Clamoroso successo degli anni '90, Kuch Kuch Hota Hai (KKHH) è un classico. Uno di quei film immortali che hanno consacrato il proprio cast e che sono entrati a far parte della storia della cinematografia in lingua Hindi.
TRAMA
La madre di Anjali (Sana Saeed), Tina (Rani Mukherjee), prima di morire in seguito alle complicazioni del parto, ha lasciato delle lettere per la sua bambina, perchè non crescesse senza conoscerla. Il giorno dell'ottavo compleanno, Anjali legge la lettera che le rivela la storia dell'incontro tra suo padre Rahul (Shah Rukh Khan) e Tina, e quella di Anjali Sharma (Kajol), la migliore amica di Rahul ai tempi del college.
Diana *****
KKHH è una storia d'amore. La trama è semplice ma abbastanza articolata.
La prima parte, che è raccontata da Tina nella lettera per sua figlia, è mostrata in flashback: Rahul, lo sbruffone della scuola, ci prova con tutte ma ha una sola migliore amica, la straripante, un po' maschiaccio, Anjali. Quando entra in scena la figlia del preside Tina, molto femminile ed affascinante, Rahul rimane incantato. Ad Anjali, che si è resa conto di essere innamorata dell'amico, non resta che uscire di scena.
Tornati al presente, Rahul e Anjali avranno l'occasione di reicontrarsi. Anjali sarà, però, fidanzata con Aman (Salman Khan).
La storia è, quindi, dinamica, la sua vivacità e la sua freschezza sono tra le carte vincenti del film.
L'appeal dei protagonisti, l'allegria degli ambienti, la bella colonna sonora e le frizzanti coreografie di Farah Khan danno vita ad un'orgia coloratissima per lo spettatore che può bearsene felice. Tutto, inoltre, è raccontato con leggerezza ed umorismo ma mai con superficialità. Karan Johar, sceneggiatore e regista al suo debutto, dà prova di maturità. I suoi personaggi funzionano, divertono e colpiscono al cuore. Tra le molte scene buffe, infatti, sono quelle romantiche le più coinvolgenti, quelle rimaste nella memoria di tutti. La scoperta e la tenerezza del primo amore, il dolore della perdita e la sensualità di un'intesa in età più adulta (basterà nominare la "scena del gazebo" per sentire sospirare schiere di fan bollywoodiani) fanno vibrare la pellicola di intense emozioni.
Il cast è eccezionale, vanta la coppia d'oro di Bollywood, Kajol e SRK, la splendida Rani Mukherjee ai suoi primi passi, la star Salman Khan e i mitici Anupam Kher e Farida Jalal. Tutti bravissimi. Naturalmente a spiccare sono i protagonisti: SRK, che in più di un'occasione ha affermato che nella vita reale non si metterebbe mai in ginocchio per conquistare una donna e che certe smancerie sentimentali non fanno per lui, ma che evidentemente nella parte dell'eroe romantico è perfettamente a suo agio tanto da reinventarne le caratteristiche e creare un delizioso Rahul. E Kajol, la meravigliosa. Caschetto sbarazzino nel primo tempo, eleganti saree nel secondo, iperenegetica e vitale. E' attaverso il suo viso, il sorriso luminoso, lo sguardo loquace che passano tutte le emozioni del film, tutto il suo significato.
Anupama Chopra, nel suo libro King of Bollywood: Shah Rukh Khan and the seductive world of Indian cinema, sostiene che KKHH offrisse al pubblico degli anni '90 la perfetta fusione tra modernità e tradizione di cui c'era bisogno. In un momento di crescita economica, di apertura commerciale e culturale nei confronti dell'Occidente si avvertiva la necessità di conciliare i valori tradizionali indiani e l'ondata di novità portata dall'Occidente, sia in termini consumistici che di costumi. I protagonisti di KKHH vestono con abiti firmati, frequentano un college, molto diverso da un tipica scuola indiana, animato da cheerleaders e da studenti in skateboard, eppure si recano al tempio per le preghiere e conservano il dovuto rispetto e la devozione per i genitori e i legami familiari. Essi offrono un'attraente immagine del proprio paese d'origine e la possibilità di identificazione anche agli indiani residenti all'estero che si lasciano andare alla nostalgia.
Le considerazioni di Anupama sono interessanti ed indubbiamente KKHH ha contribuito a segnare un'epoca.
Quello, però, a cui mi piace pensare è a un giovane uomo di ventisei anni, grassottello e insicuro che raggiunge con passo goffo il palco dei Filmfare Awards del 1999, per ricevere la statuetta come miglior regista. Un ragazzo cresciuto a pane e cinema che racconta con il groppo in gola di come inconsapevolmente si fosse preparato per tutta la sua giovane vita a quel momento, come lo avesse sognato, provando e riprovando il discorso di ringraziamento davanti allo specchio. Quel ragazzo era Karan Johar all'inizio di una luminosa carriera e Kuch Kuch Hota Hai è proprio questo: il meraviglioso frutto di un sogno.
La storia è, quindi, dinamica, la sua vivacità e la sua freschezza sono tra le carte vincenti del film.
L'appeal dei protagonisti, l'allegria degli ambienti, la bella colonna sonora e le frizzanti coreografie di Farah Khan danno vita ad un'orgia coloratissima per lo spettatore che può bearsene felice. Tutto, inoltre, è raccontato con leggerezza ed umorismo ma mai con superficialità. Karan Johar, sceneggiatore e regista al suo debutto, dà prova di maturità. I suoi personaggi funzionano, divertono e colpiscono al cuore. Tra le molte scene buffe, infatti, sono quelle romantiche le più coinvolgenti, quelle rimaste nella memoria di tutti. La scoperta e la tenerezza del primo amore, il dolore della perdita e la sensualità di un'intesa in età più adulta (basterà nominare la "scena del gazebo" per sentire sospirare schiere di fan bollywoodiani) fanno vibrare la pellicola di intense emozioni.
Il cast è eccezionale, vanta la coppia d'oro di Bollywood, Kajol e SRK, la splendida Rani Mukherjee ai suoi primi passi, la star Salman Khan e i mitici Anupam Kher e Farida Jalal. Tutti bravissimi. Naturalmente a spiccare sono i protagonisti: SRK, che in più di un'occasione ha affermato che nella vita reale non si metterebbe mai in ginocchio per conquistare una donna e che certe smancerie sentimentali non fanno per lui, ma che evidentemente nella parte dell'eroe romantico è perfettamente a suo agio tanto da reinventarne le caratteristiche e creare un delizioso Rahul. E Kajol, la meravigliosa. Caschetto sbarazzino nel primo tempo, eleganti saree nel secondo, iperenegetica e vitale. E' attaverso il suo viso, il sorriso luminoso, lo sguardo loquace che passano tutte le emozioni del film, tutto il suo significato.
Anupama Chopra, nel suo libro King of Bollywood: Shah Rukh Khan and the seductive world of Indian cinema, sostiene che KKHH offrisse al pubblico degli anni '90 la perfetta fusione tra modernità e tradizione di cui c'era bisogno. In un momento di crescita economica, di apertura commerciale e culturale nei confronti dell'Occidente si avvertiva la necessità di conciliare i valori tradizionali indiani e l'ondata di novità portata dall'Occidente, sia in termini consumistici che di costumi. I protagonisti di KKHH vestono con abiti firmati, frequentano un college, molto diverso da un tipica scuola indiana, animato da cheerleaders e da studenti in skateboard, eppure si recano al tempio per le preghiere e conservano il dovuto rispetto e la devozione per i genitori e i legami familiari. Essi offrono un'attraente immagine del proprio paese d'origine e la possibilità di identificazione anche agli indiani residenti all'estero che si lasciano andare alla nostalgia.
Le considerazioni di Anupama sono interessanti ed indubbiamente KKHH ha contribuito a segnare un'epoca.
Quello, però, a cui mi piace pensare è a un giovane uomo di ventisei anni, grassottello e insicuro che raggiunge con passo goffo il palco dei Filmfare Awards del 1999, per ricevere la statuetta come miglior regista. Un ragazzo cresciuto a pane e cinema che racconta con il groppo in gola di come inconsapevolmente si fosse preparato per tutta la sua giovane vita a quel momento, come lo avesse sognato, provando e riprovando il discorso di ringraziamento davanti allo specchio. Quel ragazzo era Karan Johar all'inizio di una luminosa carriera e Kuch Kuch Hota Hai è proprio questo: il meraviglioso frutto di un sogno.
Il bello:
Questo film per ragioni personali ed affettive è il mio preferito e mi è molto caro. Auguro a tutti quelli che lo guarderanno per la prima volta di divertirsi e di provare le stesse emozioni che travolsero me.
Rahul Khanna -
Il preside Malhotra, padre di Tina -
Anjali Khanna -
Mrs. Sharma -
Rifat Bi - Himani Shivpuri
Neelam - Neelam Kothari
Scritto e diretto da Karan Johar
Prodotto da Yash Johar
National Film Awards:
Best Film For Providing Wholesome Entertainment - Karan Johar
Best Female Playback Singer - Alka Yagnik (Kuch Kuch Hota Hai)
Best Movie - Yash Johar
Best Director - Karan Johar
Best Actress - Kajol
Best Supporting Actor - Salman Khan
Best Supporting Actress - Rani
Best Screenplay - Karan Johar
Best Film - Yash Johar
Best Director - Karan Johar
Best Actor-Male - Shahrukh Khan
Best Actor-Female - Kajol
Best Actor in a Supporting Role-Female - Rani
Best Playback Singer - Female - Alka Yagnik (Kuch Kuch Hota Hai)
Best Lyricist - Sameer (Kuch Kuch Hota Hai)
Lux Face of the Year - Rani
Sansui Viewer’s Choice Movie Awards:
Best Actor - Shahrukh Khan
Best Actress - Kajol
Star Screen Awards:
Best Film - Yash Johar
Best Director - Karan Johar
Best Music Director - Jatin Lalit
Best Comedian - Archana Puran Singh
Bollywood Movie Awards:
Best Film - Yash Johar
Best Director - Karan Johar
Best Actor - Shahrukh Khan
Best Actress - Kajol
Best Music Director - Jatin Lalit
Best Playback Singer Male - Udit Narayan (Kuch Kuch Hota Hai)
Best Playback Singer Female - Alka Yagnik (Kuch Kuch Hota Hai)
Best Costume Designer - Manish Malhotra
Best Choreography - Farah Khan
- Yash Johar è l'amatissimo padre di Karan Johar. L'indimenticato produttore è deceduto nel 2004.
- Il personaggio di Aman Mehra inizialmente era stato offerto a Saif Ali Khan che rifiutò. Karan Johar non aveva mai pensato a Salman Khan, che all'epoca era già una star, per un ruolo sì importante ma non molto ampio. Pare che proprio Salman abbia avvicinato Karan e gli abbia detto: "so che stai cercano un attore per un ruolo che nessuno accetta, lo faccio io". E che alle sorpresa di Karan abbia risposto semplicemente : "perchè mi piace tuo padre". Grande Salman!
- Un altro aneddoto carino a proposito del film riguarda la prima volta che il trio delle meraviglie, Kajol, Karan e SRK, s'incontrarono per parlare della storia. E di come i due attori temessero che l'idea del giovane regista non fosse buona. A quei tempi, Kajol, Karan e SRK, erano già ottimi amici: come deludere Karan e dirgli di no? Kajol e SRK si auguravano che la storia fosse buona fino a desiderare di farsela piacere. Beh pare che Karan tolse tutti dall'imbarazzo, perchè Kajol pianse e rise entusiasta durante tutto il racconto, rimanendo in lacrime sul finale, e SRK, anche se più compostamente, fu conquistato.
- Parte del video di Tujhe Yaad Na Meri Aayee e quello della title song, Kuch Kuch Hota Hai, furono girati in Scozia. Ecco una miniguida per chi volesse visitare i mitici luoghi dove la magia prese forma.
-Il successo del film è speculare a quello della bella colonna sonora curata dai fratelli Jatin e Lalit Pandit. La musica di Kuch Kuch Hota Hai si aggiudicò diversi awards ed è stata votata al terzo posto nella classifica delle quaranta migliori colonne sonore di sempre nel sondaggio di BBC Asian Network.
(Grazie a Cinema Hindi)
- Per festeggiare i 10 anni trascorsi dall'uscita del film i protagonisti hanno rilasciato una bella intervista caricata su You Tube. Il nostro Karan racconta di quando si recò con Manish Malhotra a Londra per scegliere i costumi per Kuch Kuch Hota Hai, e misero gli occhi sulla maglietta Polo Sport blu e verde, indossata da SRK durante la canzone Koi Mil Gay, che costava 75 pounds. Ci vollero tre ore di discussione e una nottata di riflessione, per decidersi a spendere così tanto per una sola t-shirt.
Kajol, invece, ipersorridente ammette di aver suggerito a Karan di mostrarsi duro con lei e di urlarle dietro in modo che il resto della troupe non lo credesse troppo molle e non approfittasse della sua gentilezza ed educazione. Si immaginava, infatti, che tutti sarebbero rimasti impressionati se Karan avesse osato addirittura alzare la voce con lei, ma l'espediente non si rese necessario, l'autorità di Karan, naturalmente, non venne mai massa in discussione. Anzi, nel Making of inserito negli speciali del DVD, e ripreso da Bollywood Hungama qui, Rani, divertita, rivela che Karan aveva le idee chiare e conosceva benissimo i personaggi tanto che avrebbe potuto interpretare Tina anche meglio di lei.
- Da qualche tempo è annunciata l'uscita di Koochie Koochie Hota Hain, film d'animazione remake di Kuch Kuch Hota Hai, a cui presterebbe la voce gran parte del cast originale. Sarà il 2012 l'anno giusto?
La pagina della Yash Raj Films dedicata al film.
La pagina della Dharma Productions dedicata al film.
- Come tutti i film immortali, Kuch Kuch Hota Hai ha iniziato un filone, è stato oggetto
di diversi tentativi di replica ed imitazione, ed è citatissimo. Ecco
Farah Khan e Boman Irani in verisone Anjali e Rahul per la promozione di Shirin Farhad Ki Toh Nikal Padi (in uscita il prossimo 24 agosto). E una delle simpatiche locandine del film.
1 commento:
Chi ci tocca KKHH è Carne.Morta. #warnedyou
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