Highway è stato concepito per rimanere indigesto, per graffiare sulla pelle, per far risuonare le sue parole, e le sue grida nella
sala cinematografica anche dopo ore, quando ormai la stanza sarà buia e vuota. Un
film che può venir facilmente snobbato, criticato, scansato neanche fosse un
cucchiaio di medicina, e che forse non si vorrà iniziare una seconda volta,
come tutte le cose che fanno male.
TRAMA
Veera (Alia Bhatt), figlia di un ricchissimo uomo d’affari
di Delhi, viene presa in ostaggio durante un furto d’auto e trattenuta da un
gruppo di malviventi guidato da Mahabir (Randeep Hooda). Prima di poter chiedere
il riscatto alla famiglia della ragazza il gruppo deve far perdere le sue
tracce e sfuggire ai controlli della polizia.
La storia si costruisce sull’evoluzione, e sulla caduta,
degli opposti. Situazioni, paesaggi e personaggi che sembrano essere agli
antipodi, ma solo a un primo sguardo. La narrazione va avanti e i veli si
strappano uno ad uno, mostrando una realtà nuda, e non più confusa dalle
apparenze, dai luoghi comuni e dal perbenismo. Allo stesso modo Veera e Mahabir, divisi da una spaccatura profonda, scavata
dalla società e dalle circostanze, appaiono sempre meno in conflitto e sempre
più uguali, dal momento in cui si dimentica tutto il resto e si lascia alla spalle
la realtà.
La strada che i personaggi percorrono senza una destinazione
è un tragitto che guida lentamente verso la riconciliazione con se stessi. Il regista mette
in piedi una situazione falsa al fine di mostrare qualcosa di vero, una
narrativa a più strati. Se ad un primo livello c’è il gioco degli opposti, lo
strato successivo è lo scontro tra il dentro e il fuori. Luoghi chiusi ed
emozioni chiuse, spazi aperti e grida che vengono da dentro, silenzi imposti
dalla società e urla mascherate nel silenzio.
Non c’è amore, non c’è fisicità, l’incontro tra i personaggi si basa
sulla condivisione. Si capovolgono i concetti di paura, pericolo e brutalità.
Dove si nascondono veramente questi tre elementi? Qual è il punto di partenza
dalla fuga? Veera e Mahabir stavano fuggendo prima, nell’accettazione passiva degli
eventi, o dopo, nel momento in cui perdono la ragione e smettono di abbassare
la testa?
Perdere la ragione si può, e non è affatto infrequente, delle
motivazioni possibili sono pieni libri e sceneggiature di tutto il mondo, l’uomo
è forse naturalmente destinato alla follia, se cerca di arginarsi, e di
inscatolarsi, lo fa perché non ha altra scelta, solo così potrà continuare ad essere
segretamente folle, e farlo nel luogo più nascosto di sé. Forse quando si guarda in faccia il proprio
dolore, o quando si asciugano dal viso lacrime di felicità, ci si sente un po’
più vicini a una dimensione liberatoria di follia, un’area quasi sacra dove
niente è come dovrebbe e dove si è lontani da tutto, un po’ come Veera e Mahabir tra le montagne.
I due attori protagonisti mi hanno sorpresa, seppur in modo
diverso. Non mi aspettavo un performance
così matura da parte di Alia e nemmeno dei cambiamenti così profondi in
Randeep Hooda. Se la ragazza sembra appena emersa da un bagno in una fonte miracolosa,
Randeep abbandona completamente la sua immagine da sciupafemmine e si
trasforma fino ad essere irriconoscibile. Non si tratta di trucco di scena ma
di impegno e di dedizione profonda al suo personaggio. Dopo questo film temo
che sarà davvero difficile poter parlare male di lui o continuare a
considerarlo un attore “di cornice”.
Il viaggio può rivelarsi più importante della destinazione ma
come tutti i percorsi prima o poi deve giungere al termine. La difficoltà
maggiore nel realizzare un film di questo tipo è riuscire a trovare il modo di
chiuderlo, e farlo senza perdere il controllo o addolcire troppo la pillola. La
domanda “come finirà?” mi ha martellato
la testa durante tutta la seconda parte. Immaginavo che il finale sarebbe
stato il punto debole del film ma tra le varie ipotesi possibili quella scelta
dal regista è stata forse la meno peggio.
Imtiaz Ali non fa che confermare il suo talento e continua a
sperimentare senza paura. Il film non è un road movie, non è una pellicola d’azione,
non è una storia romantica, non è un dramma sentimentale. E’ forse il film dei
NON E’. Highway è semplicemente la
strada, il movimento, il canale di uscita delle emozioni represse, la pagina
del passato che si legge ad alta voce e poi si strappa, la felicità di trovare
qualcuno che, anche se solo per poco più di un istante, riesca a guardare nella
stessa direzione.
Le contraddizioni e i conflitti di Highway mi hanno fatto
pensare a un racconto di Herman Hesse intitolato proprio Dentro e Fuori, credo
che queste frasi, prese umilmente in prestito da uno dei miei autori preferiti, possano avvicinarsi in qualche modo a questo lavoro (per me capolavoro) di
Imtiaz Ali. “Scambiare fuori e dentro, non per costrizione, non soffrendo come
hai fatto tu, ma liberamente, volontariamente. Chiama il passato, chiama il
futuro: ambedue sono in te! Oggi sei stato schiavo del tuo intimo. Impara a
esserne padrone”.
Il mio giudizio sul film : ****1/2 4,5/5
ANNO : 2014
REGISTA: Imtiaz Ali
CAST :
Alia Bhatt ........................... Veera Tripathi
Randeep Hooda .................... Mahabir Bhati
COLONNA SONORA : A.R. Rahman
PLAYBACK SINGERS : A.R. Rahman, Jonita Gandhi, Sunidhi Chauhan, Sweta Pandit, Sultana Nooran, Jyoti Nooran, Lady Kassh, Suvi Suresh, Krissy, Zeb, Alia Bhatt
QUALCOS'ALTRO :
Il film è stato proiettato (in anteprima) durante la 64a Edizione del Berlin International Film Festival. Maggiori informazioni, e photo galleries (gustose soprattutto per il pubblico femminile), negli articoli pubblicati da Cinema Hindi nella sezione Breaking News.
Non dimentichiamoci che Randeep Hooda (anche se in questo film fa di tutto per non darlo a vedere) è uno degli uomini più sexy e arrapanti del pianeta Terra. Gustiamoci ancora una volta questa intervista segnalata da Cinema Hindi. Randeep Hooda : intervista e video .
Karan Johar, durante la quarta edizione del suo show televisivo Koffee with Karan ha chiesto a tutti i suoi celebri ospiti la domanda: "Alia or Parineeti, the brighter future?" Senza nulla togliere a Parineeti, dopo la visione di questo film mi aspetto di avere un sogno questa notte dove Karan mi pone la stessa domanda e io rispondo "Alia, Alia, Aliaaaa!!!!"
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