28 gennaio 2023

EK VILLAIN RETURNS


Le mie aspettative erano bassissime, e forse per questo non ho trovato Ek Villain Returns così agghiacciante. Intendiamoci: i difetti spuntano come gramigna in ogni sequenza. EVR è una sorta di ibrido contro natura fra un film pruriginoso per adolescenti e un thriller misogino e semisplatter. Mix non riuscito perché il primo aspetto imbriglia il secondo impedendogli di compiersi. Inoltre il regista è troppo impegnato ad inseguire un'atmosfera invece di raccontare una storia. 
Però la trama, con una sceneggiatura più professionale (ed estrema), poteva intrigare. Qualche elemento di novità c'è: eroina ipercattiva, relazione estremamente malsana, necrofilia. Mohit Suri ripropone le sue fascinazioni dark, ma difetta in audacia: butta lì un cenno e poi si tira indietro. 
I personaggi sono tutti, a vario titolo, negativi, costruiti in modo singhiozzante e impreciso. Con un lavoro accurato, si poteva estrarre qualcosa di interessante. Due di loro beneficiano di una blanda formazione, che però è quasi stonata, e che ottiene il solo risultato di illuminare in misura maggiore il villain del titolo e la sua compagna. Le interpretazioni non sono eccelse ma nemmeno da buttare, gli attori hanno spremuto dal copione tutto lo spremibile. Disha Patani mi ha stupita: ha accettato un ruolo scandaloso e difficile nel quale poche colleghe si sarebbero cimentate, e in alcune scene è persino convincente.

TRAMA

Aarvi è una giovane promessa della scena musicale. Nel corso di una festa nel suo appartamento, Aarvi viene rapita da un uomo mascherato. La polizia ritiene di aver individuato il colpevole in Gautam, il suo ricchissimo e viziatissimo ex fidanzato. Ma qualcosa non torna.  

RECENSIONI

Mid-Day: * 1/2
'The female leads in the film (Disha Patani included), in various stages of undress, generally have the best lines. (...) Two solid action sequences; one set in the Mumbai metro, the other inside a car. Some of the locations, while decidedly local, are outstanding. To be fair to the director (Mohit Suri), (...) he’s blessed with fine music-video aesthetics. And what better reason to listen to songs, shot on massive budgets, than a Bollywood movie, right?'. 
Mayank Shekhar, 30.07.22

Film Companion:
'Ek Villain Returns (...) is always a little worse than you think it is. (...) One twist is always more nonsensical than the previous one. In fact, this is the sort of stunningly bad film that leaves you wondering whether you're impressed or defeated. (...) Of all the crimes EVR commits, its inability to hide its atrocities behind a banging soundtrack is easily the most heinous. What has the world come to if the music of a Mohit Suri movie is as invisible as its writing?'.
Rahul Desai, 29.07.22

Cinema Hindi: **
Punto di forza: il tentativo dark, la confezione patinata, l'efficace commento musicale.
Punto debole: sceneggiatura, dialoghi. Pure le locandine (uno sforzo no??).

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Arjun Kapoor - Gautam
* John Abraham - Bhairav, tassista
* Tara Sutaria - Aarvi, cantante
* Disha Patani - Rasika, commessa
* Riteish Deshmukh - cameo
* Badshah - cameo

Regia: Mohit Suri
Sceneggiatura: Mohit Suri, Aseem Arrora (anche dialoghi).
Colonna sonora: Ankit Tiwari, Tanishk Bagchi, Kaushik-Guddu. Commento musicale Raju Singh.
Fotografia: Vikas Sivaraman
Montaggio: Devendra Murdeshwar
Traduzione del titolo: ek significa un/uno/una.
Anno: 2022

CURIOSITÀ

* EVR è prodotto da Ekta Kapoor.
* Riferimenti al cinema indiano: Darr, Singham.
* Film che trattano lo stesso tema: Ek Villain.

GOSSIP & VELENI

* Ma quanto è dimagrito John Abraham??
* Per i maschietti: Tara e Disha si sono sfidanzate. Qualora foste interessati, è il momento giusto.
* Certo che incontrare due ex la stessa sera nello stesso locale è proprio il karma assassino che ti bastona in fronte.

26 gennaio 2023

MILI


La prima volta ho guardato Mili con in mente Helen, pellicola malayalam del 2019 di cui questo film è il remake ufficiale (il regista è lo stesso). Al termine della visione la mia opinione è stata: copia un po' sbiadita nella sostanza, edulcorata e meno realistica nella forma. Trama impoverita. 

La seconda volta mi sono sforzata di guardare Mili come prodotto a sé stante e non come remake, ed è andata meglio. La tensione è costruita in modo efficace, anche se alcuni dettagli sembrano troppo di convenienza. Janhvi Kapoor si impegna e non teme di mostrarsi struccata, spettinata, stropicciata e quant'altro. Per le canzoni e per il commento musicale, A.R. Rahman ha scelto in larga parte sonorità soffici, inusuali per un thriller.
Però la sceneggiatura è a tratti inaccurata o frettolosa - qualche errore è ereditato dall'originale malayalam. Ci sono spunti narrativi su cui si poteva lavorare ma si è preferito glissare. Mili è la solita sdolcinata eroina tutta premure, sorrisi e gentilezze. I personaggi minori sono scritti con scarsa cura o appena abbozzati. Il cast di supporto è di valore anche se sprecatissimo. Il cameo di Jackie Shroff un po' estraneo. Le relazioni personali non sempre convincenti. Regia non sempre ispirata. 
Comunque, se non avete visto Helen, Mili non è una cattiva scelta perché non annoia e anzi intrattiene. Non dico che non potreste impiegare meglio due ore del vostro tempo, ma piuttosto che far ginnastica o cucinare...

TRAMA

Mili è una giovane infermiera che vive col padre, frequenta lo sfaccendato Sameer (appartenente ad un'altra casta), lavora in un fast food. Una sera la ragazza si attarda da sola nel locale e rimane rinchiusa per sbaglio nella cella frigorifera. Senza cellulare.

RECENSIONI

Film Companion:
'As a survival thriller alone, Mili is high-pitched and mostly effective. The sound design is terrific, simulating an endless cycle of danger and dread. (...) The visual transitions are smart and well-timed. (...) The tight close-ups of the girl's withering face are excessive, but the rhythm of the editing creates a sharp psychological pull. (...) Janhvi Kapoor's fourth author-backed role of a short career is perhaps her most impressive so far. (...) Not everything works, though. Xavier milks the genre for all its worth. (...) Some of the suspense devices (...) are designed purely to toy with the viewers. (...) The essence of Mili, however, has little to do with its status as a survival thriller. At its core, the film is a slow-burning sociocultural drama. (...) The murky relationship between morality and gender shapes the central conflict of the story'. 
Rahul Desai, 04.11.22

Firstpost: ** 1/2
'The changes introduced in the Hindi screenplay (...) place a spotlight on one of the biggest failings of contemporary Hindi cinema: its aversion to examining tricky social and political issues, especially in the mainstream arena. (...) As someone who has watched the original (...) Mili is fairly engaging. (...) That said, the dilution of the sensitive equations in the original definitely takes its toll on this one. What further pulls it down are the many minutes needlessly added to the narrative. Mili has also retained the flaws of the original. (...) Janhvi possesses an Everywomanness that is useful in this role, and succeeds in portraying Mili’s sweet simplicity. (...) It is a pity that Mathukutty Xavier agreed to direct a watered down Hindi version of his Helen. Mili is (...) too afraid of ruffling feathers to risk clarity in its point about caste'.
Anna MM Vetticad, 04.11.22

Cinema Hindi: ***
Punto di forza: il secondo tempo, Janhvi Kapoor.
Punto debole: al di fuori della tensione, la sceneggiatura è poco robusta.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Janhvi Kapoor - Mili
* Manoj Pahwa - padre di Mili
* Sunny Kaushal - Sameer, fidanzato di Mili
* Sanjay Suri - ispettore di polizia
* Jackie Shroff - cameo

Regia: Mathukutty Xavier
Sceneggiatura: adattamento hindi di Ritesh Shah della sceneggiatura originale malayalam di Helen (2019).
Colonna sonora: A.R. Rahman
Fotografia: Sunil Karthikeyan
Montaggio: Monisha R. Baldawa
Anno: 2022

CURIOSITÀ

* Helen, accolto positivamente dalla critica, aveva vinto, fra gli altri, il National Award per la migliore opera prima, e vanta anche un remake tamil, Anbirkiniyal (2021). In progetto i remake kannada e telugu.
* Riferimenti al cinema indiano: Mr. India
* Film che trattano lo stesso tema: Trapped

GOSSIP & VELENI

* [Spoiler]:
- perché a Mili non viene subito in mente di coprirsi e crearsi un riparo?
- strano che il padre di Mili lasci andar via Sameer da solo senza pretendere di conoscerne il motivo;
- perché il poliziotto perde tempo volontariamente ben sapendo che il suo superiore lo avrebbe scoperto e considerato responsabile dell'eventuale morte di Mili?
- assurdo che entrino in mille nella cella frigorifera e nessuno porti fuori immediatamente Mili e controlli subito le sue pulsazioni; al contrario, restano tutti lì a cincischiare e a contarsela su.
* A Mumbai il coronavirus deve aver decimato soggettisti e sceneggiatori. Ad oggi, Mili è l'undicesimo remake hindi distribuito nel 2022 che ho visto. Per la cronaca: Laal Singh Chaddha e Dobaaraa sono i migliori. 

21 gennaio 2023

BLURR


Tecnicamente di buon livello - ottima fotografia -, con interpretazioni adeguate da parte di Taapsee Pannu e di Gulshan Devaiah. Purtroppo i pregi finiscono qui. Ho letto in rete la trama di Con gli occhi dell'assassino, pellicola spagnola del 2010 di cui Blurr è il remake ufficiale hindi, trama che sembrerebbe riproposta in toto nelle sue linee generali. Non conoscendone i dettagli, non so se attribuire all'originale o al remake la responsabilità di una sceneggiatura a tratti imbarazzante. L'accenno all'invisibilità sociale, tema interessante, non viene gestito con la dovuta convinzione. La regia è davvero stoica nel suo tentativo di arginare le implausibilità, in parte ci riesce anche rendendo il film una sorta di esperienza sensoriale, ma per salvare Blurr bisognava scartare senza pietà quella che appare come una prima bozza di sceneggiatura e riscriverla daccapo.

TRAMA

Gautami, musicista con problemi di vista, vive da sola in una casa isolata in un luogo dove piove incessantemente. E quando smette cala comunque una nebbia fitta a ricoprire animali, vegetali e minerali. Gautami detesta il rap, e decide di impiccarsi in soffitta (le due cose non sono collegate). All'ultimo momento ci ripensa, ma a qualcuno i ripensamenti non piacciono.

RECENSIONI

Mid-Day:
'The film is shot almost entirely within closed quarters, where the incredibly few characters live, or die. In fact, the movie is so self-contained in its spaces you stick only to its insulated story line, not once its time or place setting, let alone the society that surrounds it, or even semblance of a larger politics. (...) The camera, (...) stepping in and out of rooms, zooming in and out of characters, calls for skilful photography, to costantly create and release tension. (...) Purely as a performer, she's [Taapsee Pannu] doubtlessly in her element in a double-role. She's possibly the most thriller-happy, female lead/star we've had in Bollywood. (...) Blurr is what should qualify as a 'why-', instead of 'who-dunnit'.'
Mayank Shekhar, 07.12.22

Film Companion:
'The execution is too self-serious to realize the complexity of its themes. The movie is too preoccupied with being scary, suspenseful, stylish or clever to empathise with - or even understand - the humans within. (...) [Taapsee] Pannu's Gayatri experiences a whole lot of trauma as a person. (...) But her performance makes it hard to invest in Gayatri beyond the immediate threat to her life. (...) Blurr is all design and no instinct. (...) The perpetually jolted expression rarely conveys a broader depth. It's also awkward writing. It's often about what's happening to her within a moment, in isolation to the rest of the story; the tone is totally different in the next scene, with some sequences entirely missing transitions and chunks of exposition. (...) There is very little emotional continuity, as though the makers are only concerned with the plot rather than the mental consequences of being stalked by a psychopath. (...) This dissonance is jarring, the jump-scares are desperate, and it only goes to show that the film lacks a sense of touch despite being a giant metaphor about sensory connections. (...) The use of darkness (...) is gimmicky. (...) The world-building feels incomplete'.
Rahul Desai, 09.12.22

Cinema Hindi: ** 1/2
Punto di forza: fotografia di classe, l'impegno di Taapsee Pannu, il sempre delizioso Gulshan Devaiah, lo sforzo apprezzabile da parte della regia di tenere insieme il film.
Punto debole: trama priva di una chiara direzione, sceneggiatura traballante, personaggi minori poco incisivi.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Taapsee Pannu - Gayatri (antropologa)/Gautami (musicista), sorelle gemelle
* Gulshan Devaiah - Neel, marito di Gayatri

Regia: Ajay Bahl
Sceneggiatura: adattamento hindi di Pawan Sony e di Ajay Bahl della sceneggiatura di Con gli occhi dell'assassino (2010), di cui Blurr è il remake ufficiale.
Colonna sonora: Rishi Dutta & Shivangi Bhayana, commento musicale Ketan Sodha
Fotografia: Sudhir K. Chaudhary
Montaggio: Manish Pradhan
Anno: 2022

RASSEGNA STAMPA

* Taapsee Pannu talks about her horror thriller Blurr, Sudeshna Banerjee, The Telegraph, 26 dicembre 2022:
'Blurr is your first film as producer. What made you turn one?
I always planned to turn producer but this film did not feature in the plan. Two months after signing the film I realised I needed a bit more than just being an actor. I wanted the film to be made in and look a certain way. As an actor, you can’t really command a lot of things. So I decided to step in as a co-producer so I could actually ask for things beyond acting - right from casting to the technical departments or how the film needs to look... I asked Vishal (Rana, the producer) who had the script, to let me come on board. Once that happened, I asked him if we could ask Ajay (Bahl) sir to direct it. I had seen his Section 375 and had messaged him saying I wanted to work with him.
This is a remake of the Spanish film Julia’s Eyes. Did you watch the original?
I had seen it in 2018 when I was doing Badla, which was based on another film (The Invisible Ghost) written by him (Oriol Paulo). I was so blown away by his writing that I watched everything he had written. So when this came my way, I did not need any description and said yes.
What kind of changes were made for the Indian adaptation?
Sometimes European thrillers are too cold for Indian audiences. At a human level there is very little takeaway. So we brought in the humanness in the film where you have a certain mental condition to take back home. It’s also a human drama in addition to being a thriller. That humanness has been added in the script. There is a kind of, I wouldn’t say social commentary, but something that will make you look at society and certain people in a different way. (...)
In the scene where they [le due gemelle] are together, the opaque lens in Gautami’s eyes helped viewers distinguish the two.
Getting those lenses, which made me actually blind, really helped me perform. I tried leaving them behind for a couple of scenes, thinking VFX would take care of it later. But it was just not working. So I chose to actually go “blind”. If you’ve seen me banging into things, that is because I genuinely can’t see there. Only the parts where I am climbing up and down stairs are where I could actually see a little through my bandages so I didn’t actually trip and injure myself. Then shooting would stop (laughs). But other than that, every sequence where you see me blind or blindfolded, I actually can’t see anything. The only thing I could sense is where the light was coming from.
How disconcerting was it to shoot like that? Gautami, who lived alone in her house, had to know her way around, right?
We had shot a few sequences of Gayatri in that house before I shot Gautami. Since Gayatri was turning blind slowly, I could take the liberty of being a new blind person who just doesn’t know how to deal with this blindness. When I turned blind for Gautami, I could not be bumping into things as it is her house. I was pretty familiar with that house by then.
Could you switch on your other sensory faculties when the camera was switched on?
In between shots and takes, it was just too cumbersome to remove those lenses and that blindfold all the time, plus it is difficult to go in and out of the blind zone. So most of the time, I kept the lenses on so I could get used to them. It was very uncomfortable at the start. You get anxious and impatient that you cannot use your eyes suddenly. But that heightened my other senses. I feel I started listening more and thinking in a more balanced way. My mental focus became sharper.
You were having to react to even wind or sound. Were those provided to you as cue?
Since I was not so used to being blind, certain things I needed a cue on. So I needed someone behind the camera to tell me that at this moment, someone passed. But for the wind, I had to react to myself because I could feel it on my body. Also there are a few sequences using things other than sound, where we wanted the audience to experience even visually. When I lose my eyes, you don’t see either on the screen. We wanted the audience to get into the world where the protagonist, through whom you are watching the film, sees what you see, but when she does not you also do not. That was an experiential-level writing.
You screened the film for a visually-challenged audience. How did that go?
I was not prepared for that kind of response. We opened it first to them. I reached there not knowing how they would respond as I am not clear how they understand a film without watching it. There is an audio description for the visually challenged. But we are so used to visualising a film that I don’t know how they process it. It was crazier than a singlescreen audience response. They were screaming, shouting, cheering... (...) The questions they put were so nuanced. They even asked me about the software on my phone that I used! I was in tears by the end of it'.

CURIOSITÀ

* Blurr segna il debutto di Taapsee Pannu nel ruolo di produttrice.
* Riferimenti al cinema indiano: Kishore Kumar

18 gennaio 2023

HIT THE FIRST CASE


HIT The first case è un film in lingua telugu distribuito nel 2020. Ai tempi l'avevo visto, ho ricordi un po' confusi, però lo avevo incluso nell'interminabile lista dei titoli da recensire (non vivrò abbastanza), e ciò significa che non mi era del tutto dispiaciuto.
Questa pellicola è il remake ufficiale hindi diretto dallo stesso regista. Rajkummar Rao regala un'interpretazione da manuale in un ruolo forse inedito per lui. Il suo Vikram è preciso e vulnerabile, tormentato da ricordi tragici e da stress post traumatico. Il problema è che è l'unico personaggio approfondito dalla sceneggiatura. Gli altri sono solo di contorno. Il peggiore è l'assassino, le cui motivazioni, diverse da quelle più plausibili narrate nell'originale telugu, qui suonano fumose e ridicole. 

Nel complesso il film si lascia guardare, eppure qualcosa non funziona. Il ritmo è sostenuto ma la narrazione non abbastanza fluida. Temo sia la regia, non la sceneggiatura, l'anello debole della pellicola. Alcune sequenze sono girate in modo piatto per non dire dilettantesco. Alcuni dettagli sono innestati nella trama con scarsa naturalezza, allo scopo di mostrare un progressismo superficiale e non interiorizzato. Le interpretazioni del cast di supporto sono spente - Dalip Tahil escluso. Per fortuna Rao è quasi onnipresente, e il suo talento salva un film che intriga anche se non affascina.

TRAMA

Vikram è uno stimato agente della squadra omicidi (Homicide Intervention Team) di Jaipur. Purtroppo soffre di una forma seria di disturbo da stress post traumatico che gli causa problemi cardiaci. La psicologa della polizia minaccia di informarne i superiori. Vikram si convince a concedersi una vacanza, durante la quale, però, la sua fidanzata Neha, agente della scientifica, viene rapita.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Vikram ascolta Billie Holiday. In vinile, signori, in vinile.

RECENSIONI

Film Companion:
'The (...) inspector is so terse that the film he occupies (...) looks like a six-episode crime series streaming at 2.5x speed on an OTT platform. There are no pauses in HIT The first case - not between action and reaction, motion and emotion, idea and execution, question and answer, love and loss. Characters speak like they're memorising lines: robotic, brisk, unfeeling. (...) Most police procedurals take too long to come to the point. But HIT hurtles towards the end of every scene in such a tearing hurry that it overshoots the point, reaches outer space and makes the final twist of a whodunit look like a speck of campy nothingness. The style is the film's (literal) reading of pace and tension. If a narrative isn't compact enough, just remove the transitions. (...) Maybe it's designed to make the viewer feel like the cop chasing clues - costantly one step behind. (...) Once you get past this no-nonsense treatment (you must likely won't), HIT is still incredibly strange. (...) The intent is to show a man evolving during the course of the case. But very little of this actually comes through. (...) Vikram's wokeness is window dressing for a premise that collapses into its own regressive black hole. His deadpan dialogue delivery - which has more to do with the film's physical speed than the character's mental numbness - does a disservice to Rajkummar Rao, who looks like he's aching to have at least one non-scowling moment. Or at least one scene where the camera just lingers on him for more than two seconds. Rao is good enough to frame the film's constraints as Vikram's brooding persona, but there's only so much he can do before the writing outruns its own characters'.
Rahul Desai, 15.07.22

Rediff: ***
'Rajkummar Rao can make anybody look inadequate around him. It’s this inexplicable power he wields on screen that jumps out extra in roles of complexity and authority. I found this mesmeric attribute of his artistry at peak power in HIT The First Case'.
Sukanya Verma, 15.07.22

Cinema Hindi: *** (sono stata un po' generosa, plagiata dal fascino di Rajkummar Rao)
Punto di forza: Rajkummar Rao
Punto debole: parzialmente la regia e la sceneggiatura, il finale, il personaggio di Sheela meritava un approfondimento (o una migliore definizione).

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Rajkummar Rao - Vikram, poliziotto
* Akhil Iyer - Rohit, poliziotto e amico di Vikram
* Sanya Malhotra - Neha, agente della scientifica, fidanzata di Vikram
* Dalip Tahil - Ajit, superiore di Vikram
* Shilpa Shukla - Sheela, sospettata

Sceneggiatura e regia: Sailesh Kolanu
Colonna sonora: Mithoon, Manan Bhardwaj
Fotografia: S. Manikandan
Montaggio: Garry BH
Anno: 2022

CURIOSITÀ

* Il film telugu HIT The second case, sempre scritto e diretto da Sailesh Kolanu, è stato distribuito nel dicembre 2022 e ha conseguito un lusinghiero successo al botteghino. Non è un sequel, e costituisce il secondo titolo del cosiddetto Hitverse.
* Riferimenti all'Italia: Neha possiede un frigorifero SMEG.

GOSSIP & VELENI

* Non ho capito bene il motivo del litigio dei tutori di Preeti col poliziotto. [Spoiler] Vikram che riconosce il meccanico dalla foto sfocatissima sfiora la fantascienza.

08 gennaio 2023

FREDDY


A dispetto delle ingenuità e degli stereotipi, ho seguito le vicende narrate in Freddy con un certo interesse. Nulla di nuovo, tutto già visto, sia nel cinema occidentale che in quello indiano, eppure la pellicola cattura l'attenzione. Sarà per la fotografia accurata. Sarà per la regia innamorata della sua storia e dei suoi personaggi. Sarà il modo sinuoso in cui viene condotta la trama. Sarà soprattutto per le sorprendenti interpretazioni dei due attori principali. Alaya F., al suo secondo film, si rivela eclettica, convincente, matura e sicura di sè. Kartik Aaryan mi ha molto colpita. A tratti mi ha preso alla gola. L'attore ha lavorato a dovere per entrare nel ruolo, e l'impegno profuso ha prodotto frutti sbalorditivi. Non gli ho tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo. Non mi sono persa neanche la minima inflessione di voce. Se qualche aspetto del suo Freddy è sopra le righe, la responsabilità è da attribuire alla sceneggiatura, non a Kartik. Se in qualche breve sequenza la performance appare fuori fuoco, la responsabilità è da attribuire alla regia, non a Kartik. L'attore esce assolutamente a testa alta.

Il rischio è che si provi empatia per Freddy, e non sarebbe giusto, dal momento che entrambi i protagonisti non la meritano. Freddy racconta una storia buia, malsana. I personaggi vivono intrappolati in esistenze fatte di abusi, subiti e inflitti. Provano in maniera sbagliata a liberarsi dalla prigionia, e finiscono col precipitare ancora più in basso. Non esiste senso morale. Non esiste rispetto. Solo una tragica involuzione, dettata da manipolazione e vendetta cieca. 
Freddy non è la pellicola dell'anno, ma almeno ha carattere. Non è un remake, non è un sequel. Niente sermoni. Il protagonista è l'eroe negativo - il più negativo. La trama scivola via liscia, senza figure secondarie forzatamente coinvolte, senza complicazioni superflue. La tensione non viene indotta dall'esterno e cresce in modo abbastanza spontaneo. Di questi tempi è già molto.

TRAMA

Freddy è un dentista timido e solitario. Kainaaz una giovane sposa vittima di violenza domestica. Entrambi desiderano cambiare le loro vite. Freddy vorrebbe farlo insieme a Kainaaz. Ma la ragazza ha un altro piano in mente.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* La sequenza di apertura. In pochi minuti, la personalità di Freddy viene tratteggiata a meraviglia.

RECENSIONI

Film Companion:
'Freddy is socially awkward, stunted, creepy, needy, tone-deaf and a bit of a lunatic. And that's just the film. Its protagonist is worse. He's an... introvert. Which, in the grand tradition of mainstream cinema, implies that he's cuckoo and the world is to blame for this. Victim of circumstances. Tragic past. Mean society. Bad dates. You get the gist. (...) The movie often becomes an unintentional parody of itself. Everyone and everything is a caricature. Including the setting - a performative MTV version of Mumbai's Parsi community, whose idiosyncrasies are milked to the point of slander. (...) It's almost as if the makers dipped into a treasure chest of comic-book cliches and went with the cheapest ones'.
Rahul Desai, 02.12.22

Cinema Hindi: ***
Punto di forza: Kartik Aaryan (****), Alaya F., narrazione scaltra, confezione seducente. 
Punto debole: trama poco originale, il personaggio di Freddy a tratti funziona e a tratti rimane impigliato in stereotipi, le azioni criminose sembrano non implicare alcuna conseguenza (la polizia dorme?).

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Kartik Aaryan - Freddy, dentista
* Alaya F. - Kainaaz
* Karan Pandit - Raymond, cuoco

Regia: Shashanka Ghosh
Sceneggiatura: Parveez Shaikh
Colonna sonora: Pritam. Non male il brano Kaala Jaadu che accompagna i titoli di coda.
Fotografia: Ayananka Bose
Montaggio: Chandan Arora
Anno: 2022

CURIOSITÀ

* Freddy è prodotto da Ekta Kapoor.
* Film che trattano lo stesso tema: Jism.

GOSSIP & VELENI

* Kabir Bedi è il nonno materno di Alaya F.
* [Spoiler] Perché Kainaaz, tipetto sveglio e combattivo, non reagisce quando Freddy la slega per la sequenza col violoncello?

05 gennaio 2023

CUTTPUTLLI


Il primo tempo, pur con qualche passo falso, è piuttosto avvincente. In seguito la sceneggiatura si smaglia al punto tale da sembrare frutto dello sforzo creativo di un adolescente appassionato di thriller: ti viene in mente un'idea interessante, ma non sei in grado di svilupparla con la dovuta maturità e professionalità. Il retroscena che coinvolge l'eroe negativo è narrato in modo agghiacciante. Cuttputlli è il remake hindi di Ratsasan, film tamil del 2018. Ne ho letto la trama in rete, trama per tre quarti riproposta da Cuttputlli tranne per quel che riguarda appunto la presentazione del serial killer - sulla carta, appare meglio gestita nell'originale tamil.
Akshay Kumar offre un'interpretazione misurata; il suo personaggio, mal definito, non meritava tanta diligenza. La regia, invece di limitare i danni della sceneggiatura, ci mette del suo ad amplificarli. La velocità con cui vengono archiviati i traumi delle ragazzine abusate, gli efferati omicidi e il dolore dei familiari, è imbarazzante. Mi correggo: non è la rapidità il problema, bensì la superficialità e l'imperdonabile grossolanità del trattamento. 

TRAMA

Arjan abbandona il sogno di realizzare un film su un serial killer ed entra in polizia. Prende servizio in una località montuosa nell'Himachal Pradesh, nella stessa stazione dove è assegnato il cognato. Nella zona due giovani studentesse vengono barbaramente assassinate. Arjan si trova a dover affrontare nella realtà una tragedia che sino ad allora aveva solamente immaginato.

RECENSIONI

Rediff: **
'Akshay delivers a relaxed, restrained act. Too bad there's little else to hold on to in this flimsily written thriller. (...) An absolutely absurd climax and super amateurish execution'.
Sukanya Verma, 02.09.22

Galatta:
'As the chase for the serial killer begins, Cuttputlli becomes generically watchable. No nails are going to be bitten to shreds. But at least, the crimes involving schoolgirls are gruesome enough that we want the perpetrator caught. In other words, we root for Arjan [il protagonista] and that's half the battle won. But how you wish they'd taken more care of the details'.
Baradwaj Rangan

Cinema Hindi: **
Punto di forza: Akshay Kumar, l'assenza di sermoni.
Punto debole: sceneggiatura e regia.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Akshay Kumar - Arjan, poliziotto
* Rakul Preet Singh - Divya, insegnante di inglese

Regia: Ranjit M. Tewari
Sceneggiatura: adattamento hindi di Aseem Arora della sceneggiatura del film tamil Ratsasan (2018).
Colonna sonora: Tanishk Bagchi, Dr Zeus, Aditya Dev
Fotografia: Rajeev Ravi
Montaggio: Chandan Arora
Traduzione del titolo: puppet
Anno: 2022

03 gennaio 2023

GOVINDA NAAM MERA


Incrocio non pienamente riuscito fra commedia classica e black comedy. La commedia è a tratti chiassosa; la black comedy rimane impigliata in un nugolo di eventi secondari che, presi singolarmente, avrebbero senso, ma nell'insieme risultano ridondanti. Il finale è mal gestito.
Intendiamoci: Govinda Naam Mera è la scelta giusta per una serata spensierata. È divertente, ricco di colpi di scena, scanzonato. La sceneggiatura è affollata - anche di personaggi - e di sicuro non annoia. La regia tiene il ritmo, la colonna sonora è perfetta per il clima vacanziero, le interpretazioni di Vicky Kaushal e di Bhumi Pednekar sono buffe e azzeccate. Ma c'è un po' troppo di tutto, la narrazione è talvolta maldestra, le coreografie poco originali (i due protagonisti sono ballerini aspiranti coreografi), i personaggi poco interessanti. Suku è la figura delineata peggio, e mortifica la performance di Kiara Advani: solo in brevi sequenze viene concessa all'attrice l'opportunità di dimostrare il proprio valore. 

TRAMA

Govinda è un ballerino aspirante coreografo deluso dal lavoro e schiacciato da una madre tossica, da una moglie prepotente, e da un'amante insoddisfatta. Fra cause legali, scaramucce con la governante, pestaggi (subiti), la marcia trionfale della sua sfiga non conosce battute d'arresto. Ad un certo punto, però, a Govinda proprio girano di brutto, ed ecco che il nostro sfortunato eroe architetta un piano per prendersi una bella rivincita. Quando ci vuole, ci vuole.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* La scoppiettante scaramuccia fra Govinda e Manju. Battute mitragliate, movimenti rapidi dei personaggi, sottotitoli a cascata: rimane solo da chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie e provare a riprendere fiato.

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

* Agghiacciante (e inutile) la manfrina della paralisi. Sono solidale con l'attrice.

RECENSIONI

Film Companion:
'In spite of an excellent cast and a story that includes everything, (...) Govinda Naam Mera feels boring. (...) Through the over wrought but lazy writing, [Shashank] Khaitan attempts an ode to the madcap comedies of the Nineties, particularly those starring Govinda. Unfortunately, being stupid in an entertaining way requires more skill and smarts than this film possesses. (...) All we get is a messy jumble of half-baked ideas. (...) Silly, escapist fun would have been perfect for a streaming feature (particularly at this time of year), but GNM is too laboured to be entertaining. The script is also riddled with outdated clichés'.
Deepanjana Pal, 16.12.22

Cinema Hindi: *** (sono stata generosa)
Punto di forza: il clima allegro generale, i dialoghi, Bhumi Pednekar.
Punto debole: il personaggio di Asha, sceneggiatura non brutta ma un po' tortuosa, il finale.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Vicky Kaushal - Govinda, ballerino aspirante coreografo
* Kiara Advani - Suku, ballerina aspirante coreografa
* Bhumi Pednekar - Gauri, moglie di Govinda
* Renuka Shahane - Asha, ex-ballerina, madre di Govinda
* Trupti Khamkar - Manju, collaboratrice domestica di Gauri e Govinda
* Amey Wagh - Kaustubh, avvocato di Govinda e Asha
* Ranbir Kapoor (cameo) - se stesso
* Ganesh Acharya (cameo) - se stesso
* Shashank Khaitan (cameo) - Anand, agente immobiliare

Sceneggiatura e regia: Shashank Khaitan
Colonna sonora: Meet Bros, Tanishk Bagchi, B Praak, Sachin-Jigar, Rochak Kohli. Il festoso commento musicale è di John Stewart Eduri. La colonna sonora nel complesso è piacevole. Segnalo il brano Bijli (Sachin-Jigar).
Coreografia: Ganesh Acharya, Tushar Kalia
Fotografia: Vidushi Tiwari
Montaggio: Charu Shree Roy
Traduzione del titolo: Govinda è il mio nome
Anno: 2022

CURIOSITÀ

* Riferimenti al cinema indiano: Ranveer Singh, Hrithik Roshan, Tiger Shroff, Bang Bang!, Kajra Re.

GOSSIP & VELENI

* Perché inizialmente la polizia collabora con il gangster e poi lo arresta? Boh. Perché Gauri stipula un'assicurazione a favore di Govinda? Doppio boh.