19 dicembre 2022

RAM SETU


Parliamo di Akshay Kumar: ama l'Italia, fisicamente invecchia benissimo, come attore con gli anni è diventato più spontaneo ed ha imparato a gestire meglio il suo particolare timbro di voce. Dal 2014, ha interpretato ruoli da protagonista in circa 25 film - ne ho visti i due terzi. Baby (2015) e Jolly LL.B 2 (2017) sono i prodotti migliori. Rustom (2016), Gold (2018), Mission Mangal (2019) e Good Newwz (2019) si guardano con piacere. Nel debole Bachchan Pandey (2022) Akki è a dir poco strepitoso. 
Kumar è considerato il testimonial hindi dell'ideologia dominante, e in effetti non perde occasione per dimostrarlo. Le bollette e le rette scolastiche vanno pagate, e garantire alla famiglia uno stile di vita da vip costa un botto. Akshay è salito sul carro del vincitore per poter continuare a recitare - comprensibile -, e forse anche per rubare la scena al trio regale dei (musulmani) Khan. Però, inaspettatamente, nessuna delle sue pellicole è presente nelle prime quaranta posizioni del botteghino indiano (in 2.0 Akki è l'antagonista, non il protagonista), e anzi, diversi titoli si sono rivelati insuccessi clamorosi. È il caso di Ram Setu, distribuito in occasione del diwali (insieme a Thank God, con Ajay Devgan).

Questa lunga premessa per giustificare la sorpresa del critico di Film Companion (e mia) durante i primi trenta minuti di RS. Kumar è affascinante nel ruolo di uno stropicciato archeologo - udite udite - ateo convinto. Battute speziate, amicizia con - udite udite - simpatici scienziati pachistani e afgani e rispetto per le loro istituzioni governative. Abhishek Sharma sembrava essere tornato il regista del delizioso titolo d'esordio, il dissacrante Tere Bin Laden. Ma, conoscendo Akki, mi aspettavo la fregatura, che puntualmente è arrivata.
Fermo restando il diritto di ogni parte politica e di ogni credo religioso di produrre i propri film, fermo restando anche il diritto di propagandare le proprie idee o fedi, due cose: non è necessario denigrare chi non la pensa come te; il cinema è una forma d'arte, perciò dev'essere ben fatto.
RS poteva limitarsi ad offrire una gradevole storia avventurosa per ragazzi. Pazienza per gli effetti speciali non sempre accurati. Sarebbe risultato più onesto e leggero. Perché gravarlo di conflitti non necessari (ateismo contro religione), peraltro trattati in modo grossolano per non dire infantile. Perché asfissiarci con la manfrina del processo e puntare il dito contro il governo precedente (la vicenda è ambientata nel 2007).
Jacqueline Fernandez si sforza di entrare nel ruolo, ma le acconciature e il trucco sempre perfetti stonano con le situazioni che il suo personaggio affronta. Nushrratt Bharuccha mi convince anche quando, come in RS, le tocca una parte agghiacciante. Satyadev Kancharana è una gradevolissima scoperta. Dove si nascondeva? Almeno RS ha il merito di averlo introdotto ad un pubblico più ampio.

TRAMA

Aryan è un archeologo indiano che collabora al progetto internazionale di restauro delle colossali statue di Buddha del distretto afgano di Bamyan, statue distrutte dai talebani. Al suo rientro a Delhi, viene nominato direttore aggiunto dell'Archaeological Survey of India. Il suo primo incarico è quello di certificare la creazione naturale - e non per opera umana - del Ram Setu, sottile lingua di terra che collega l'India allo Sri Lanka. La certificazione è richiesta dal governo per dare corso al Sethusamudram Shipping Canal Project, che si propone di creare un canale artificiale che consenta il passaggio delle imbarcazioni attraverso il Ram Setu, considerato sacro dai devoti hindu. Per Aryan cominciano i guai.

RECENSIONI

Film Companion:
'For the first 30 minutes of Ram Setu, Akshay Kumar plays a shockingly sensible character. In fact, the film itself looks reasonable. (...) In a saner decade, a character like Aryan [il protagonista] might have been an underdog hero - someone who bravely exposes the fault lines between Indian history and Hindu mythology, between truth and literature. (...) In this post-truth age of Hindi cinema, however, responsibility is a man-made myth that connects art to politics. Today, it's not the nation that needs to be saved; it's the saviour. It's not the world that must transform; it's the movie hero. (...) Fortunately, Ram Setu is too shabby to be problematic. Its craft is worse than its ideology. (...) Of the performances, the crocodile isn't too bad; it moves with rawness and elegance, doing a fine job of pretending to not sense the sneaky humans behind [Rahul al suo meglio, LO AMO]'.
Rahul Desai, 25.10.22

Cinema Hindi: * 1/2
Punto di forza: la parte iniziale, Satyadev Kancharana.
Punto debole: sceneggiatura immatura, il sermone finale di Aryan, retorica, propaganda, eccetera eccetera. 

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Akshay Kumar - Aryan, archeologo
* Jacqueline Fernandez - Sandra, ecologa
* Nushrratt Bharuccha - Gayatri, moglie di Aryan
* Satyadev Kancharana - AP, guida

Regia e sceneggiatura: Abhishek Sharma
Colonna sonora: Ajay-Atul, Vikram Montrose, Ved Sharma, Dr. Zeus.
Coreografia: Ganesh Acharya
Fotografia: Aseem Mishra
Montaggio: Rameshwar S. Bhagat
Anno: 2022

CURIOSITÀ

* Il Sethusamudram Shipping Canal Project è attualmente in stallo. Oltre agli integralisti hindu, anche gli ambientalisti si oppongono al progetto.
* Riferimenti al cinema indiano: Chiranjeevi.

GOSSIP & VELENI

* Sembra incredibile, ma l'ateismo è presente anche in un Paese a così alto tasso di spiritualità come l'India. Nell'ambiente del cinema, Ram Gopal Varma è l'ateo più famoso, l'unico abbastanza coraggioso o incosciente da qualificarsi pubblicamente come tale.

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