Ponniyin Selvan - I e Ponniyin Selvan - II vanno gustati uno in fila all'altro, perché si tratta di un unico film girato tutto insieme ma suddiviso in due parti solo per ragioni commerciali e distributive. Nella sua interezza, la saga è di fattura squisita, molto omogenea pur nella diversificazione dei toni. A voler proprio trovare un difetto, alla prima visione è faticoso tenere il passo, la storia è articolatissima e sconosciuta a noi non indiani (troppi intrighi per i miei gusti), un folto numero di personaggi secondari da memorizzare - oltre ai sottotitoli poco leggibili. La saga va affrontata solo dopo aver letto con attenzione la trama di PS-I (pazienza per gli spoiler), e va assaporata un tempo alla volta, con calma. PS cresce ad ogni visione successiva, sino a causare dipendenza. Ci si affeziona ai protagonisti, si colgono nuovi deliziosi dettagli, si rimane catturati dall'artisticità e dalla precisione delle inquadrature. La tecnica è sopraffina. PS dovrebbe diventare oggetto di studio nelle scuole (anche occidentali) di cinema.
Accennavo ai toni. PS-I è più esuberante, con una narrazione in espansione e una luce ottimistica. Vengono presentati i personaggi, ciascuno col suo spazio e con la sua caratterizzazione. E vengono annunciati gli eventi, creando curiosità e aspettative. PS-II è più introspettivo, con una narrazione che procede verso la sua conclusione - anche di chiusura definitiva (per alcuni personaggi) -, e con interazioni significative. I protagonisti tracciano le parabole delle loro esistenze, rivelano le fragilità. Le finezze non si contano. Acqua ovunque, il suono ovattato dei flutti, l'acqua da cui emerge e in cui si immerge Nandini, l'inizio e la fine. La colonna sonora, compatta quanto la pellicola, si accorda con le ipnotiche immagini in totale, magica armonia.
Una vera impresa comprimere un romanzo (e una storia) di quelle proporzioni in una sceneggiatura cinematografica che, ad ogni visione aggiuntiva, dimostra sempre più il proprio valore. Gli attori regalano interpretazioni straordinarie. Un applauso a Mani Ratnam, anche per la direzione delle vorticose sequenze d'azione e per quelle estremamente realistiche di guerra. Un fragoroso applauso per la scena dell'incontro, davvero epico, fra Nandini e Aditha adulti (Mani: graziegraziegrazie).
TRAMA
Siamo nel X secolo nel sud dell'India. L'impero della dinastia Chola è retto dal sovrano Sundara, ormai malato. L'erede è il primogenito Aditha, in guerra espansionistica ai confini del regno. I ministri cospirano per restituire il trono al cugino dell'imperatore. [Spoiler] Arunmozhi, il terzogenito di Sundara, salvato dall'annegamento da una donna misteriosa, è protetto in un monastero. Aditha incontra dopo anni la bellissima Nandini. I cospiratori stanno per chiudere il cerchio intorno alla famiglia reale, mentre i sicari del regno nemico dei Pandya progettano l'omicidio di Sundara, Aditha e Arunmozhi. Ed ecco il colpo di scena: il cugino dell'imperatore rinuncia al trono, ma è Arunmozhi ad offrirglielo.
ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE
* L'incontro da cardiopalma fra Nandini e Aditha. Indimenticabile. Aishwarya e Vikram al top. Gesti, sguardi, parole pronunciate e parole trattenute. In ginocchio al cospetto di un cinema che esalta, emoziona e commuove.
RECENSIONI
The Hindu:
'Mani Ratnam’s sequel takes liberal creative liberties by leaving out some parts from the Tamil classic in order to present it cinematically - and the climax might be the subject of some discussion in this context, especially among fans of the book - but it largely encapsulates the myriad twists and turns as the story unravels. (...) The zing of the first installment might be missing here, but there is certainly more depth to the characters. Despite having to chronicle several character arcs and showcase the twists and turns, Mani Ratnam’s cinematic flourishes come to the fore. The director has always been an expert at showcasing two different character sequences packaged as one. (...) Some of the scenes do extend more than they ought to; there’s a Vikram-Aishwarya Rai meet-up that becomes too dialogue-oriented, but do watch out for their sparking performances and cinematographer Ravi Varman’s rich use of light and colour in this particular sequence. Aishwarya Rai Bachchan’s hard work and effort to portray Nandini shows on the big screen, and she oozes confidence, but one wishes the makers gave this character more heft in the end. Somehow, she gets a lot of character-building (...) but her different shades could have been conveyed more effectively. (...) If Karthi was the life of the first part (...) Vikram and Jayam Ravi get their act together here, with powerful performances. Vikram displays flashes of acting brilliance, especially during the sequence where he learns that a plot is brewing against him. Jayam Ravi comes across as more quiet and confident, especially in a sequence that involves Buddhist monks saving him from a tricky situation. Whoever said ‘mass’ moments needed lots of action? Aiding this galaxy of actors (...) is a rousing score from A.R. Rahman who seems to know when to dish out soft musical cues (...) and go all out with powerful vocals and percussion. (...) Despite the war sequences in the end, it is the interpersonal dynamics and drama between its main characters that make the core of Ponniyin Selvan. Kalki has packed inside his literary work several twists that might be a little hard to understand for someone unfamiliar with the PS universe and the family tree, but Mani Ratnam’s cinematic adaptation makes for a satisfactory watch'.
Srinivasa Ramanujam, 28.04.23
Galatta:
'There are hardly any raised voices in Ponniyin Selvan - II, and save for a couple of action/battle scenes, this may be the quietest epic I've seen. The zingers are quiet. (...) The confrontations are quiet. (...) The humour is quiet. (...) The stunning set pieces are quiet. (...) The emotional moments are quiet, like when the three Chola siblings are reunited - it's one of many fabulous pieces of choreography with close-ups in a film filled with close-ups. With his superb cinematographer Ravi Varman, Mani Ratnam amps down the aural drama and amps up the visual drama. Even by this director's legendary standards, the staging is something else. (...) Ponniyin Selvan - II is an intimate movie, both literally (all those close-ups) and figuratively. (...) Several scenes are so good (...) that you wish for separate spin-off films with just these characters alone. The big show-down between Aditha (...) and Nandini is another stunner. (...) And again, it's shot mostly in tight close-ups. This is a narrative filled with talk, and Mani Ratnam keeps finding ways to film these conversations in diversely dramatic ways, with the camera rarely fixed. (...) Unlike Part I, this is heavier, sadder - it's more of a Shakespearean drama, with failings and failures. (...) A.R. Rahman's songs are aptly fitted into the background. (...) The writing (...) is a model of concision without confusion. The emotional bonds are strongly reinforced within minimal screen space. Nothing feels stagey. There's no forced rhetoric. But for the time period, these people could be us - only, our lives aren't exquisitely edited by Sreekar Prasad and set-designed by Thota Tharani. The two films' design alone is worth a review. Look at how the pure and peace-loving Arunmozhi is always shown in shades of white, as opposed to the darker hues that define his tortured brother. Mani Ratnam released his first movie on January 7, 1983. Forty years on, he continues to challenge himself and his viewers. Sometimes he fails, but he is on a roll now, and the Ponniyin Selvan films are easily among his grandest achievements'.
Baradwaj Rangan, 28.04.23
Cinema Hindi: **** (scommetto che se lo guardassi un'altra volta volerei a *****)
Punto di forza: regia da urlo, sceneggiatura lucida e compatta, Vikram e Aishwarya.
Punto debole: troppi eventi, troppi personaggi. Materiale sovrabbondante per una sola visione.
SCHEDA DEL FILM
Cast:
* Vikram - principe Aditha Karikalan, primogenito dell'imperatore Sundara ed erede al trono
* Karthi - principe Vallavaraiyan Vandiyadevan, comandante dell'esercito Chola e amico del principe Aditha
* Aishwarya Rai - Nandini, moglie del ministro del tesoro del regno Chola / Mandakini
* Trisha - principessa Kundavai, secondogenita dell'imperatore Sundara
* Jayam Ravi - principe Arunmozhi Varman alias Ponniyin Selvan, terzogenito dell'imperatore Sundara
* Prakash Raj - imperatore Sundara Chozhar della dinastia dei Chola
* Kamal Haasan - narratore
Regia: Mani Ratnam
Sceneggiatura: adattamento cinematografico redatto da Mani Ratnam, Elango Kumaravel e B. Jeyamohan del monumentale romanzo tamil in cinque volumi Ponniyin Selvan (1955) di Kalki Krishnamurthy.
Colonna sonora: A.R. Rahman
Fotografia: Ravi Varman
Scenografia: Thota Tharani
Montaggio: Sreekar Prasad
Lingua: tamil
Traduzione del titolo: il figlio di Ponni. Ponni è l'antico nome letterario tamil del fiume sacro Kaveri.
Anno: 2023
CURIOSITÀ
* PS-II ha conquistato la terza posizione nella classifica degli incassi dei film tamil del 2023.
* Bejoy Nambiar è l'aiuto regista della saga.
* Ponniyin Selvan è considerato uno dei più importanti romanzi della letteratura tamil. Dal 1950 al 1954 fu pubblicato a puntate sul periodico Kalki, e poi raccolto in cinque volumi nel 1955. I primi due volumi sono condensati in PS-I, gli ultimi tre in PS-II.
* La dinastia dei Chola, localizzata originariamente nella valle del fiume Kaveri (India meridionale), è una delle più longeve della storia (III secolo a.C. - XIII secolo d.C.). Nel IX secolo ebbe inizio l'espansione territoriale: nacque così il potente impero marittimo dei Chola. Sundara Chola, alias Parantaka II, regnò dal 958 al 973. Gli venne affidato il trono in quanto il cugino Madurantaka Uttama, erede legittimo, era troppo giovane. Arunmozhi, alias Rajaraja I, regnò dal 985 al 1014, dopo il breve regno di Madurantaka Uttama - regno offerto dallo stesso Arunmozhi alla morte di Sundara (e di Aditha). Aditha fu assassinato nel 971, a soli 29 anni, in circostanze misteriose. Kundavai sposò davvero il principe Vallavaraiyan Vandiyadevan - almeno una soddisfazione (Fonte Wikipedia).
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