un ampio cortile interno, spesso si tratta di uno spazio aperto, qui si riunisce la famiglia nei momenti di lavoro o di condivisione del tempo libero. Intorno c’è l’abitazione vera e propria che si sviluppa su un piano, raramente su due. E’ fatta per accogliere un gruppo familiare più ampio di quello costituito dalla coppia con figli, nella casa possono convivere infatti più fratelli con le rispettive mogli e i genitori anziani.

Differenze si notano anche nel tipo di abbigliamento. Le donne usano un abbigliamento indiano, quelle sposate hanno il sari e le ragazze non sposate hanno un abito costituito da tre pezzi formato da una gonna lunga e ampia, una blusa e una sorta di scialle che è drappeggiato lungo i fianchi e appoggiato su una spalla, non è raro vedere i personaggi femminili di questi film indossare il salwar kameez formato da ampi pantaloni e da una lunga tunica, i capelli sono lunghi, raccolti in una treccia e quasi sempre adornati da fiori bianchi.

Anche gli uomini hanno spesso abiti indiani, il più utilizzato è il dhoti, un lungo pezzo di stoffa che è drappeggiato intorno ai fianchi e ripiegato in modo da farlo somigliare vagamente a un pantalone, non raramente però i maschi portano anche abiti occidentali.
Infine uomini e donne portano sulla fronte vari segni costituiti da linee verticali, nel caso di devoti del dio Vishnu, o segni orizzontali di colore arancione nel caso di seguaci del dio Shiva.

Anche senza generalizzare troppo, possiamo dire che il tasso di violenza è maggiore nei film tamil. Dhool ci mostra molte scene di questo tipo e sono legate tutte alla presenza di personaggi corrotti, qui si tratta del politico e dei suoi metodi per organizzare brogli elettorali con il sostegno di una banda di malavitosi di quartiere. Lo stesso politico si serve della violenza per disfarsi dell’eroe che reclama i propri diritti, provocando un ulteriore contrasto violento tra i suoi scagnozzi e lo stesso eroe; qui ci troviamo in presenza di una novità, quella del personaggio femminile negativo, Swarnaka che è il capo della gang di delinquenti.

Swarnaka ordina gli attacchi punitivi contro chi si oppone ai suoi soprusi, è lei a minacciare e manipolare le elezioni, per conto del politico. Arriva al punto di occuparsi direttamente dell’eliminazione di un testimone scomodo, e infine è proprio lei ad affrontare in un duello finale Arumugan.
La scena è costruita in un crescendo drammatico in cui si inserisce la canzone cantata dalla vecchia che è arrivata in città insieme a Arumugan, il testo esalta le gesta di un eroe dalla forza straordinaria e lo incita alla lotta e alla vittoria.

La violenza, almeno in Dhool non è fine a se stessa, ma ne costituisce un momento inevitabile per ottenere giustizia. Può risultare una posizione controversa ma va inserita in un contesto dove tutto il resto ha già fallito il proprio scopo e funzione.
Chi reclama i propri diritti inizialmente si rivolge alla classe politica, ma si accorge che è costituita da corrotti e pericolosi individui, in altri film la corruzione avvelena l’altra istituzione preposta per legge alla garanzia della legalità, ovvero la polizia.
In altri contesti ancora la corruzione e il tradimento della propria funzione arriva dal mondo accademico o da un mondo economico che sconfina facilmente in atteggiamenti mafiosi.
Solo dopo aver provato il fallimento di queste istituzioni, l’eroe trova nella personale interferenza sugli eventi, il solo modo per ristabilire quella giustizia e ordine che è stato violato. Nel caso di masala e film di taglio popolare, questo schema di rottura/intervento/ricostituzione dell’ordine è quasi sempre rispettato.

Dhool inizia con una scena di lotta tra due personaggi rivali; la scena di lotta rappresenta una delle modalità con cui spesso inizia un film di questo tipo, altre volte la scena di apertura è una canzone coreografata di cui possiamo sottolineare qualche ulteriore aspetto di differenza rispetto ad altre cinematografie indiane. Ci riferiamo all’enfasi che ha il gruppo formato da molte decine di ballerini, il protagonista è posto al centro del gruppo a cui si contrappone, come in un dialogo danzato, il gruppo di ballerine di cui fa parte l’attrice protagonista, a differenza di molti film Hindi dove invece, le scene ballate si concentrano più spesso intorno ai due interpreti principali.

Da un punto di vista visivo l’efficacia è assicurata da un gioco di scelte cromatiche davvero notevoli, con uno sfondo che a volte è il verde intenso delle campagne del Tamil Nadu, altre volte lo sfondo è lo splendido mare azzurro dell’Oceano Indiano.

Anche se non mancano situazioni in cui le canzoni costituiscono rotture dello scorrere della storia o una digressione di qualche tipo, nei migliori esempi di film masala, le scene ballate hanno spesso una maggiore coerenza narrativa e nascono da situazioni o reazioni emotive di un personaggio.

Un ultimo elemento che vorremmo mettere in evidenza riguarda i nomi dei personaggi, ci riferiamo unicamente ai personaggi maschili dato che la cinematografia tamil ruota intorno al protagonista maschile.
Nei film tamil la componente culturale è molto marcata, lo abbiamo visto quando abbiamo affrontato il discorso sull’abbigliamento, la scelta dei nomi ribadisce l’orientamento culturale/religioso dato che fanno riferimento a vari appellativi delle divinità induiste del Tamil Nadu come Arumugan, Aru, Arul, Saamy che si riferiscono al dio Murugan dalle cinque facce e che è oggetto dell’adorazione degli induisti delle parti meridionali dell’India.

Dhool contiene praticamente molti degli elementi sopra elencati, vogliamo sottolineare la presenza efficace di Vikram, bravo attore tamil che riesce a passare da un film impegnato a un film popolare con naturalezza e bravura, ha ottimi tempi comici e una buona intesa cinematica con l’attrice Jothika, si dimostra un ottimo danzatore e risalta nelle scene di azione. Jothika regge il confronto e rappresenta una ottima controparte nelle situazioni serie, in quelle comiche e soprattutto in quelle romantiche.
Vivek ha quella rara qualità di superare i confini linguistici e culturali con il suo livello di attore comico.

19 dicembre 2009

PARINEETA (2005)


L'incontenibile suggestione che solo l'India sa regalare, le atmosfere eleganti dell'elite bengalese, lo charme e la seduzione di una storia accesa di desiderio ma sospesa in una realtà quasi fiabesca.
Il libero adattamento cinematografico del romanzo di Sarat Chandra Chattopadyay, diretto da Pradeep Sarkar, fa rivivere un classico delle letteratura e lo rende appetibile per le nuove generazioni, senza dover rinunciare ad una certa nostalgia. Dietro le spalle del debuttante regista, l'estro e l'esperienza di Vidhu Vinod Chopra, che stringe attorno al film un cast di prim'ordine per non lasciare niente al caso, dall'eccellente qualità della fotografia alla ricchezza di pathos delle interpretazioni.

TRAMA
Shekar e Lolita crescono insieme e vivono un rapporto di complicità e dipendenza reciproca. Con l'arrivo di Girish, un amico di famiglia, Shekar inizia a realizzare che il suo legame con Lolita va ben oltre l'amicizia e si scopre d'un tratto aggressivo e paranoico. Le difficoltà che i due provano nel comprendere e dichiarare i propri sentimenti vengono smantellate dalla volontà del destino, rievocando il rituale sacro del matrimonio si accorgono di aver compiuto senza volerlo ciò che da tempo desideravano. Perseguitato dalla gelosia, e deviato dai commenti fuorvianti del velenoso padre, Shekar inizia a dubitare della buona fede della ragazza che ha sposato in segreto e la immagina legata al suo benefattore Giresh.

Il fiero sguardo di Vidya Balan dalle fessure di una tapparella, tra l'oro dei gioielli e il rosso del sindoor è un'immagine di eccezionale impatto estetico. Il film si apre con la musica di una tradizionale wedding song intrisa di velati richiami erotici, alla quale segue una serie di flashback, una corsa a ritroso nella storia.

Tra eleganti residenze e giardini ideali sbocciano amicizie infantili che presto si convertono in passioni; la forte determinazione di Lalita risalta sulla carenza di iniziative di Shekar, insicuro e inibito dalla figura paterna , cullato nella tranquillità della sua stanza, un mondo in miniatura accogliente e isolato.
Saif Ali Khan e Vidya Balan trasmettono le giuste note ad ogni passo ma le loro interpretazioni si fanno più potenti nella seconda parte, quando il misto di orgoglio, risentimento e gelosia li carica di una sorprendente audacia. Non meno importante la presenza di Sanjay Dutt, in questo film discreto e naturale, protagonista e perfettamente sintonizzato.

Così sofisticato, diretto, immediato, Parineeta strega anche lo spettatore più scettico e lo invita a perdersi nel suo mondo ricercatissimo nei dettagli e traboccante di sensualità. A metà strada tra realismo e sospensione, il film è soprattuto un bel racconto che si apre con un mosaico perfetto di immagini, guidato dall' inconfondibile voce di Amitabh Bachchan.

Riprendendo la location del romanzo, Calcutta, ma spostando il calendario in avanti di cinquanta anni, Shekar e Lolita si circondano di un'atmosfera anni '60 e la storia inizia a giocare, si sospende in sequenze immaginate, reinventa la quotidianità ed ingloba elementi occidentali, come la mania di Shekar per Elvis, (senza rinunciare a citare il premio Nobel R. Tagore) fino all'imprevista scenografia alla Moulin Rouge della divertente item song “Kaisi paheli zindagani” in cui Rekha riappare più giovane e scatenata che mai e il film si concede il suo attimo di follia.

Il mio giudizio sul film: **** 4,5 /5


ANNO: 2005

REGIA: Pradeep Sarkar

TRADUZIONE DEL TITOLO: donna sposata

CAST:

Vidya Balan....................... Lalita
Saif Ali Khan..................... Shekar
Sanjay Dutt........................ Girish
Dia Mirza.......................... Gayatri
Raima Sen........................ Koel
Sabhyasachi Chakravorty.............Navin Rai
Rekha................apparizione speciale


COLONNA SONORA : Shantanu Moitra,

testi di Swanand Kirkire, clicca QUI e leggi l'intervista esclusiva concessa a Cinema Hindi

PLAYBACK SINGERS: Shreya Goshal, Sonu Nigam, Sunidhi Chahuan, Rita Ganguly


CURIOSITA':

- Pradeep Sarkar ebbe con questo film un debutto da favola, il regista venne scoperto da Vidhu Vinod Chopra che gli aveva affidato le picturizations delle canzoni di Mission Kashmir

- Inizialmente Chopra e Sarkar pensavano di portare avanti un'adattamento di Parineeta ambientato ai giorni nostri, solo dopo mesi di considerazioni i due raggiunsero un accordo e decisero di ricreare per il fillm l'atmosfera degli anni '60.

- Vidhu Vinod Chopra in principio non era troppo sicuro delle capacità della debuttante Vidya Balan, la quale fu sottoposta ad un training di sei mesi prima di veder confermato il suo ruolo. Saif Ali Khan aveva espresso il desiderio di poter lavorare accanto ad Aishwarya Rai.

-Il fim è stato girato tra Calcutta e Darjeeling, il treno che compare nella canzone “Kasto maaza” è lo stesso che veniva rincorso da Rajesh Khanna in Aradhana film del 1969 in cui la protagonista è la madre di Saif, Sharmila Tagore.

- Il successo del film scatenò un record di vendite del romanzo da cui è ispirato, nella settimana successiva la premiere furono vendute oltre 3000 copie del libro.

15 dicembre 2009

WANTED


Remake di un film tamil di grande successo, Pokkiri diretto da Prabhu Deva, regista anche di questa versione hindi, Wanted è uscito a settembre ed è, salvo sorprese dell'ultimo minuto, la pellicola più ghiotta del 2009. Amato dal pubblico, che ne ha fatto una hit sin dalla prima settimana di proiezione, e supportato dalla critica, Wanted ha stracciato la concorrenza di Dil Bole Hadippa!, uscito nello stesso week-end, grazie ad una perfetta, gustosa, indianissima miscela di azione, ironia, musica, romanticismo e dramma: ecco bollywood in tutto il suo splendore!

TRAMA

Radhe (Salman Khan) è un assassino di professione, assoldato da don e capi mafia che si spartiscono il controllo delle attività criminali di Mumbai. E' coinvolto nelle loro guerre ma lavora solo per denaro.
Tra politici corrotti, poliziotti scellerati e malviventi, incontra Jhanavi (Ayesha Talia) bellissima e dolce fanciulla con misure da pin up ed animo candido. I due si innamorano, ma non sarà facile per il killer Radhe amare la tenera Jhanavi.

RECENSIONI

The Times of India ****
Sono tornati i muscoli. E' tornato Salman Khan. Abbacchiato da una serie di flop ('Yuvvraaj', 'God Tussi Great Ho', 'Hello', 'Heroes'), l'attore nelle ultime settimane è apparso in dozzine di show televisivi, sperando di rimanere impresso nella memoria del pubblico. Ma non ce n'era bisogno. In 'Wanted'... Salman è una forza della natura. Inarrestabile. Inossidabile. Imbattibile. Nel ruolo del criminale dal grilletto facile affascina. E nel ruolo dell'amante impassibile - che cita alcune della battute più intelligenti sentite recentemente a Bollywood - diverte in ugual misura. Solo le star più carismatiche riescono a rendere un'inquadratura ordinaria degna di essere vista semplicemente grazie alla loro presenza. Il film è un avvincente racconto di poliziotti disonesti e criminali doppio-giochisti, ma è anche una storia d'amore. Il tutto narrato con un ritmo che toglie il respiro. E c'è anche della suspence. Il regista Prabhu Deva riesce a serpeggiare con abilità in dettagli narrativi senza perdere il controllo della storia principale. 'Wanted' è davvero stiloso. Girata in modo elegante, la pellicola può contare anche su coinvolgenti sequenze d'azione firmate da Vijayan, nonchè su grandi canzoni.
Avijit Ghosh, 18.09.09
Recensione integrale

Hindustan Times *1/2
...'Wanted' è il remake Hindi proprio di 'Pokkiri'. E' essenzialmente un B-movie con un budget più consistente e con un'enfasi relativamente minore sul sesso. Il genere di film che Bollywood realizzava sino ad una o due decine di anni fa, e che ora è il dominio soltanto dei cinema regionali. ... Ogni sequenza d'azione si alterna con un numero comico, una canzone o una scena romantica. ...Infine la pellicola deve culminare nella madre di tutte le scene d'azione. E 'Wanted' lo fa: Salman finalmente si toglie la camicia. Saranno felici in provincia. Ma dov'è la storia?
Mayank Shekhar, 19.09.09
Recensione integrale

Diana **** 4/5
Film d'azione la cui trama scorre fluida ed avvincente. I personaggi sono ben ideati, uno su tutti l'odioso ispettore Talpade (non ci si può immaginare un poliziotto più viscido di lui), i brani musicali e le coreografie sono piacevoli e godibilissimi. La storia d'amore è realizzata con la stessa delicatezza ed attenzione di quanta inventiva ed entusiasmo sono stati messi nelle sparatorie e nelle scazzotate. Bravi gli interpreti, tutti. Ironia e divertimento a volontà, Wanted è un film imperdibile.

Il bello:
- Salman Khan, Salman Khan, Salman Khan: vivace ballerino, invincibile macchina da combattimento, adorabile e caustico fidanzato.
- Ancora Salman Khan che al minuto 33 e 57" toglie dei fiori da un piccolo vaso e ne beve l'acqua.
- Tutte le scene d'azione.
- Tutti gli incontri tra Radhe e Jhanavi.
- La colonna sonora, in particolare la location del brano Dil Leke, Santorini, perfetta ambientazione per appassionate storie d'amore o una romantica luna di miele.

Il brutto:
- Niente.
Forse, a voler essere inutilmente cavillosi, ci si poteva aspettare un finale più intenso tra i due innamorati ma si parla già di un sequel: per vedere di nuovo insieme Radhe e Jhanavi basterà attendere.

SCHEDA DEL FILM

Cast

Radhe/Rajveer Shekhawat - Salman Khan
Jhanvi - Ayesha Takia (No Smoking, Dor)
Inspector Talpade - Mahesh Manjrekar (Slumdog Millionaire)
Gani Bhai - Prakash Rai
Golden - Aseem Merchant
Ashraf Khan - Govind Namdeo
Inder Kumar - Ajay
Vinod Khanna - Shrikant Shekhawat
Daniel Malik - Landlord
Mishal Mlaik - Jhanvi's Mother

Diretto da Prabhu Deva

Prodotto da Boney Kapoor

Musiche dei fratelli Sajid (Main Aurr Mrs Khanna) e Wajid Ali (Welcome)

Coreografie:
Raju Sundaram (Kaminey)
Vaibhavi Merchant (Rab Ne Bana Di Jodi)
Rajiv Surti (Main Aurr Mrs Khanna)
Vishnudeva (Fast Forward)

Anno: 2009

Distribuito dalla Eros Enterainment

CURIOSITA'
- Bel cameo per Prabhu Deva, Govinda e Anil Kapoor nel brano Jalwa.
- Nel film sono nominati sia Amitabh Bachchan che Shahrukh Khan.
- Salman Khan sarà di nuovo sugli schermi a gennaio con Veer.
- Wanted di Prabhu Deva è il remake hindi del film Pokkiri, sempre diretto da Prabhu Deva. Pokkiri è a sua volta il remake tamil di un film telugu, Pokiri, diretto da Mahesh Babu.

Il sito ufficiale del film

10 dicembre 2009

VICTORIA HOUSE


Una troupe sta girando alcune scene di un film low-budget in un hotel fuori Mumbai. La proprietaria dell'albergo, Lisa, gestisce tutta la tenuta assieme allo zio, che lavora come guardiano. Tra la ragazza e un componente della troupe nasce subito un amore, mentre tutti gli altri uomini, tra cui anche il viscido produttore Sanjay, tentano di conquistare la bella star Seema.
La famosa attrice è la prima a notare che qualcosa non va nella pensione in cui alloggiano: c'è una sua foto appesa nella stanza che le è stata assegnata, ma ben presto l'immagine sparisce. Sanjay la ritrova appesa sopra un altare votivo nella stanzetta del guardiano. Giusto il tempo di avvisare alcuni colleghi e la foto viene rimpiazzata da una statua della dea Durga, scomparendo di nuovo.
Nelle campagne attorno all'hotel, intanto, si aggirano in cerca di lavoro un ex-riccone e il suo leccapiedi. Decidono di fingersi santone e allievo, e conquistano la fama nei villaggi circostanti sostenendo di conoscere una formula per resuscitare i defunti. La gente comincia a pagarli per non riportare in vita i morti, come il santone aveva scaltramente previsto.
Prem, la controfigura del divo Anand, muore a causa di un incidente sul set. Sanjay, che non ha nè tempo nè tanto meno soldi da perdere, decide di portare il ragazzo dal celebre santone affinchè lo resusciti. Durante la cerimonia indetta per la resurrezione, sotto gli occhi esterrefatti dei due imbroglioni e di tutta la troupe, il corpo di Prem inizia a muoversi...

Anno: 2009
Regia: Hriday Sharma
Musiche: Sunil Singh

Attori:
Prthvi (Seema)
Meghna (Lisa)
Shiva (Anand)
Shakti Kapoor (Guru)

Recensione: **
Con una recitazione poco convincente, delle scene strampalate e un finale insipido, 'Victoria House' si meriterebbe una sola stella. Sharma prova di tutto per coinvolgere lo spettatore in quell'avventura senza senso che la troupe sta vivendo: riprende alcune scene dalla prospettiva dei personaggi oppure fa guardare i protagonisti dritto verso la cinepresa mentre esprimono le proprie intenzioni e chiedono un parere al pubblico. Ma si fa davvero fatica a comprendere le scelte e le reazioni dei personaggi, in quanto totalmente irrazionali. Perchè mai Seema, attrice piuttosto famosa, dovrebbe spaventarsi per aver trovato una sua foto nella stanza dell'albergo? E perchè Sanjay fa tuffare Prem dal trampolino nella piscina se sa che l'acqua è troppo bassa e si ammazzerà, provocando ulteriori ritardi nelle riprese?
In questo susseguirsi di scene pietose, spicca l'interpretazione di Shakti Kapoor (a cui è dedicata la seconda stella) che risolleva per un po' il film. Kapoor è il finto santone. Il suo ingegnarsi per guadagnarsi il pane, facendo sgobbare e malmenando il suo povero servetto è proprio divertente. Peccato che, dal momento della loro scomparsa in poi, lo spettatore debba sorbirsi una serie di sequenze noiose e prevedibili.

03 dicembre 2009

AAR PAAR


Aar Paar emerge come un avvincente concentrato di stile.
Salti continui da un genere all'altro, eleganti atmosfere noir si alternano a vivaci pennellate di commedia, il film è atipico quanto ammaliante, intrecciato da musiche dolci e canzoni suadenti.
L'inconfondibile tocco del maestro Guru Dutt appare ad ogni inquadratura, e, aldilà della parte strettamente estetica, il film convince per il suo essere brillante e veloce, introducendo una storia divisa tra casualità e scelte personali.

TRAMA
Cacciato dal garage dove stava lavorando perchè sorpreso a corteggiare la figlia del proprietario, Kalu, da poco uscito di prigione, si ritrova di nuovo al punto di partenza. Dovendo riferire un messaggio lasciatogli da un compagno di cella entra in contatto con dei gangster locali che cercheranno di trattenerlo nei loro affari donandogli un taxi nuovo di zecca. Senza troppa esitazione, Kalu accetta il dono pensando che dopo aver raggiunto una stabilità economica il padre della ragazza che ama riuscirà ad accettarlo; purtroppo però i suoi “benefattori” inizieranno a chiedergli qualcosa in cambio...

Trovando spazio a scene spassose senza mai uscire fuori strada, il film propone un susseguirsi di snodi narrativi in una trama stranamente incerta, seppur mai debole.
Ma Aar Paar è famoso soprattutto per il brano “Babuji dheere chalna” e il sensuale ballo di Shakila tra i tavoli di una taverna. La bellissima attrice, risalta per il suo appeal da femme fatale del cinema noir, conturbante visione tra le tenebre e nuvole di fumo di sigaretta; agile, snella e dagli occhi magnetici oppure malinconica e misteriosa nella canzone “Hoon Abhi Main Jawaan Ae Dil” mentre, nascosta nell'ombra, canta un motivo che ricorda le note di "Put the Blame on Mame" dal film americano Gilda.

Se Shakila incarna il fascino e il proibito, Shyama, l'altra faccia della medaglia, è l'esplosione della spontaneità infantile.Come suggerisce il titolo, Aar Paar / questo e quello, due donne così diverse, due possibilità relative ad altrettante strade da scegliere.

Il virtuosismo tecnico e l'immaginazione di Guru Dutt caricano di suggestione anche gli ambienti meno invitanti, come il garage, la taverna malfamata o la soffitta, grazie all'uso sapiente di ombre e luci ogni oggetto banale sembra acquistare una vita nuova.
Le immagini passano attraverso riquadri imprevedibili, che sia un vetro, il finestrino della macchina o i pali di un'impalcatura, la scena viene incorniciata da linee nette e motivi circolari e si sposta su piani multipli, suggerendo l'idea di un ambiente reale e non pura scenografia, nel quale la telecamera spia silenziosa trapassando ogni ostacolo.

Il mio giudizio sul film : **** 4/5

ANNO: 1954

REGIA : Guru Dutt

TRADUZIONE DEL TITOLO: Questo e quello

CAST:
- Guru Dutt........... Kalu
- Shyama............... Nikki
- Shakila.............la danzatrice
- Jagdish Sehti....... Lalaji
- Jhonny Walker...........Rustom
- Jagdeep................. Elaichi


COLONNA SONORA: O.P. Nayyar, testi di Majrooh Sultanpuri

PLAYBACK SINGERS: Geeta Dutt, Shamshad Beghum, Mohammed Rafi


QUALCOS'ALTRO:

In Aar Paar, lo smarrimento di un cappotto diviene il pretesto grazie al quale Kalu e Nikki possono vedersi di nuovo, anche nel film Kaagaz ke phool il primo incontro tra I due protagonisti è segnato dal prestito di un cappotto, stesso elemento presente anche in Pyaasa, film dove l'indumento diviene l'emblema stesso dell'identità del poeta, dalla quale decide di spogliarsi poco prima di tentare il suicidio.

La canzone “Babuji dheere chalna” viene citata nel film Lamhe di Yash Chopra ed è stata inserita una nuova versione della stessa (riarrangiata e cantata da Nihira ) in Salaam e Ishq di Nikhil Advani. In entrambi i momenti è collegata all'attore Anil Kapoor.
Una curiosità, nel film Delhi 6, la figlia di Anil, Sonam Kapoor, canticchia lo stesso testo mentre gioca con la telecamera sognando i provini di Indian Idol.

Il film, incluso nella programmazione 2009 del River to River Florence Indian Film Festival, sarà proiettato al Cinema Odeon di Firenze il giorno 05 dicembre alle ore 17:00. Lingua originale, sottotitoli in italiano e inglese.

02 dicembre 2009

KHAMOSHI - THE MUSICAL



Khamoshi - The Musical è un film del 1996, il primo del grande regista Sanjay Leela Bhansali che ne scrive anche il soggetto. Bhansali al suo debutto sceglie due elementi che saranno significativi per tutta la sua carriera futura: l'handicap, i genitori della ragazza protagonista sono sordomuti, e la musica. L'attenzione di Bhansali verso il mondo di coloro che soffrono di invalidità sensoriali lo porterà nel 2005 a tornare sul tema con la sua opera più acclamata, l’indiscusso capolavoro ispirato alla vita di Helen Keller, Black.
Il costante interesse di Bhansali per la musica, invece, raggiunge in questi mesi la sua massima espressione, il regista sta infatti collaborando alla realizzazione della colonna sonora per il suo prossimo film, Guzaarish, che uscirà nel 2010.

TRAMA

Annie (Manisha Koirala) è di religione cattolica e vive a Goa con i genitori sordomuti; fin da piccola è l’orgoglio e il sostegno di mamma e papà ma quando incontra Raj (Salman Khan) un forestiero Hindu, il suo amore per lui turba gli equilibri della sua famiglia creando una frattura tra Annie e il padre, Joseph, interpretato meravigliosamente da Nana Patekar (Agni Sakshi).

RECENSIONI

Diana *** 3/5
Khamoshi - The Musical è stato premiato dalla critica ma poco applaudito dal pubblico. La sua trama è, purtroppo, sovraccaricata di eventi tragici: l’incidente di Annie, le difficoltà economiche, la perdita di Maria (Helen Jairag Richardson Khan), la morte del piccolo Sam. A causa di questa sovrabbondanza e della poca sobrietà, la storia, durante il suo sviluppo, smarrisce l’intenzione. Il film recupera, però, grazie all’ interpretazione davvero appassionante di Nana Patekar e ad alcuni passaggi riusciti e toccanti che ne fanno una pellicola interessante, piacevole e comunque sincera e personale.

Il bello:
- La prova degli attori, in particolare di Seema Biswas (Bhoot, Company) e di Nana Patekar, bravo, credibile, emozionante.
- Il tocco magico di Sanjay Leela Bhansali. La luce che illumina una tovaglia appena stesa, un uomo che corre felice senza voce lungo la spiaggia, padre e figlia che danzano insieme, due ragazzi innamorati in cima ad un faro: Bhansali studiava già da grande maestro.

Il brutto:
- La mano calcata un po’ troppo pesantemente sul dramma.
- Qualche eccesso di retorica.

SCHEDA DEL FILM

Cast:
Joseph - Nana Patekar
Flavy - Seema Biswas
Annie - Manisha Koirala (Dil Se)
Raj - Salman Khan
Willy - Raghuveer Yadav (Lagaan)
Sam - Patrik Gala
Maria - Helen Richardson Khan

Scritto e diretto da: Sanjay Leela Bhansali

Musiche: Jatin e Lalit Pandit (Fanaa)

Coreografie: Bhushan Lakhandri (Omkara), Saroj Khan (Love Aaj Kal), Ganesh Hegde (Don)

Anno: 1996

AWARDS:

Filmfare Award
Best Art Direction, Chandrakant Desai
Best Sound Design, Jitendra Chaudhary
Best Actress (Critics), Manisha Koirala
Best Film (Critics), Sanjay Leela Bhansali
Best Female Playback Singer, Kavita Krishnamurthy

Screen Award
Best Actress, Manisha Koirala
Best Actress In A Supporting Role, Seema Biswas
Best Art Direction, Nitin Chandrakant Desai
Best Cinematography, Anil Metha
Best Lyrics, Majrooh Sultanpuri
Best Playback Singer - Female, Kavita Krishnamurthy
Best Technical Debut, Sanjay Leela Bhansali

CURIOSITA'

- Helen Richardson Khan (Gumnaam, Lahu Ke Do Rang) ballerina ed attrice accettò il ruolo grazie a Salman Khan, di cui Helen aveva sposato il padre in seconde nozze.
- Sembra che l’episodio della piccola Annie che impara a vendere il sapone di porta in porta sia tratto direttamente dall’infanzia di Sanjay Leela Bhansali.
- Si sussurra di una relazione tra Sanjay Leela Bhansali e Vaibhavi Merchant, ballerina e coreografa, discendente della famiglia Merchant: la passione di Sanjay Leela Bhansali per la musica si fa ancora più intensa.