09 luglio 2011

SHAITAN


Finita da un pezzo l'epoca di Dil to pagal hai (citato con scherno da uno dei personaggi di Shaitan), quando sullo schermo gli incontri erano scritti dal destino e ci si innamorava allegri a ritmo di musica, ecco la generazione del nuovo millennio secondo Bejoy Nambiar. I ragazzi, vestiti abercrombie&fitch, più che in coppia stanno in branco e sono soli anche quando sono in gruppo. A loro non manca  niente eppure sono privi di tutto, disperatamente vacui.

TRAMA

Amy (Kalki Koechlin) si è appena trasferita da Los Angeles a Mumbai con il padre e la matrigna. Traumatizzata dalla perdita della madre, avvenuta in circostanze tragiche, si unisce ad un gruppo di ragazzi, Dash (Shiv Pandit), Zubin (Neil Bhoopalam), KC (Gulshan Devaiya) e Tanya (Kirti Kulhari), in una vita disordinata e disimpegnata, tra droga e alcol. Durante una delle loro scorribande notturne investono uno scooter uccidendo due persone. Il gruppo si allonta immediatamente dal luogo dell'incidente, ma fuggire le proprie responsabilità non sarà così semplice.

RECENSIONI

The Times of India ***1/2
Shaitan non è il solito film giovanilistico bollywoodiano che dipinge la vita in rosa. Al contrario, mostra il lato sordido di una sottocultura giovanile metropolitana e sregolata. Salutate l'ingresso in scena della versione desi di Mickey e Mallory (gli Assassini nati di Oliver Stone). I protagonisti di Shaitan sono inquietanti, e camminano sul filo del rasoio, fra lucidità e follia. Tutto il cast è impeccabile. Rajeev Khandelwal conferma (dopo Aamir) di possedere una grande presenza scenica. Ma Shaitan appartiene essenzialmente al regista esordiente Bijoy Nambiar, un tipo che ci mette un po' a scaldarsi... e poi nessuno lo ferma più.
Nikhat Kazmi, 09.06.11
Recensione integrale.

Hindustan Times ***
Shaitan si ispira a quella new wave popolare e controculturale che alla fine degli anni novanta definì il cinema indipendente, prima in Gran Bretagna (Trainspotting), e poi in America (Tarantino). E quell'estetica è il solo contesto di Shaitan. Il risultato è forse parzialmente pretenzioso, ma rimane in larga parte soddisfacente. Le storie dei protagonisti documentano un viaggio impregnato di annoiato edonismo e di rabbia intensa (ma contro cosa?).
Mayank Shekhar, 10.06.11
Recensione integrale.

Diana ***1/2
Finito di vedere Shaitan quello che rimane più di tutto è la potenza delle immagini. Bejoy Nambiar è  un esordiente ma gira benissimo. Le inquadrature sono interessanti e stilose, le musiche  catturano e la bravura del cast fa il resto. Questi giovani, annoiati, superficiali, irresponsabili, che si sentono invincibili in un delirio di onnipotenza ed impunibilità puerile, sono raccontati con grande bravura. Sembrano divertenti e cool invece si dimostrano inetti, inconsistenti ed incapaci di affrontare le conseguenze delle loro azioni. Amy è la protagonista, il personaggio più tondo, di cui si comprendono motivazioni e background ma è buona anche la storia parallela di Arvind Mathur.
E' questo il cinema in lingua Hindi più moderno.

Il bello:
-  Kalki Koechlin. Strepitosa già al suo debutto in Dev D, conferma le sue doti espressive. Minuta, un viso che tradisce le origini europee (i genitori sono francesi), è in grado di passare con facilità sia per un adolescente efebico che per una donna raffinata e sexy. Questa ragazza ha una gran faccia, buca lo schermo ed è solo all'inizio!
- E' un vero piacere ritrovare Rajeev Khandelwal, il volto di Aamir, e Rajat Barmecha, il protagonista dello splendido Udaan.
- Alcune scene di grande impatto come quelle che scorrono sulle note di Khoya Khoya Chand, il remix di un brano tratto da un film del 1960, Kala Bazaar, prodotto ed interpretato da Dev Anand. Guarda il video.

Il brutto:
- La domanda è di quelle che si facevano già i filosofi dell'antica Grecia: qual è la natura dell'uomo? In questo caso, più precisamente: quanto c'è di "maligno", di oscuro in ognuno di noi?
Ancora più interessante: che cosa si arriva a fare in determinate circostanze, con le  spalle al muro, o spinti dal precipitare degli eventi, per la propria sopravvivenza?
William Golding nel suo Il signore delle mosche, per esempio, risponde nettamente e in modo sconfortante.
Il problema è che  i ragazzi di Bejoy Nambiar non sono in un vicolo cieco ma fanno delle scelte libere e, più di una volta, fin troppo sciocche, oltre che criminali. La spirale negativa di eventi drammatici in cui rimangono coinvolti  non è inesorabile come si vorrebbe far credere. E' una finzione che assecondiamo perchè il film è buono e perchè, come affermato dal regista stesso, "the attempt is not to preach, nor to prove a point; it is to push the boundaries, reinvent the rules and to ENTERTAIN". E allora DIVERTIAMOCI.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Amy - Kalki Koechlin
Dash - Shiv Pandit
Zubin - Neil Bhoopalam
KC - Gulshan Devaiya
Tanya - Kirti Kulhari
L'ispettore Arvind Mathur - Rajeev Khandelwal
Il padre di Amy - Rajit Kapoor
Nandini - Sheetal Menon

Storia di Megha Ramaswamy e Bejoy Nambiar

Regia di Bejoy Nambiar

Produzione Anurag Kashyap, Sunil Bohra, Guneet Monga e Meraj Shaikh

Musiche di Prashant Pillai, Amar Mohile, Ranjit Barot e Anupam Roy

Distribuzione Viacom 18 Motion Pictures e Gateway Films

Anno: 2011

CURIOSITA'

- Kalki e Anurag, innamorati dal 2009, si sono sposati lo scorso 30 aprile.
Per saperne di più clicca qui.

- Anurag Kashyap, ad ogni intervista, sottolinea che la scelta di scritturare Kalki Koechlin è precedente al suo coinvolgimento come produttore del film. Pare che Kalki sia stata contattata subito, ma, poichè la sceneggiatura giaceva in un cassetto da due anni per mancanza di finanziamenti, Anurag si è deciso a partecipare al progetto.

- Shaitan è il debutto alla regia di Bejoy Nambiar che, però, aveva già affiancato niente meno che Mani Ratnam in Guru.

Il sito ufficiale del film.

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