16 dicembre 2014

QISSA : THE TALE OF A LONELY GHOST



Un film suggestivo sotto tanti aspetti, interpretazioni fantastiche e odore di capolavoro. Un’opera caratterizzata da un andamento emotivo fluttuante, in cui la cruda realtà e il soprannaturale si uniscono, che scava ancora più a fondo nella mente se la si vede in una sala cinematografica, dalla quale non si può evadere senza uscire o concedersi delle pause come a casa propria. Qissa acquista una maggiore forza narrativa in un ambiente in cui sono solo il buio e le immagini a raccontare un diario amaro di oppressioni, bugie e disincanto impresso su celluloide con straordinaria passione.


TRAMA
Umber Singh (Irrfan Khan) ha dovuto abbandonare la sua terra e la sua casa dopo la partizione, è padre di tre figlie ma è ossessionato dal desiderio di avere un figlio, un pensiero che lo tormenta nonostante sia riuscito nel corso degli anni a costruirsi una nuova vita. Nel momento in cui la moglie (Tisca Chopra) da alla luce la quarta bambina, Umber decide di nascondere alla società il sesso della neonata crescendola come se fosse un maschio. Gli anni passano e Kanwar (Tillotama Shome) diviene adolescente continuando ad ignorare di essere nata donna, i problemi insorgono in seguito al suo matrimonio con Neeli (Rasika Dugal) una ragazza nomade che ancora non conosce la vera identità della persona che ha sposato.


Il regista Anup Singh ha dovuto attendere ben dodici anni per veder realizzato questo suo progetto, la lunga ricerca di un produttore e la volontà di non cedere a compromessi (né sui contenuti né sulla scelta della lingua punjabi) hanno messo più volte a rischio il destino di questo film.  E’ la storia di  un'identità distrutta e quella di un'identità negata, un racconto velato di mistero in cui tutto gira intorno a una data: il 1947.  La partizione è il trauma dal quale si avvia la storia di Umber Singh, un uomo che cerca di riprendersi in maniera forzata la sua felicità, e per fare ciò alimenta quotidianamente una menzogna, una bugia che lo appaga ma al tempo stesso lo tormenta e da padre e protettore della famiglia lo trasforma in un essere brutale.
Al termine della visione il film lascia l’amaro in bocca e una marea di punti interrogativi, le scene finali continuano a seguire lo spettatore fino a casa, senza svelare o smentire nulla, aprendo varie piste all’immaginazione. Ed è proprio questo il valore aggiunto, la caratteristica che rende questa pellicola indimenticabile e profondamente diversa.
La frase che completa il titolo, A tale of a lonely ghost, è composta da tre parole chiave: Tale/racconto, invita a sospendere la ragione per lasciar spazio all’irrazionale. Lonely/solo, la solitudine di Umber con i suoi ricordi e di Kanwar isolata nella sua stessa casa. E poi ghost/fantasma, o meglio innumerevoli fantasmi che piano piano si incontrano nel film, la partizione, il passato che non si può recuperare, l’identità confusa della protagonista, i morti e il sangue versato.  E non a caso il film si apre proprio con l’immagine di Umber Singh che trascina sulle spalle un cadavere. Il corpo gettato nel pozzo per intossicare le acque di coloro che occuperanno la sua casa dopo la partizione finisce per avvelenare a distanza anche la sua famiglia che crede di essersi messa in salvo aldilà del fiume.
Qissa è una creazione multistrato, è davvero difficile poter cogliere tanti dettagli con una sola visione. Il finale resta aperto a molteplici interpretazioni, sulle quali si potrebbe conversare per giornate intere, e allo stesso modo non viene rivelata la vera natura del rapporto tra Kanwar e Neeli, non si capisce se tra le due donne ci sia veramente un’attrazione sessuale o solo complicità e affetto. Si resta con il dubbio. La protagonista si espone per salvare la ragazza che ha sposato perché la identifica come un’altra vittima del padre e del sistema? Lo fa perché la ama? Oppure perché vede in lei un riflesso della propria femminilità negata?
Vittima della ferrea definizione dei ruoli della società patriarcale, e della discriminazione sessuale, Kanwar cresce credendo di essere un ragazzo e riesce a portare avanti il ruolo che, senza saperlo, le è stato imposto. Ma cosa determina veramente “l’essere uomo”? Nascondere la verità solo per apparire e ottenere l’approvazione degli altri? Oppure difendere i propri diritti e salvaguardare, anche a costo della vita, l’incolumità dei propri cari? Se la risposta alla domanda è la seconda allora Kanwar, fisiologicamente donna, è nel film molto più virile del padre codardo e accecato dalla sua presunta immagine di padrone dalle decisioni insindacabili. Umber non è tanto un personaggio negativo quanto un personaggio “triste” , un uomo che crede di agire per il bene ma che in realtà si rifugia nell’egoismo e nella nostalgia distruttiva, chiudendo i propri occhi in una pericolosa illusione. La grandezza di Irrfan Khan sta anche nell’aver interpretato con sentimento e trasporto un personaggio così spigoloso, la sua intelligente performance evita che Umber risulti soltanto una creatura crudele e fatta per essere odiata sullo schermo, al contrario lo spettatore impara a riconoscerne gli sguardi, le sofferenze e le reazioni, scavando tra le radici dalle quali nascono e si alimentano le sue bugie.

Il mio giudizio sul film : ***** 5/5

ANNO: 2014

LINGUA : Punjabi

TRADUZIONE DEL TITOLO : Racconto

REGIA : Anup Singh

CAST: 
Irrfan Khan ...................... Umber Singh
Tillotama Shome .................. Kanwar
Rasika Dugal .....................Neeli
Tisca Chopra ................... la madre di Kanwar

COLONNA SONORA : Beatrice Thiriet e Manish J Thipu

QUALCOS'ALTRO : 
Qissa è una produzione indo-europea, una collaborazione tra India, Germania, Olanda e Francia. La pellicola è stata proiettata in numerosi festival internazionali tra cui l'International FF di Rotterdam, il Busan FF e il London Indian Film Festival. La sua premiere è stata all'edizione 2013 del Toronto Film Festival nella quale si è aggiudicato il Netpac Award per la categoria World or International Asian Film.

Tillotama Shome ha vinto per la sua interpretazione in Qissa il premio di Miglior Attrice alla 7a edizione dell'Abu Dhabi Film Festival.

Qissa ha aperto la retrospettiva dedicata ad Irrfan Khan nell'edizione appena conclusa del River to River FIFF. Il regista e l'attore protagonista hanno incontrato il pubblico al termine della proiezione. Vedi anche : Irrfan Khan ospite d'onore al River to River.

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