Karan Johar produce per Alia Bhatt e Varun Dhawan, due dei
tre ragazzi che ha lanciato appena adolescenti nel suo Student of The Year, un
film romantico fatto su misura per loro, proprio come gli abiti ultrafashion
che indosseranno in ogni singola ripresa. Il regista debuttante gioca su alcuni
spunti moderni intervallati a motivi retrò, non senza una buona dose di
prestiti da Dilwale Dulhania Le Jayenge che si notano su vari livelli, da alcuni capi d’abbigliamento, a dialoghi,
rivisitazioni simpatiche di alcune scene cult e scelte narrative, spesso più
capovolte che confermate.
TRAMA
Kavya (Alia Bhatt) prossima alle nozze con ricco medico NRI
vorrebbe indossare l’abito da sposa dei suoi sogni, un capo firmato che potrebbe
costarle una fortuna. Durante la sua ricerca del lengha perfetto a Delhi, la
ragazza incontra Humpty (Varun Dhawan) che diventa prima un buon amico e poi,
come da tradizione cinematografica, l’anima gemella. A casa però l’aspettano
tutti i membri della famiglia, un padre inflessibile e un futuro marito
(Siddharth Shukla) che sembra uscito da una copertina di Vogue.
Un matrimonio combinato in India è un procedimento complesso
che si basa quasi esclusivamente su decisioni a livello pratico. Si parte dalla
religione, per passare poi al background, alla casta, alle attività lavorative,
il reddito degli sposi, il numero dei membri della famiglia, la location della
futura casa, valutando anche la disponibilità della sposa di convivere con i
suoceri e la preferenza dello sposo verso una casalinga o una donna in
carriera. Dovendo riuscire a soddisfare
un’interminabile serie di fattori è facile che nella ricerca del “buon partito”
e della ragazza “giusta” si inizi a relegare in un angolo la sfera emotiva. Ma qualcosa è cambiato. L’India attuale ha a
che fare con un lenta e progressiva ridefinizione dei ruoli. Sempre più
matrimoni d’amore (alcuni finiscono bene, altri meno, come nel resto in tutte le
altre parti del mondo), le ragazze che iniziano una nuova famiglia sono sempre
più “wives” e meno “daughters in law”.
Dilwale Dulhania Le Jayenge quando uscì nelle sale fu un
film estremamente moderno, inserito nella tradizione per scelte formali, (e per
facilitarne la diffusione) ma in realtà piuttosto disobbediente. I suoi quesiti
iniziarono a scatenare numerosi pruriti, lanciando domande, a volte neanche
velate, sul diritto alla libertà, sulla spontaneità negata dalle regole
sociali, e la testardaggine della vecchia generazione, certa di conoscere
sempre ciò che è meglio. Dato che quello di DDLJ è un messaggio che non morirà
mai, come tutti i classici può prestarsi a innumerevoli rivisitazioni e prestiti
di vario tipo, purchè non si limitino ad essere solo delle caramelle per il
pubblico. I tempi cambiano velocemente e Humpty Sharma Ki Dulhania, malgrado
non sia un film epico ma di puro intrattenimento passeggero, raccoglie una
nuova sfida, quella di parlare di un matrimonio combinato e di una famiglia
patriarcale di oggi ancora in bilico tra i cambiamenti e la tradizione,
rovesciando anche i ruoli di eroe ed eroina, sempre più sexy e androgina lei,
sempre più impacciato ed effeminato lui.
Varun Dhawan è un ballerino energico e mi pare un buon
tuttofare, non mi dispiace ma la sua presenza nello star system non cambia di
certo le dinamiche dell’universo. Alia
Bhatt in compenso ha la stoffa della diva, crede fermamente in quello che fa e
a volte volere è potere. Alia, il
giovane Emraan Hashmi in gonnella (firmata), contando del supporto dei
familiari Bhatt (non certo rinomati per sfornare film politically correct) , si esprime e prende posizioni senza
timori, è quella figura moderna che le
ragazze di oggi vorrebbero emulare, sia nei pregi che nei difetti, non senza
destare un certo allarmismo da parte dei genitori. La giovane attrice dopo il
suo debutto ha scelto una sua linea guida, vuole essere l’immagine di una nuova
generazione che scalpita e che “non ci sta”. Il terzo protagonista è a sorpresa Siddharth
Shukla, il volto che ogni casalinga indiana conosce, l’eroe di un interminabile
serial ambientato in Rajasthan che qui interpreta un ruolo completamente
opposto al suo statico personaggio televisivo con il sorriso stampato e si
dimostra molto autoironico e vivace. Il suo ingresso nella scena segna anche
l’inizio di una fase molto divertente che gioca con simpatia su una competizione impossibile,
da un lato il ragazzo figo e zelante, razionalmente e praticamente perfetto per
essere il fatidico “buon partito” accanto ad Humpty Sharma, né affascinante, né
troppo furbo, e pure un po’ sfigato.
Non è un film elaborato, né tantomeno originale, eppure mi è
piaciuto abbastanza, vuoi per la sua confezione scintillante e moderna
contrapposta ad una buona narrativa d’altri tempi, che mi fa ricordare con nostalgia
i miei primi assaggi di cinema indiano, e la classica ricetta del family drama,
oggi quasi in via d’estinzione.
Carino e realistico anche il continuo duello tra “designer”
e “local”. Due termini che sentirete ripetere quotidianamente in India da donne
e ragazze di tutte le età, e che anche dopo una breve permanenza inizierete ad
usare senza accorgervene. Anche gli aspetti più frivoli del film non nascono
dal caso, nell’estrema razionalizzazione del matrimonio non è affatto campata
in aria la reazione di Kavya , né così incredibile il fatto che preferisca
preoccuparsi del suo abito firmato piuttosto che del suo sposo, almeno in un
primo momento. La protagonista che interpreta Alia Bhatt non è molto diversa da
tante ragazze della sua stessa generazione, sempre più ambiziose (e munite di
carte di credito) pronte a fare qualsiasi cosa pur di non apparire “local” agli
occhi delle coetanee.
Dilwale Dulhania Le Jayenge sarà un film avvincente e moderno
da qui a 1000 anni, Humpty Sharma Ki Dulhania potrà esserlo al massimo per
qualche mese, poi nascerà una nuova pellicola capace di parlare ai giovani in
modo ancora più accattivante ed efficace. Insomma, pur essendo ben lontano da
essere un classico è senz’altro un buon passatempo, soprattutto se si ama la
formula “song and dance” e si ha ancora una grossa sbornia da film romantici da
smaltire.
Il mio giudizio sul film : *** 3/5
ANNO: 2014
TRADUZIONE DEL TITOLO : La sposa di Humpty Sharma
REGIA : Shashank Khaitan
CAST :
Alia Bhatt …………………………..
Kavya
Varun
Dhawan ………………………. Humpty Sharma
Siddharth
Shukla …………………. Angad
Ashutosh
Rana …………………… il padre di Kavya
Manhaz Damania ………….. la sorella di Kavya
Gaurav
Pandey ………………. Shonty
Sahil Vaid ………………..
Poplu
COLONNA
SONORA : Sachin – Jigar
PLAYBACK
SINGERS : Udit Narayan, Akriti Kakkar, Badshah, Arijit Singh, Shreya Goshal,
Divya Kumar, Benny Dayal, Vishal Dadlani, Shalmali Kholgade, Alia Bhatt.
QUALCOS’ALTRO
Lo struggente brano “Samjhawan”
è stato composto da Jawad Ahmad, la versione originale, che divenne un successo
nazionale, era cantata da Rahat Fateh Ali Khan. La versione del film è invece
interpretata da Shreya Goshal e Arijit Singh. Anche Alia Bhatt si cimenta a
cantare alcune strofe nei titoli di coda.
Siddhart Shukla deve la sua celebrità alla serial televisivo
Balika Vadhu, la storia di un matrimonio tra bambini in Rajasthan e le
successive avventure dei protagonisti nel corso degli anni.
Karan Johar nello stesso anno ha prodotto un altro film per
il terzo attore da lui lanciato in Student of The Year, Sidharth Malhotra,
protagonista di Hasee toh Phasee.
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