22 maggio 2012

VADAKKUMNADHAN




Shajoon Karyal,  famoso per i suoi film d’azione, sperimentando un nuovo cammino scrittura la star Mohanlal lo stesso anno dell’uscita del celebrato Thanmantra. Vadakkumnandhan narra il percorso di un uomo combattuto tra la realizzazione di una vita normale, per far felici le persone che ama, e l’espressione delle aspirazioni artistiche e spirituali. Il concetto di base non è tra i più facili da portare sullo schermo e la sua riuscita si affida al talento degli interpreti e all’aiuto di Girish Puthencherry, autore del densissimo script e dei testi delle canzoni.


TRAMA
Bharata (Mohanlal),  studioso e artista di kathakali,  fugge più volte dalla sua vita nel villaggio, e dalla sua bella fidanzata Meera (Padmaprya,) per isolarsi nella meditazione. Non può dimenticare il tempo in cui si esibiva impersonando attraverso la danza / teatro i personaggi dell’epica mitologica e non riesce ad adattarsi al suo nuovo lavoro di insegnante. 


Guardando film malayalam all’inizio si ha la sensazione che non accada mai niente, che non ci siano eventi salienti e che tutto sia solo una lunga parentesi discorsiva.  In realtà il cinema del Kerala è una tortuosa foresta filosofica ricca di insidie e difficile da penetrare. I film quasi sempre si  prestano a molteplici interpretazioni, studiano la psicologia e le reazioni umane, dalle più ingenue e immediate alle più oscure e nascoste.
Il protagonista di Vadakkumandhan  è  infelice nonostante abbia di tutto, dietro la facciata si cela la sofferenza di un uomo represso che  a lungo evita il dialogo con una parte di sé, un pulsante lato inquieto che si ostina a sedare. Bharata vuole essere qualcosa ma deve diventare qualcos’altro e ogni qual volta che la sua voracità emotiva si avvia a zampillare viene scoperta e arginata, gli affetti lo trattengono con un doppio filo, ma è amore o un ricatto psicologico che finirà per distruggerlo? La kathakali è l’espressione pubblica di quel fuoco, quando si esibisce sperimenta la pienezza delle emozioni,  rimuove quella linea di confine tra il “dentro” e il “fuori” spingendosi oltre i suoi limiti per divenire qualcun altro, nel ricordare le sue impersonificazioni sente sudore freddo e brividi, il trucco di scena lo affranca da una vita che non vuole e gli fa assaporare fino in fondo una feroce e splendida libertà. L’ascetismo diviene la risposta ad un continuo disagio, nel momento in cui il protagonista sente che non può controllare il suo mondo interiore inizia ad esasperare ogni aspetto di sé e sceglie di isolarsi, fuggire lontano e non essere più disturbato fino a fingersi morto e far recapitare le sue false ceneri ai familiari. La meditazione  rende nuovamente tranquillo un uomo ingovernabile le cui fonti di vita sono l’arte e l’immaginazione, mondi immateriali dai quali è stregato e dipendente.  Il suo percorso, che lo conduce fino all’Himalaya, non è una missione religiosa ma una più laica realizzazione personale, una via di fuga totale da un'esistenza che ogni giorno gli ricorda le sue frustrazioni e che lo fa sentire malato.
Il regista apre il film velandolo di mistero, non si possono comprendere le motivazioni dell’uomo e i suoi atteggiamenti paiono crudeli, inumani, irrazionali, la storia si avvolge poi di calore e nuove spinte vitali che nascono dall’amore di Bharata per la sua allieva più curiosa e intelligente (una bravissima Padmapriya), la perfezione del loro rapporto si spezza dalla ricomparsa dell’ “urlo” , spinta che nuovamente lo allontana dalla vita sociale e fa maturare in lui una costante inquietudine. L’arte diviene pazzia, oblio totale della ragione, al tempo stesso energia e depressione.
Lungo il racconto incontriamo diversi personaggi e poetiche canzoni visualizzate in una cornice tropicale, Mohanlal delizia il pubblico con un’interpretazione eccellente. Vadhakkumnadhan presenta delle incongruenze ma appare  un lavoro ben eseguito e propone una vicenda umana realistica  che si arricchisce di elementi più morbidi e rilassanti, la finezza dei suoi tratti si perde però nell’ultima parte, nella quale una certa confusione e alcuni slanci d’azione “a tutti i costi” prendono il sopravvento.

Il mio giudizio sul film: ***1/2   3,5/5


ANNO : 2006

LINGUA : Malayalam

REGIA: Shajoon Karyal

TRADIZIONE DEL TITOLO : Vadakkumnadham è il nome di un frequentato luogo di culto nella cittadina di Thissur in Kerala


CAST:
Mohanlal ………………….. Bharata
Padmapriya ………………….. Meera
Kavya Madhavan ………………… Bhama
Biju Menon ………………. Prabhakar
Murali ……………………. Balrama


COLONNA SONORA : Raveedran

PLAYBACK SINGERS: Raveendran, K.J. Yesudas, K.S. Chitra, Mohanlal, Manjari, Govind Vivek, Sankaran Nabookthiri, M.G. Sreekuma, Sindhu Premkumar, Machand Vasanthi


Qualche informazione in più su Mohanlal, Padmaprya e Kavya Madhavan nei post I volti MASCHILI e FEMMINILI del cinema MALAYALAM.

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