Ancora frastornata, con un nodo in gola nonostante siano
passate anche più di 24 ore apro una nuova pagina e inizio a parlare di
Visaranai, nuovo lavoro di un regista che stimo moltissimo, Vetrimaraan, per non
parlare del produttore, il magico Dhanush. Un binomio perfetto che ha intuito
già con Aadukalam e Kaaka Muttai quali siano le coordinate per far breccia nel cuore degli
spettatori. Ma anche sventrarli volendo, dilaniandone l’anima e lo stomaco,
facendo risuonare la propria voce ben oltre il tempo della proiezione. Non posso dire che Visaranai sia il film tamil
che mi è piaciuto di più negli ultimi tempi ma di certo è andato a intaccare la
mia tranquillità, mi ha dato una scossa, mi ha lasciata assetata, inquieta, nervosa. A volte è sufficiente solo una scena, uno sguardo e l’ago della
bilancia si inclina di colpo in una direzione, quella giusta.
TRAMA
Tre ragazzi di umili origini, emigrati dal Tamil Nadu in
Andhra Pradesh per svolgere lavori di manovali e commessi, vengono arrestati improvvisamente
e sottoposti a pesanti interrogatori – tortura. I poliziotti che hanno in
carica la risoluzione del caso sono più interessati a concludere la faccenda
facendo arrestare tre persone prese dalla strada piuttosto che indagare e
raggiungere i reali colpevoli.
La prima parte del film, dalla cattura al rilascio dei tre
protagonisti, è ispirata ad una vicenda reale, un conducente di rickshaw e
altri due uomini sono stati prelevati di notte dalla polizia e torturati per
tredici giorni solo per confessare crimini che non avevano mai commesso.
L’autista, una volta uscito dall’incubo ha raccontato la sua vicenda in un
libro, Lock Up, divenuto lo spunto di partenza per la sceneggiatura di Visaranai.
Nella seconda parte ritroviamo sempre i tre personaggi ma in una storia
diversa, altrettanto drammatica, che fortunatamente pero' non è frutto di
un’esperienza vissuta. Visaranai è noto anche in Italia già dal 2015 quando venne proiettato in
prima assoluta al Festival di Venezia, in concorso nella sezione Orizzonti (la prima volta per un film tamil) e
premiato da Amnesty International.
L’indolenza, la corruzione, l’impassibilità del gruppo di
poliziotti crudeli e svogliati è impressionante, i dialoghi sono crudi, le
immagini ancora di più. Nella violenza, nell’ingiustizia, nella disperazione,
si mantiene viva la tenacia di chi è disposto a tutto pur di non perdere la dignita’. La fierezza e il coraggio di chi e' certo di
essere nel giusto infiammano lo sguardo del protagonista, Pandi, solidale con i suoi
compagni di sventura, quasi impassibile al dolore fisico in un istante che buca
lo schermo e fa scattare il salvavita dell’impianto elettrico. Non voglio spoilerare
la scena, ma tanto di cappello alla scelta di Vetrimaaran e all’interpretazione
di Dinesh Ravi, naturale, diretta. I
suoi occhi sono bellissimi, e parlano.
Visaranai più che un film pare un documentario, una
disavventura sanguinosa che mette in mostra il marcio della società e sembra
ripresa da telecamere nascoste. L’innocenza
diviene un bagaglio scomodo da portarsi dietro quando si mette piede in una
grande città e si è solo parte degli “ultimi”. Vulnerabili e vacillanti
rispetto chi sa guardarsi le spalle e conosce bene il luogo facendone già parte.
I crimini compiuti nella piccola caserma non sono solo i racconti delle ingiustizie
subite da M.Chandrakumar, il rickshaw driver di Coimbatore, e nemmeno le
vicende di Pandi, Murugan e Afazal, i tre protagonisti del film, se Visaranai ferisce
è perché a suo modo da voce alle urla inascoltate, alle lacrime versate in
silenzio da tanti volti che agli occhi del mondo non avranno mai nome.
Il film parla chiaro e presenta un esempio semplice. Il
potere spesso puzza di marcio e a volte non ci si può fare proprio niente. La verità non vince, la lealtà non porta
lontano, neanche l’amicizia e la compassione possono avere la meglio su
situazioni scritte dall’alto, pronte ad essere strumentalizzate, eseguite o
insabbiate. Può l’uomo essere abbandonato nel dolore? Manovrato come una pedina
in una scacchiera? La necessità di essere tutti uguali e di dover godere degli
stessi diritti è solo un’utopia? Solo belle parole? Per lanciare un fiammifero
acceso bastano due dita e il regista lo sa bene. Grazie ancora una volta al
Cinema Tamil.
Il mio giudizio sul film : **** 4/5
ANNO : 2016
LINGUA : Tamil
TRADUZIONE DEL TITOLO : Interrogatorio
REGIA : Vetrimaaran
CAST :
Dinesh Ravi ……… Pandi
Aadukalam
Murugadoss ……… Murugan
Silambarasan
Ratnasamy ………… Afzal
Anandhi ………….. Shanti
Samuthirakani ………. Muthuvel
Kishore …….. KK
COLONNA SONORA : G.V. Prakash Kumar
Vedi anche :
Mostra del Cinema di Venezia 2015 (dalla sezione News & Gossip)
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