Dhanush, che negli ultimi anni ha portato avanti dei ruoli
molto drammatici e coraggiosi, si rilassa con un film meno sperimentale
del solito, seppur dotato di tanti attimi preziosi in cui può scatenare
il suo talento interpretativo. Ancora una volta l'attore/produttore, in veste di mecenate,
svela nuovi talenti e permette ad un regista debuttante di calcare la scena al
suo fianco.
TRAMA
Raghuvaran (Dhanush) ha studiato per diventare un ingegnere
civile ma da quattro anni si ritrova senza un lavoro, il padre (Samuthirakani)
lo considera un fallito e lo paragona costantemente a suo fratello Karthik, che
al contrario di lui ha una carriera assicurata. In seguito ad un evento
drammatico, e alla relazione di Raghu con la sua vicina di casa Shalini (Amala
Paul), la sua vita inizierà a cambiare.
Velaiyilla Pattathari è una pellicola in cui un racconto
denso e realistico si alterna all’intrattenimento cinematografico, un connubio ben riuscito di musica, dramma,
azione e dolcezza che cerca di controllare sia le lacrime che i cliché,
proponendo qualcosa per soddisfare tutti i gusti e ingrassare il botteghino.
Non è la punta di diamante nella filmografia di Dhanush ma nemmeno un film come
tanti, le giuste dosi di diversi
elementi creano un prodotto piacevole sia per coloro che amano le performance
toccanti dell’attore tamil, sia per chi cerca una fonte di svago e una trama
non troppo divergente dalla produzione di massa.
Il film racconta la
quotidianità di un ragazzo disoccupato e frustrato, dipinge con tenerezza le
sue aspirazioni, la sua noia, i suoi passatempi e la dolce intesa con la
madre, che è per lui anche un’amica. Il protagonista, etichettato come
“perdente” deve dividere gli spazi
domestici con un fratello perfettino, dotato di badge e camicia immacolata, materializzazione
di tutti i desideri del padre, che lo guarda con occhi incantati pensando al
suo stipendio fisso, alla macchina di proprietà e alla sua condotta perfetta. Raghuvaran
invece è esattamente l’opposto, il ragazzo muove due passi avanti e tre indietro, dimenandosi in un continuo tiro alla fune tra i personaggi maschili, che vorrebbero schiacciarlo in un angolo, e quelli femmnili, che lo sostengono sia in modo distruttivo che costruttivo. La madre gli
offre il suo affetto e la sua protezione, ma spesso questi due elementi non
bastano, ecco perché la sua figura viene sostituita da quella di Shalini, la fidanzata che piuttosto che cullarlo lo incoraggia e lo scuote.
Guardare un film con Dhanush è sempre un’esperienza, a
prescindere da quale sia la trama dentro ogni pellicola si celano dei messaggi reali e
praticamente spendibili, a volte una critica, altre dei consigli, o un’analisi
delle forze e delle debolezze umane cantata per immagini. Anche in questo film
i sentimenti tirati in ballo sono veramente tanti. Si parte dall’inadeguatezza del
protagonista, la sua fatica nel conquistarsi un posto in società, mille buoni
propositi lo muovono ma è come se un’ancora lo trattenesse a terra, c’è poi la
noia, il vuoto che degenera nell’apatia, un’attitudine malsana a lasciarsi
andare agli eventi, senza muovere un dito e abbassando la testa, finchè non
viene pronunciata la parola chiave del racconto : responsabilità.
Come in molti film tamil la storia, dopo un’introduzione
psicologica ai personaggi, deve prendere una svolta, deve scattare una molla, o
un evento che cambierà per sempre sia la vita che le percezioni del
protagonista. Una parete si erge tra il “prima” e il “dopo”, la parola responsabilità
assume significati nuovi, si slega
dall’ambito strettamente familiare per posarsi su un contesto molto più vasto,
ed ecco che Raghuvaran , ancora un adolescente mammone, diviene d’un tratto un
uomo. Un’iniziazione alla vita, che molto spesso nelle pellicole di Kollywood
equivale all’incontro con il dolore, quasi a suggerire che l’infanzia e
l’adolescenza finiscono nel momento in cui lo si guarda dritto negli occhi per
la prima volta. Prima ancora di vincere la sua battaglia con la società
Raghu deve vincere la battaglia con se stesso, e capire che realizzarsi
non è solo essere remunerati quanto iniziare a scegliere la strada più giusta e
non la più facile, ricoprire il proprio
ruolo nel mondo, essergli fedele, portarlo avanti con convinzione senza aspettarsi che i propri meriti siano riconosciuti,
o identificati, dal resto del mondo.
La prima parte è densa e intima, un palcoscenico perfetto in
cui Dhanush si diverte a fare ciò che gli riesce meglio: emozionare, lanciare
dei quesiti, trasformare la storia del personaggio nella storia di qualunque
essere umano, abbattendo ogni barriera linguistica e geografica la sua
interpretazione è in grado di arrivare a tutti, comunicando in codici
universali. La seconda parte invece allenta la presa, il film assume un profilo
più commerciale e Dhanush veste gradualmente i panni di mass-hero, cimentandosi in un ruolo
più action e movimentato. La narrazione diventa rapida sacrificando però la poesia sull’altare
del box office.
Il mio giudizio sul film: *** 3/5
ANNO : 2014
LINGUA : Tamil
TRADUZIONE DEL TITOLO : Laureato Disoccupato
REGIA : Velraj
CAST :
Dhanush …………………….. Raghuvaran
Amala Paul ………………… Shalini
Saranya Ponvannan ……………….. la madre di Raghu
Samuthirakani ……………………. Il padre di Raghu
Vivek ………………….. Azhagusundaram
Surabhi
…………………. Anitha
Hrishikesh
………………… Karthik
Amitasha
Pradhan ………………… Arun Subramaniam
COLONNA SONORA : Anirudh Ravichander
PLAYBACK
SINGERS : Dhanush, Anirudh Ravichander e S. Janaki.
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