E così ho scoperto che i film a tema sportivo mi annoiano. Tanto quanto guardarlo, lo sport (farlo però mi annoia di più). Il finale è sempre lo stesso - e va bene: dopo tutto quel sudare, non vogliamo farlo vincere, il nostro eroe? Disgraziatamente anche la trama è sempre la stessa. La vita personale dei campioni dev'essere molto prevedibile, a giudicare dalla storie narrate al cinema.
Jersey parla di cricket - sport dalle regole a me oscure -, in anni in cui l'Indian Premier League non esisteva e gli ingaggi dei professionisti non erano ancora stellari. La sceneggiatura, di qualità discreta, concede ampio spazio al rapporto padre-figlio, ma è la relazione giocatore-allenatore ad offrire spunti inediti. I dialoghi sono accettabili; alcune sequenze meritavano battute più articolate che avrebbero conferito uno spessore maggiore alla pellicola. I personaggi principali, scritti con ponderazione, sembrano poco naturali e si avverte lo sforzo profuso nel renderli reali - con l'eccezione dell'indovinatissima figura dell'allenatore. Shahid Kapoor non delude mai, le scene condivise con il padre Pankaj sono un regalo delizioso. L'interpretazione di Pankaj Kapur è correttamente sottotono.
In un aspetto però Jersey si distingue dai film a tema sportivo: la vena malinconica che aleggia lungo tutta la narrazione e che sostituisce la consueta esaltazione tipica del genere. Una nota di tristezza che caratterizza i personaggi (e le loro relazioni). Un'insoddisfazione cronica, un senso di sconfitta che li condanna ad un destino mesto, privo di ambizioni e di aspettative.
TRAMA
Arjun è un giovane giocatore di cricket dal talento mostruoso. Sostenuto dall'incoraggiamento e dall'affetto del suo allenatore, aspira alla nazionale, ma viene scartato due volte. Arjun abbandona la carriera sportiva e si concentra sulla famiglia. Kittu, il suo adorabile bambino, desidera la maglia ufficiale della nazionale per il compleanno. Peccato sia troppo costosa.
RECENSIONI
Film Companion:
'The last five minutes of Jersey (...) are glorious to watch. They make us emotional, nostalgic even. But in the larger scheme of things, those five minutes - featuring a twist - are a patch-up job. (...) They lend the previous 169 minutes a deceptive sense of depth and emotional identity. Which is ironic, because those 169 minutes were in fact shaped by the right ideas. (...) Arjun is a genius with the bat, so the writing struggles to trust in his struggle. As a result, instead of committing to the difficult tale of a drifter with questions over his temperament, Jersey, with those last five minutes, provides answers that neutralize his journey in hindsight. (...) Arjun is so naturally morose and unlikable the film does not expect the viewers to buy his comeback. So those last five minutes are designed to humanize his journey. (...) Pankaj Kapur (...) has a limited role. But he so beautifully modulates his voice and body language across the three timelines between 1986 and 2021 - especially in those final shots - that it was hard not to imagine a better film about an assistant coach hoping to redeem himself through his maverick protege. (...) The narrative foundation is strong. Arjun's glory years are set in 1980s domestic cricket. His bleak years are set a decade later, in 1996, which is a useful era to set an emotion-driven cricket film in. For one, the financial pain is real. (...) A lot of Vidya's [moglie di Arjun] attitude towards Arjun feels too written. (...) Jersey has a few nice moments. (...) But these little details are the exception rather than the norm. I didn't quite buy Shahid Kapoor as Arjun. (...) He has the right lines and, at times, the brooding rage. But his roles as a father, a friend, a student and a husband are too clean-cut: compartmentalizing emotions is not the same as compartmentalizing a performance. I want to say the cricket is filmed and choreographed well. It is, to an extent. But with the second half (...) there is no human aspect to Arjun's batting - he barely sweats, (...) has no weaknesses, and wins matches for his team single-handedly. (...) His batting makes the sport look too easy... almost boring. (...) The robotic man-on-mission vibe wears off within a match or two. (...) Just as people expect more from their cricketers every subsequent year, audiences expect more from movies about cricket'.
Rahul Desai, 22.04.22
Cinema Hindi: ***
Punto di forza: la malinconia, l'impeccabile personaggio dell'allenatore.
Punto debole: la prevedibilità, la mancanza di misura nella rappresentazione del talento sportivo di Arjun.
SCHEDA DEL FILM
Cast:
* Shahid Kapoor - Arjun, giocatore di cricket
* Mrunal Thakur - Vidya, moglie di Arjun
* Pankaj Kapur - allenatore di Arjun
* Ronit Kamra - Kittu (bambino), figlio di Vidya e Arjun
Sceneggiatura e regia: Gowtam Tinnanuri
Colonna sonora: Sachet-Parampara. Commento musicale di Anirudh Ravichander.
Anno: 2022
CURIOSITÀ
* Jersey è il remake ufficiale hindi dell'omonima pellicola telugu del 2019 - vincitrice del National Award per il miglior film telugu -, scritta e diretta dallo stesso regista, interpretata da Nani.
* Riferimenti al cinema indiano: Rajesh Khanna, Anand.
* Film che trattano lo stesso tema: negli ultimi anni, il numero delle pellicole indiane a tema sportivo si è moltiplicato vertiginosamente. Le mie preferite rimangono Iqbal (cricket) e Chak De! India (hockey femminile). Fra le più recenti, Sarpatta Parambarai (boxe, tamil, 2021) è piuttosto interessante.
Nessun commento:
Posta un commento