Un film suggestivo sotto tanti aspetti, interpretazioni fantastiche e odore di capolavoro. Un’opera caratterizzata da un andamento
emotivo fluttuante, in cui la cruda realtà e il soprannaturale si uniscono, che scava ancora più a fondo nella mente se la si vede in
una sala cinematografica, dalla quale non si può evadere senza uscire o concedersi delle pause
come a casa propria. Qissa acquista una maggiore forza narrativa in un ambiente
in cui sono solo il buio e le immagini a raccontare un diario amaro di
oppressioni, bugie e disincanto impresso su celluloide con straordinaria
passione.
TRAMA
Umber Singh (Irrfan Khan) ha dovuto abbandonare la sua terra e la sua casa
dopo la partizione, è padre di tre figlie ma è ossessionato dal desiderio di
avere un figlio, un pensiero che lo tormenta nonostante sia riuscito nel corso
degli anni a costruirsi una nuova vita. Nel momento in cui la moglie (Tisca
Chopra) da alla luce la quarta bambina, Umber decide di nascondere alla società
il sesso della neonata crescendola come se fosse un maschio. Gli anni passano
e Kanwar (Tillotama Shome) diviene adolescente continuando ad ignorare di
essere nata donna, i problemi insorgono in seguito al suo matrimonio con Neeli (Rasika Dugal) una ragazza nomade che ancora non conosce la vera identità della persona
che ha sposato.
Il regista Anup Singh ha dovuto attendere ben dodici anni per veder
realizzato questo suo progetto, la lunga ricerca di un produttore e la volontà
di non cedere a compromessi (né sui contenuti né sulla scelta della lingua
punjabi) hanno messo più volte a rischio il destino di questo film. E’ la storia di un'identità distrutta e quella di un'identità
negata, un racconto velato di mistero in cui tutto gira intorno a una data: il
1947. La partizione è il trauma dal
quale si avvia la storia di Umber Singh, un uomo che cerca di riprendersi in
maniera forzata la sua felicità, e per fare ciò alimenta quotidianamente una
menzogna, una bugia che lo appaga ma al tempo stesso lo tormenta e da padre e
protettore della famiglia lo trasforma in un essere brutale.
Al termine della visione il film lascia l’amaro in bocca e una marea di
punti interrogativi, le scene finali continuano a seguire lo spettatore fino a
casa, senza svelare o smentire nulla, aprendo varie piste all’immaginazione. Ed
è proprio questo il valore aggiunto, la caratteristica che rende questa
pellicola indimenticabile e profondamente diversa.
La frase che completa il titolo, A tale of a lonely ghost, è composta da tre
parole chiave: Tale/racconto, invita a sospendere la ragione per
lasciar spazio all’irrazionale. Lonely/solo, la solitudine di Umber con i suoi
ricordi e di Kanwar isolata nella sua stessa casa. E poi ghost/fantasma, o meglio innumerevoli fantasmi che piano piano si incontrano nel
film, la partizione, il passato che non si può recuperare, l’identità confusa
della protagonista, i morti e il sangue versato. E non a caso il film si apre proprio con l’immagine di
Umber Singh che trascina sulle spalle un cadavere. Il corpo gettato nel pozzo
per intossicare le acque di coloro che occuperanno la sua casa dopo la
partizione finisce per avvelenare a distanza anche la sua famiglia che crede di
essersi messa in salvo aldilà del fiume.
Qissa è una creazione multistrato, è davvero difficile poter cogliere tanti
dettagli con una sola visione. Il finale resta aperto a molteplici interpretazioni, sulle quali si potrebbe conversare per giornate intere, e allo stesso modo non
viene rivelata la vera natura del rapporto tra Kanwar e Neeli, non si capisce
se tra le due donne ci sia veramente un’attrazione sessuale o solo complicità e
affetto. Si resta con il dubbio. La protagonista si espone per salvare la
ragazza che ha sposato perché la identifica come un’altra vittima del padre e
del sistema? Lo fa perché la ama? Oppure perché vede in lei un riflesso della
propria femminilità negata?
Vittima della ferrea definizione dei ruoli della società patriarcale, e
della discriminazione sessuale, Kanwar cresce credendo di essere un ragazzo e
riesce a portare avanti il ruolo che, senza saperlo, le è stato imposto. Ma
cosa determina veramente “l’essere uomo”? Nascondere la verità solo per
apparire e ottenere l’approvazione degli altri? Oppure difendere i propri
diritti e salvaguardare, anche a costo della vita, l’incolumità dei propri
cari? Se la risposta alla domanda è la seconda allora Kanwar, fisiologicamente
donna, è nel film molto più virile del padre codardo e accecato dalla sua
presunta immagine di padrone dalle decisioni insindacabili. Umber non è tanto
un personaggio negativo quanto un personaggio “triste” , un uomo che crede di
agire per il bene ma che in realtà si rifugia nell’egoismo e nella nostalgia
distruttiva, chiudendo i propri occhi in una pericolosa illusione. La grandezza
di Irrfan Khan sta anche nell’aver interpretato con sentimento e
trasporto un personaggio così spigoloso, la sua intelligente performance evita
che Umber risulti soltanto una creatura crudele e fatta per essere odiata sullo
schermo, al contrario lo spettatore impara a riconoscerne gli sguardi, le
sofferenze e le reazioni, scavando tra le radici dalle quali nascono e si alimentano
le sue bugie.
Il mio giudizio sul film : ***** 5/5
ANNO: 2014
LINGUA : Punjabi
TRADUZIONE DEL TITOLO : Racconto
LINGUA : Punjabi
TRADUZIONE DEL TITOLO : Racconto
REGIA : Anup Singh
CAST:
Irrfan Khan ...................... Umber Singh
Tillotama Shome .................. Kanwar
Rasika Dugal .....................Neeli
Tisca Chopra ................... la madre di Kanwar
COLONNA SONORA : Beatrice Thiriet e Manish J Thipu
QUALCOS'ALTRO :
Qissa è una produzione indo-europea, una collaborazione tra India, Germania, Olanda e Francia. La pellicola è stata proiettata in numerosi festival internazionali tra cui l'International FF di Rotterdam, il Busan FF e il London Indian Film Festival. La sua premiere è stata all'edizione 2013 del Toronto Film Festival nella quale si è aggiudicato il Netpac Award per la categoria World or International Asian Film.
Tillotama Shome ha vinto per la sua interpretazione in Qissa il premio di Miglior Attrice alla 7a edizione dell'Abu Dhabi Film Festival.
Qissa ha aperto la retrospettiva dedicata ad Irrfan Khan nell'edizione appena conclusa del River to River FIFF. Il regista e l'attore protagonista hanno incontrato il pubblico al termine della proiezione. Vedi anche : Irrfan Khan ospite d'onore al River to River.
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