30 maggio 2012

MOONDRAM PIRAI / SADMA




Ci sono film che si amano anche solo per una scena, una manciata di secondi che trafiggono il cuore e rendono immobili, incapaci di reagire  o di capire se la storia sia veramente finita.  Moondram Pirai è uno di questi. Anche se l’intera pellicola è amabile e ben eseguita, sono proprio le scene della sua conclusione a spostare l’ago della bilancia verso un giudizio ancora più alto. Dopo che Kamal Haasan vinse il National Award come Miglior Attore Protagonista  il regista Balu Mahendra decise di compiere  un remake quasi frame – to - frame del titolo tamil che lo fece trionfare, così nasce Sadma, l’altrettanto bella  versione hindi  voluta e incoraggiata da Hrishikesh Mukherjee.


TRAMA
A seguito di un grave incidente automobilistico una ragazza perde la memoria e si sveglia credendo  di essere  se stessa a sette anni, essendo molto bella e facile da ingannare un guardiano dell’ospedale la porta via di nascosto e la vende ad un bordello.  Srinu / Somu (Kamal Haasan) si reca nella casa d’appuntamenti con un amico e lì incontra Vijaya / Reshmi  (Sridevi), il giovane capisce che la ragazza ha bisogno d’aiuto e la nasconde nella sua casa di montagna. Tra i due nasce un’affettuosa amicizia, Srinivasan si prende cura di lei e attende fiducioso il giorno della sua guarigione.


Se gli Anni Settanta hanno visto trionfare la classe e il talento di Amitabh Bachchan gli Ottanta sono stati il palcoscenico di Kamal Haasan, intenso interprete dal fisico scattante, abile nella commedia ma nato per commuovere ed emozionare. Il successo di Kamal nasce a Chennai ma va ben oltre i confini del cinema tamil, alcuni dei suoi film più belli sono stati girati nell’industria telugu (Pushpak, Swatya Muthyam, Marocharitra) e molti adattati con successo per il mercato hindi.  Anche se è il personaggio di Srinu a conquistare gli spettatori in realtà la protagonista del film è Sridevi, l’attrice si dedica a Reshmi / Vijaya con estremo trasporto, non resiste ad alcuni picchi di overacting ma niente appare stonato. Sridevi riesce ad essere ugualmente credibile sia nel ruolo della bella e moderna adolescente che in quello della bambina imprigionata in un corpo di donna, la sua espressività e la sua tenerezza ben si combinano con l’approccio teatrale e intenso dell’attore che la affianca.

Moondram Pirai e Sadma sono divisi solo da piccoli cambiamenti stilistici e variazioni di set,  lo spirito della storia e la sua realizzazione non vengono intaccati,  si possono quindi considerare due riflessi allo specchio di un unico film.  Il tema centrale è quello del trauma, uno stato di shock temporaneo, e come esso possa trasferirsi da un personaggio all’altro ed emergere per cause diverse: l’incidente e la malattia fisica in un primo momento, l’improvviso sbilanciamento emotivo e la regressione infantile in un secondo. Pur ruotando attorno ad un argomento difficile il film non appare mai ombroso o deprimente, la storia  fa trionfare i sentimenti più sinceri, disinteressati e puliti, m costruisce anche una sua riflessione sulla sessualità mettendo insieme vari elementi: la gioventù metropolitana che spende parte del proprio stipendio nei bordelli, la repressione degli istinti del protagonista, l’attrazione degli uomini per la bellezza di Viji / Reshmi e la continua ricerca di soddisfazione di una ricca signora, sposata per interesse ad un uomo molto anziano, desiderosa di saziare le sue fantasie con un amante giovane e di bell’aspetto.

L’istinto di protezione padroneggia sul desiderio fisico e Srinu accetta di essere vicino alla persona che ama nell’unico ruolo che può rivestire: quello del compagno di giochi e tutore. Vivere con lei, anche se come fratello e non come uomo, è già di per se una fonte di realizzazione per il ragazzo, questo rapporto da una parte lo appaga dall’altro lo consuma e lo fa diventare aggressivo. Il protagonista sceglie una vita  di sentimenti e scherzi innocenti anche a costo di rinunciare all’erotismo, elemento che è portato sullo schermo da  Soni, la giovane moglie insoddisfatta e disgustata dal marito, figura che diviene l’antitesi ideale di Reshmi, un vero alter ego e mai un’antagonista. Da un lato la bomba sexy, dall’altro la donna bambina inconsapevole della sua età anagrafica, ciò che viene protetto e ciò che invece viene temuto, le due diverse femminilità non dividono mai  la scena e si alternano nella vita quotidiana del protagonista. Silk Smitha, attrice di B-movies e torbida item girl, riceve per la prima volta un personaggio  drammatico e non volgare che il regista gestisce con serietà. Che sia per una donna o per l’altra in ogni caso Srinu finisce per trasformarsi in giocattolo, la scimmietta al comando della ragazzina o il diversivo erotico di una donna annoiata che cerca la passione fuori dal matrimonio.

Il mio giudizio sul film : ****  4/5


ANNO :  1982  (Moondram Pirai) , 1983 (Sadma)
REGIA : Balu Mahendra
LINGUA :  Tamil  (Moondram Pirai),  Hindi (Sadma)

TRADUZIONE DEL TITOLO : Moondram Pirai :  la luna crescente del terzo giorno, 
                                                  Sadma :  trauma


CAST :
Sridevi ……………………. Vijaya / Reshmi
Kamal Haasan ………………… Srinivas / Somu
Silk Smitha………………….. Soni



COLONNA SONORA :  Ilaiyaraja
PLAYBACK SINGERS: KJ Yesudas, S Janaki, SP Balasubramanian (Moondram Pirai), Asha Bhosle e Suresh Wadkar ( Sadma) 



QUALCOS'ALTRO:

Moondram Pirai è stato doppiato in lingua telugu e il titolo è Vasantha Kokila, il film è uscito contemporaneamente all'originale tamil ed ha ottenuto un ottimo successo.

Il blockbuster The Dirty Picture è ispirato alla vita della provocante Silk Smitha, bad girl favorita del cinema tamil / telugu negli Anni '80 e primi '90.

22 maggio 2012

VADAKKUMNADHAN




Shajoon Karyal,  famoso per i suoi film d’azione, sperimentando un nuovo cammino scrittura la star Mohanlal lo stesso anno dell’uscita del celebrato Thanmantra. Vadakkumnandhan narra il percorso di un uomo combattuto tra la realizzazione di una vita normale, per far felici le persone che ama, e l’espressione delle aspirazioni artistiche e spirituali. Il concetto di base non è tra i più facili da portare sullo schermo e la sua riuscita si affida al talento degli interpreti e all’aiuto di Girish Puthencherry, autore del densissimo script e dei testi delle canzoni.


TRAMA
Bharata (Mohanlal),  studioso e artista di kathakali,  fugge più volte dalla sua vita nel villaggio, e dalla sua bella fidanzata Meera (Padmaprya,) per isolarsi nella meditazione. Non può dimenticare il tempo in cui si esibiva impersonando attraverso la danza / teatro i personaggi dell’epica mitologica e non riesce ad adattarsi al suo nuovo lavoro di insegnante. 


Guardando film malayalam all’inizio si ha la sensazione che non accada mai niente, che non ci siano eventi salienti e che tutto sia solo una lunga parentesi discorsiva.  In realtà il cinema del Kerala è una tortuosa foresta filosofica ricca di insidie e difficile da penetrare. I film quasi sempre si  prestano a molteplici interpretazioni, studiano la psicologia e le reazioni umane, dalle più ingenue e immediate alle più oscure e nascoste.
Il protagonista di Vadakkumandhan  è  infelice nonostante abbia di tutto, dietro la facciata si cela la sofferenza di un uomo represso che  a lungo evita il dialogo con una parte di sé, un pulsante lato inquieto che si ostina a sedare. Bharata vuole essere qualcosa ma deve diventare qualcos’altro e ogni qual volta che la sua voracità emotiva si avvia a zampillare viene scoperta e arginata, gli affetti lo trattengono con un doppio filo, ma è amore o un ricatto psicologico che finirà per distruggerlo? La kathakali è l’espressione pubblica di quel fuoco, quando si esibisce sperimenta la pienezza delle emozioni,  rimuove quella linea di confine tra il “dentro” e il “fuori” spingendosi oltre i suoi limiti per divenire qualcun altro, nel ricordare le sue impersonificazioni sente sudore freddo e brividi, il trucco di scena lo affranca da una vita che non vuole e gli fa assaporare fino in fondo una feroce e splendida libertà. L’ascetismo diviene la risposta ad un continuo disagio, nel momento in cui il protagonista sente che non può controllare il suo mondo interiore inizia ad esasperare ogni aspetto di sé e sceglie di isolarsi, fuggire lontano e non essere più disturbato fino a fingersi morto e far recapitare le sue false ceneri ai familiari. La meditazione  rende nuovamente tranquillo un uomo ingovernabile le cui fonti di vita sono l’arte e l’immaginazione, mondi immateriali dai quali è stregato e dipendente.  Il suo percorso, che lo conduce fino all’Himalaya, non è una missione religiosa ma una più laica realizzazione personale, una via di fuga totale da un'esistenza che ogni giorno gli ricorda le sue frustrazioni e che lo fa sentire malato.
Il regista apre il film velandolo di mistero, non si possono comprendere le motivazioni dell’uomo e i suoi atteggiamenti paiono crudeli, inumani, irrazionali, la storia si avvolge poi di calore e nuove spinte vitali che nascono dall’amore di Bharata per la sua allieva più curiosa e intelligente (una bravissima Padmapriya), la perfezione del loro rapporto si spezza dalla ricomparsa dell’ “urlo” , spinta che nuovamente lo allontana dalla vita sociale e fa maturare in lui una costante inquietudine. L’arte diviene pazzia, oblio totale della ragione, al tempo stesso energia e depressione.
Lungo il racconto incontriamo diversi personaggi e poetiche canzoni visualizzate in una cornice tropicale, Mohanlal delizia il pubblico con un’interpretazione eccellente. Vadhakkumnadhan presenta delle incongruenze ma appare  un lavoro ben eseguito e propone una vicenda umana realistica  che si arricchisce di elementi più morbidi e rilassanti, la finezza dei suoi tratti si perde però nell’ultima parte, nella quale una certa confusione e alcuni slanci d’azione “a tutti i costi” prendono il sopravvento.

Il mio giudizio sul film: ***1/2   3,5/5


ANNO : 2006

LINGUA : Malayalam

REGIA: Shajoon Karyal

TRADIZIONE DEL TITOLO : Vadakkumnadham è il nome di un frequentato luogo di culto nella cittadina di Thissur in Kerala


CAST:
Mohanlal ………………….. Bharata
Padmapriya ………………….. Meera
Kavya Madhavan ………………… Bhama
Biju Menon ………………. Prabhakar
Murali ……………………. Balrama


COLONNA SONORA : Raveedran

PLAYBACK SINGERS: Raveendran, K.J. Yesudas, K.S. Chitra, Mohanlal, Manjari, Govind Vivek, Sankaran Nabookthiri, M.G. Sreekuma, Sindhu Premkumar, Machand Vasanthi


Qualche informazione in più su Mohanlal, Padmaprya e Kavya Madhavan nei post I volti MASCHILI e FEMMINILI del cinema MALAYALAM.

08 maggio 2012

VANDHANAM / NIRNAYAM



Pryadarshan gira Vandhanam e il successo ottenuto in Kerala da Mohanlan lo spinge a tentare un'altra prova per la quale sceglie la star Nagarjuna e sua moglie Amala come veicoli d’ ingresso nel mondo del cinema in lingua telugu. La seconda versione dello stesso film nasce con un intervallo di alcuni anni dal primo, l’impalcature di base non viene modificata mentre cambiano l’arredamento, la messa a fuoco e la tintura della storia.


TRAMA
Due poliziotti si mettono sulle tracce di un evaso certi che l’uomo, prima o poi, cercherà di contattare la sua unica figlia residente a Bangalore. Unnikrishnan / Vamsi (Mohanlal / Nagarjuna) affitta un appartamento di fronte a quello della ragazza e attende il momento di catturare il ricercato, non ha fatto i conti però con il fascino di Gadha/ Geeta (Girija Shettar / Amala) né con la sua scarsa capacità di concentrazione.


Il regista ha dimostrato più volte la sua volontà di compiere remake originali anche a partire dalle trame più implausibili e assurde, la saggia combinazione di elementi nuovi con tasselli già esistenti è a suo modo creatività, come leggere una frase seguendo un’altra punteggiatura o scrivere due commenti dello stesso testo iniziando a riflettere su parole diverse. Pochi autori sono riusciti a trasportare con successo le loro idee in più di una cinematografia creando versioni parallele di un medesimo progetto, anche tra i più fortunati, tra cui Mani Ratnam, si verificano casi in cui mentre una pellicola sbanca al botteghino l’altra fallisce e delude le aspettative. 
Il soggetto di Vandhanam e Nirnayam non può dirsi originalissimo né la messa in scena priva di difetti, i film seguono un cammino confuso, un lungo percorso nel quale si salta dalla commedia all’azione, da una sparatoria ad una love song, senza passare troppo tempo a pensare come introdurre nuovi personaggi e situazioni, entrambi hanno un aspetto molto rustico (spesso tra il realistico e il caricaturale) e propongono eroine struccate dal fascino spontaneo accanto ad eroi brillanti ma genuini. Niente sembrerebbe così eclatante se non si pensasse a quanto sia difficile riuscire a combinare nello stesso film generi completamente diversi e inconciliabili sulla carta. Un’impresa quasi surreale. 
Le pellicole convivono pacificamente senza temere alcun confronto, in quanto destinate a due mercati diversi, gli incassi ottenuti al momento dell'uscita nelle sale sono stati ottimi in entrambi i casi ma oggi  i due film possono apparire un po' datati e incapaci di reggere il ritmo con la produzione moderna. Il film telugu resiste meglio e si dimostra più accattivante e saporito, l’attrazione fisica tra i due protagonisti (marito e moglie nella vita reale) lo rende più vivace, vengono tagliati molti tempi morti e il remake si arricchisce di una buona colonna sonora. Se Nirnayam ha trionfato nei Novanta come prodotto d’intrattenimento giovane e sbarazzino Vandhanam attrae per la sua atmosfera nostalgica, per la luce calda delle riprese, spesso effettuate al tramonto, e la delicatezza dell’approccio tra Mohanlal e Girija Shettar, mentre molte scene scatenano risate il finale lascia scorrere più di una lacrima e scosta nuovamente questa prima versione dal cinema d’intrattenimento di produzione seriale. 

Vandhanam da guardare per : La performance di Mohanlal, la tenerezza della triste scena finale. 
Punti deboli: L'eccessiva lentezza e le canzoni non troppo invitanti

Nirnayam da guardare per : La confezione più divertente, la scena della dichiarazione d’amore ripresa da Aditya Chopra in Rab ne bana di jodi, la colonna sonora, l’intesa perfetta tra Amala e Nagarjuna. 
Punti deboli: La confusione.


 Il mio giudizio sui film :  Vandhanam **1/2 2,5/5 
                                      Nirnayam *** 3/5 



VANDHANAM 
ANNO : 1989 
LINGUA : Malayalam 
REGIA: Priyadarshan 

CAST:
Mohanlal ………………………… Unnikrishnan 
Girija Shettar …………………….. Gadha
Nedimundi Venu ………….. prof. Fernandez 
Mukesh …………………………… Peter 

COLONNA SONORA : Ouseppachan



NIRNAYAM
ANNO: 1991
LINGUA : Telugu 
TRADUZIONE DEL TITOLO : Decisione 
REGIA: Priyadarshan 

CAST: 
Nagarjuna …………………….. Vamsi 
Amala …………………………. Geeta
Sharat Saxena ……………………. Murali
Mohan …………………….. Raghuram

COLONNA SONORA : Ilaiyaraja 

02 maggio 2012

3



Un film tanto atteso, ampiamente pubblicizzato e più volte posticipato. A conti fatti il successo di 3, primo lungometraggio di Aishwarya R. Dhanush, non è riuscito a fronteggiare quello di “Why this Kolaveri Di”, il sorprendente brano in Tanglish incluso nella colonna sonora. The Kolaveri Movie non colleziona gli incassi sperati forse per un massivo infrangersi delle aspettative maturate durante la promozione.  A prima vista appare un conflitto evidente: la pellicola promette qualcosa ma regala qualcos’altro, c’è chi ha gradito l’effetto sorpresa, altri si sono allontanati delusi.


TRAMA
Ram (Dhanush) giace immobile in un letto di fiori, nella stanza accanto la moglie Janani (Shruti Haasan) sdraiata sul divano con gli occhi fissi nel vuoto. Da questa immagine parte il racconto della loro love story culminata in un matrimonio felice. Se il ragazzo era una persona tranquilla come tutti credevano come si spiega la sua morte violenta? Cos’è veramente successo a Ram?


Il film è intenso ed emozionante ma maledettamente triste, e molti non se lo aspettavano. Il diario di una storia d’amore tenerissima convive con un incombente lato oscuro che attende solo il momento giusto per emergere, un’ombra distruttrice che a lungo fugge gli sguardi. 3 propone una trama inquieta e pessimista che lascia turbati, Aishwarya R. Dhanush eredita lo stile del cognato Selvaraghavan (con il quale ha collaborato alla realizzazione di Aayirathil Oruvan) e dimostra di averne subito notevolmente gli influssi, nel bene e nel male. Il regista è la fonte d’ ispirazione primaria per tutti coloro che nel cinema tamil scelgono la full immersion nel genere drammatico-sentimentale, qualunque sia la trama i suoi film sono guidati da uno spiazzante senso di amarezza e le interpretazioni si tingono di un espressionismo teatrale.

Aishwarya inizia a narrare a ritroso partendo da un epilogo che più tragico non potrebbe essere, preparando lo spettatore all’idea che non potrà esserci alcun happy ending, l’incanto è stato in qualche modo spezzato e per il momento non ci è dato sapere come. Dal quadro scioccante della prima scena ci si sposta presto in una dimensione calda e genuina, in cui esplode la dolcezza: i due ragazzi si incontrano e nasce un attrazione infantile, un amore fatto di sguardi timidi e piccoli gesti. Ram non sa l’inglese ma gli piace pasticciarlo, corteggia ossessivamente una ragazza per il suo bel viso senza conoscere niente di lei e segue la sua filosofia bambinesca del “today nice figure, maybe tomorrow love”. Il personaggio interpretato da Dhanush è un adolescente come tanti, privo di talenti particolari e pure un po’ vagabondo, spesso irritante ma a volte così adorabile da non resistere alla tentazione di gettargli le braccia al collo e abbandonarsi a lui. Il racconto funziona anche grazie alla splendida sintonia tra Dhanush e Shruti Haasan, due attori visivamente molto compatibili, entrambi magri e adattabili a nuovi look, capaci di apparire credibili sia come teenagers che ventenni o trentenni. Di Dhanush colpisce la capacità di entrare profondamente nel personaggio, incarnandone ogni aspetto, dal più nobile al più meschino, la regista e il suo protagonista (moglie e marito fuori dalle scene) sono uniti da una profonda confidenza,  si  avverte una totale fusione tra chi dirige il film e chi filtra le idee attraverso il proprio corpo. L’attore si è abbandonato senza freni, mettendosi a nudo come mai prima d’ora, sarà difficile dimenticare le sue espressioni, la tenerezza del sorriso innocente, la convinzione disarmante di un amore pulito, la paura di chi non sa che scelte prendere e non riesce ad affrontarle, l’ira improvvisa, il terrore di compiere un gesto irreversibile. 3 ha concesso all'interprete tamil, premiato lo scorso anno con il National Award, l’occasione migliore per sfoderare un impressionante talento drammatico, già esploso in Kadhal Kondein, Aadukalam e Mayakkam Enna ma mai esaminato e messo alla prova così a fondo, per Shruti Haasan Janani è stato il ruolo che aspettava da tempo e che sembrava non  decidersi ad arrivare. 

3 più che sorprendere vuole lasciare turbati ed emozionare, la musica non abbandona mai il racconto e attraverso la colonna sonora il film compie respiri profondi. Il tormentone "Why this Kolaveri Di"  introduce il nuovo crescendo drammatico tracciando una linea netta tra il primo tempo, incentrato solo sull’amore uomo/donna, e il secondo, il cui un diverso sentimento prende il largo, l’amicizia tra Ram e Senthil e il loro esserci l’uno per l’altro anche nelle scelte più discutibili e sbagliate. L'adorabile nonsense song scatena molteplici reazioni, è divertente, folle, il suo testo è simpatico, il ritmo esorcizza la tensione e rilassa, pare passiva e apatica eppure spinge ad abbozzare qualche passo, a seguire il ritmo, a ondeggiare. Proprio al termine della visualizzazione del brano si presenta nel film il primo sentore della pericolosità dell’altra faccia di Ram, emerge di colpo il suo inquietante, e indomabile, dark side. Quando sembra che non  ci siano sorprese la storia imbocca una direzione improvvisa e alquanto audace, una scelta che rende il film più intenso e sofferto ma espone drasticamente al rischio qualcosa che fino a quel momento era stato protetto con cura. La scelta di Aishwarya è temeraria e fa di lei una vera giocatrice, in alcuni istanti si sente correre un brivido, tutto potrebbe perdersi in un secondo e si avvertono imprecisioni, esagerazioni ed errori, in altri momenti la roulette gira in suo favore e 3 regala attimi potenti. 

La regista sceglie il titolo 3 ma resiste alla tentazione di dividere il film in altrettanti capitoli, vuole che la storia salti indietro e in avanti senza regole lasciando tutte le porte temporali ancora aperte per attingere informazioni e ricordi. Come in una favola decenni interi vengono racchiusi in pochi attimi mentre anche i piccoli gesti, narrati con enfasi e sentimento, bloccano le lancette dell’orologio e decollano in voli vertiginosi fuori dalla realtà. E’ un film che spazientisce, stanca e demoralizza facilmente, ma nel momento in cui si viene attratti da esso ci si ritrova risucchiati dentro e completamente stregati. Seguendo i comportamenti del protagonista tutto diviene bipolare e non esistono vie di mezzo, ci si deve preparare ai tagli netti e buche improvvise, a scene volutamente esasperate e ad altre talmente intime da sembrare strappate alla realtà. 3 può non piacere a tutti ma è un magma denso e tumultuoso difficile da arginare, un film che o si odia fin dall’inizio o si finisce per amare con tutto il cuore. 

Il mio giudizio sul film : **** 4/5

ANNO: 2012
LINGUA : Tamil 
REGIA: Aishwarya R. Dhanush 


CAST:

Dhanush ………………………… Ram
Shruti Haasan ……………….. Janani 
Sundar ……………………. Senthil 
Prabhu ……………. Il padre di Ram
Sivakarthikeyan ……………. Kumaran


 COLONNA SONORA : Anirudh Ravichander
PLAYBACK SINGERS: Dhanush, Anirudh Ravichander, Shruti Haasan, Ajesh, Vijay Yesudas, Swetha Mohan, Mohit Chahuan, Sathya Prakash, Harish Swaminathan


QUALCOS’ALTRO: 

La storia del brano "Why this Kolaveri Di" ha già del leggendario e poco importa se la pellicola non è stata pienamente apprezzata dal pubblico, il tormentone che guida la colonna sonora passerà alla storia, le sue (in data di oggi) 54.037.919 visualizzazioni su You Tube ne fanno un record di popolarità a livello mondiale. Anirudh Ravichander, il compositore, è un debuttante assoluto, il testo in Tamil English è stato scritto e interpretato da Dhanush. Maggiori informazioni nell'articolo Why This Kolaveri Di conquista You Tube Pubblicato nella sezione News & Gossip

Non perdetevi lo spumeggiante  articolo di LuceSole **LSD**  #kolaveridi #kosmik(s)buzz.La follia "Kolaveri Di", soup song, flop song,  esplode domenica 27 novembre e si diffonde a macchia d’olio travolgendo il blog e la pagina twitter.

Video del Song Promo dei record
Visualizzazione del brano nel film.

Per chi ancora non lo sapesse (c'è qualcuno che non lo sa?) Aishwarya R. Dhanush è la figlia della megastar Rajinikant, attore idolatrato dal pubblico tamil, e non solo. Il compositore Anirudh Ravichander è suo cugino. La regista e l’attore protagonista sono sposati dal 2004 e hanno due figli. il fratello maggiore di Dhanush è il famoso regista Selvaraghavan che l’ha diretto in tre dei suoi film (Kadhal Kondein, Yaraadi Ne Mohini, Mayakkam Enna). Alla lista dei figli/fratelli/parenti d’arte si aggiunge Shruti Haasan, figlia di Kamal Haasan, altra leggenda del cinema indiano.  Qualcosa in più su Dhanush e Shruti Haasan negli articoli : I volti maschili del cinema tamil, e  I volti femminili del cinema telugu.

Shruti aveva in un primo momento rifiutato il ruolo di Janani ma ha riconsiderato l’offerta nel momento in cui è stato anticipato l’inizio delle riprese e l’attrice successivamente scelta, Amala Paul, è dovuta uscire dal progetto per sovrapposizioni di date.