22 ottobre 2014

HUMPTY SHARMA KI DULHANIA




Karan Johar produce per Alia Bhatt e Varun Dhawan, due dei tre ragazzi che ha lanciato appena adolescenti nel suo Student of The Year, un film romantico fatto su misura per loro, proprio come gli abiti ultrafashion che indosseranno in ogni singola ripresa. Il regista debuttante gioca su alcuni spunti moderni intervallati a motivi retrò, non senza una buona dose di prestiti da Dilwale Dulhania Le Jayenge che si notano su vari livelli,  da alcuni capi d’abbigliamento, a dialoghi, rivisitazioni simpatiche di alcune scene cult e scelte narrative, spesso più capovolte che confermate.

TRAMA
Kavya (Alia Bhatt) prossima alle nozze con ricco medico NRI vorrebbe indossare l’abito da sposa dei suoi sogni, un capo firmato che potrebbe costarle una fortuna. Durante la sua ricerca del lengha perfetto a Delhi, la ragazza incontra Humpty (Varun Dhawan) che diventa prima un buon amico e poi, come da tradizione cinematografica, l’anima gemella. A casa però l’aspettano tutti i membri della famiglia, un padre inflessibile e un futuro marito (Siddharth Shukla) che sembra uscito da una copertina di Vogue.

Un matrimonio combinato in India è un procedimento complesso che si basa quasi esclusivamente su decisioni a livello pratico. Si parte dalla religione, per passare poi al background, alla casta, alle attività lavorative, il reddito degli sposi, il numero dei membri della famiglia, la location della futura casa, valutando anche la disponibilità della sposa di convivere con i suoceri e la preferenza dello sposo verso una casalinga o una donna in carriera.  Dovendo riuscire a soddisfare un’interminabile serie di fattori è facile che nella ricerca del “buon partito” e della ragazza “giusta” si inizi a relegare in un angolo la sfera emotiva.  Ma qualcosa è cambiato. L’India attuale ha a che fare con un lenta e progressiva ridefinizione dei ruoli. Sempre più matrimoni d’amore (alcuni finiscono bene, altri meno, come nel resto in tutte le altre parti del mondo), le ragazze che iniziano una nuova famiglia sono sempre più “wives” e meno “daughters in law”.
Dilwale Dulhania Le Jayenge quando uscì nelle sale fu un film estremamente moderno, inserito nella tradizione per scelte formali, (e per facilitarne la diffusione) ma in realtà piuttosto disobbediente. I suoi quesiti iniziarono a scatenare numerosi pruriti, lanciando domande, a volte neanche velate, sul diritto alla libertà, sulla spontaneità negata dalle regole sociali, e la testardaggine della vecchia generazione, certa di conoscere sempre ciò che è meglio. Dato che quello di DDLJ è un messaggio che non morirà mai, come tutti i classici può prestarsi a innumerevoli rivisitazioni e prestiti di vario tipo, purchè non si limitino ad essere solo delle caramelle per il pubblico. I tempi cambiano velocemente e Humpty Sharma Ki Dulhania, malgrado non sia un film epico ma di puro intrattenimento passeggero, raccoglie una nuova sfida, quella di parlare di un matrimonio combinato e di una famiglia patriarcale di oggi ancora in bilico tra i cambiamenti e la tradizione, rovesciando anche i ruoli di eroe ed eroina, sempre più sexy e androgina lei, sempre più impacciato ed effeminato lui.
Varun Dhawan è un ballerino energico e mi pare un buon tuttofare, non mi dispiace ma la sua presenza nello star system non cambia di certo le dinamiche dell’universo.  Alia Bhatt in compenso ha la stoffa della diva, crede fermamente in quello che fa e a volte volere è potere.  Alia, il giovane Emraan Hashmi in gonnella (firmata), contando del supporto dei familiari Bhatt (non certo rinomati per sfornare film politically correct) ,  si  esprime e prende posizioni senza timori,  è quella figura moderna che le ragazze di oggi vorrebbero emulare, sia nei pregi che nei difetti, non senza destare un certo allarmismo da parte dei genitori. La giovane attrice dopo il suo debutto ha scelto una sua linea guida, vuole essere l’immagine di una nuova generazione che scalpita e che “non ci sta”.  Il terzo protagonista è a sorpresa Siddharth Shukla, il volto che ogni casalinga indiana conosce, l’eroe di un interminabile serial ambientato in Rajasthan che qui interpreta  un ruolo completamente opposto al suo statico personaggio televisivo con il sorriso stampato e si dimostra molto autoironico e vivace. Il suo ingresso nella scena segna anche l’inizio di una fase molto divertente  che gioca con simpatia su una competizione impossibile, da un lato il ragazzo figo e zelante,  razionalmente e praticamente perfetto per essere il fatidico “buon partito” accanto ad Humpty Sharma, né affascinante, né troppo furbo, e pure un po’ sfigato.
Non è un film elaborato, né tantomeno originale, eppure mi è piaciuto abbastanza, vuoi per la sua confezione scintillante e moderna contrapposta ad una buona narrativa d’altri tempi, che mi fa ricordare con nostalgia i miei primi assaggi di cinema indiano, e la classica ricetta del family drama, oggi quasi in via d’estinzione.
Carino e realistico anche il continuo duello tra “designer” e “local”. Due termini che sentirete ripetere quotidianamente in India da donne e ragazze di tutte le età, e che anche dopo una breve permanenza inizierete ad usare senza accorgervene. Anche gli aspetti più frivoli del film non nascono dal caso, nell’estrema razionalizzazione del matrimonio non è affatto campata in aria la reazione di Kavya , né così incredibile il fatto che preferisca preoccuparsi del suo abito firmato piuttosto che del suo sposo, almeno in un primo momento. La protagonista che interpreta Alia Bhatt non è molto diversa da tante ragazze della sua stessa generazione, sempre più ambiziose (e munite di carte di credito) pronte a fare qualsiasi cosa pur di non apparire “local” agli occhi delle coetanee.
Dilwale Dulhania Le Jayenge sarà un film avvincente e moderno da qui a 1000 anni, Humpty Sharma Ki Dulhania potrà esserlo al massimo per qualche mese, poi nascerà una nuova pellicola capace di parlare ai giovani in modo ancora più accattivante ed efficace. Insomma, pur essendo ben lontano da essere un classico è senz’altro un buon passatempo, soprattutto se si ama la formula “song and dance” e si ha ancora una grossa sbornia da film romantici da smaltire.

Il mio giudizio sul film : ***  3/5

ANNO: 2014
TRADUZIONE DEL TITOLO : La sposa di Humpty Sharma
REGIA : Shashank Khaitan

CAST :
Alia Bhatt ………………………….. Kavya
Varun Dhawan ………………………. Humpty Sharma
Siddharth Shukla …………………. Angad
Ashutosh Rana …………………… il padre di Kavya
Manhaz Damania ………….. la sorella di Kavya
Gaurav Pandey ………………. Shonty
Sahil Vaid ……………….. Poplu

COLONNA SONORA : Sachin – Jigar
PLAYBACK SINGERS : Udit Narayan, Akriti Kakkar, Badshah, Arijit Singh, Shreya Goshal, Divya Kumar, Benny Dayal, Vishal Dadlani, Shalmali Kholgade, Alia Bhatt.

QUALCOS’ALTRO
Lo struggente brano  “Samjhawan” è stato composto da Jawad Ahmad, la versione originale, che divenne un successo nazionale, era cantata da Rahat Fateh Ali Khan. La versione del film è invece interpretata da Shreya Goshal e Arijit Singh. Anche Alia Bhatt si cimenta a cantare alcune strofe nei titoli di coda.
Siddhart Shukla deve la sua celebrità alla serial televisivo Balika Vadhu, la storia di un matrimonio tra bambini in Rajasthan e le successive avventure dei protagonisti nel corso degli anni.
Karan Johar nello stesso anno ha prodotto un altro film per il terzo attore da lui lanciato in Student of The Year, Sidharth Malhotra, protagonista di Hasee toh Phasee.

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