14 settembre 2013

CELLULOID




E’ il centesimo anniversario della nascita del cinema indiano e l’industria malayalam sente di dover ricordare il suo padre fondatore, JC Daniel, autore del primo lungometraggio muto girato in Kerala. La sua biografia, interessante quanto drammatica, dipinge una vita fatta di frustrazioni e rinunce, segnata da un totale declino economico e professionale.  Rifiutato dai suoi contemporanei, il regista non ha avuto modo di assaporare il successo e le onorificenze che oggi gli sono state attribuite.

TRAMA
L’ambizioso JC Daniel (Prithviraj), affascinato da Chaplin e da D.Phalke,  sogna di poter apprendere l’arte della cinematografia e diventare il primo regista indiano in Kerala. Dopo aver venduto tutte le sue proprietà riesce ad acquisire il materiale a disposizione per poter realizzare il primo film, Vigathakumaran : The lost child. Nonostante la sua creatività la pellicola viene bocciata dal pubblico per motivi culturali e religiosi. Il film, così come il suo nome e quello della protagonista PK Rosie (Chandni), vennero dimenticati.

Celluloid è un titolo che si apprezza meglio alla seconda visione, se la prima volta può sembrare eccessivamente lento ad una seconda si potranno cogliere i particolari dei personaggi e del contesto storico riprodotto con cura, la sua grazia e armonia, la delicatezza del brani musicali.  Il film non parte mostrandoci la creazione della pellicola ma la sua distruzione, la celluloide che brucia e si scioglie lentamente, mandando in fumo anni di lavoro e grandi speranze.  Daniel paga a caro prezzo le conseguenze della sua ricerca di modernità, ostacolato da coloro che volevano difendere le nette divisioni di caste e religione e che vedevano nelle sue scelte cinematografiche una sfida ai lori principi, è costretto a ritirarsi, accantonando per sempre la sua passione.  Nel ricostruire gli eventi  Kamal si ispira a due titoli letterari, Life of JC Daniel di Chelangatt Gopalakrishnan  e Nashta Nayika  di Vinu Abraham , un libro che cerca di ricostruire la biografia di PK Rosie, la prima heroine del cinema malayalam.
Il film è raffinato e piacevole da seguire, guidato da una narrazione a flashback che oscilla tra diverse fasi del passato. Prithviraj e Mamta Mohandas sono una coppia cinematografica molto affiatata ma l’attenzione si sposta sulla debuttante Chandni  che interpreta Rasamma, la sua performance sensibile e naturale è la forza trainante. Affetto e complicità scattano dalle prime immagini in cui compare Rasamma, la ragazza di umili origini che inizia a sognare di diventare un’attrice e insieme al nome d’arte di PK Rosie accoglie nuove esperienze e nuovi amici, la seguiamo con in interesse nella sua avventura cinematografica fino al drammatico epilogo.
Kamal sceglie di presentare JC Daniel come un uomo ordinario e pacato, dedicato alla famiglia e desideroso di  tramandare parte della sua cultura attraverso il cinema, sicuro di sé e del suo valore ma anche disposto ad accettare in silenzio le sconfitte, isolandosi nella sua casa quando nelle avversità tutti gli voltano le spalle.  Daniel appare moderno anche nella scelta di basare il suo film non su un tema biblico o mitologico ma su un episodio realistico, arricchito da momenti drammatici e romantici, l’uomo conosceva e praticava le arti marziali quindi pensò di includere nella pellicola anche scene di combattimento tra l’eroe (interpretato dallo stesso Daniel) e i gli oppositori.
Celluloid è una biografia dettagliata ma soprattutto un tributo, la cronaca di un’ingiustizia subita e di un’evoluzione artistica troncata a causa della censura sociale, l’aver convinto una ragazza di bassa casta a recitare nel film scatenò l’odio dei più ortodossi che boicottarono la pellicola e costrinsero l’attrice  a fuggire.

Il mio giudizio sul film: ***1/2  3,5/5

ANNO: 2013
LINGUA : Malayalam
REGIA : Kamal

CAST :
Prithviraj ……………………. JC Daniel
Mamta Mohandas ………………. Janet
Chandni ………………… Rosie
Sreenivasan …………………… Chelangatt  Gopalakrishnan
Sreejeet Ravi ………………… Sundararaj
Shruti Dileep ………………… Lana
Nandu Mahadav …………………… D. Phalke


COLONNA SONORA : M. Jayachandran
PLAYBACK SINGERS:  Sitara, G.Sreeram, Vaikom Vijayalakshmi


QUALCOS’ALTRO: 
Alcuni dei riconoscimenti e premi conquistati dal film :
National Award: Miglior film in lingua Malayalam
Kerala State Film Awards:  Best  Film, Best Actor (Prithviraj), Best Music Director (M.Jayachandra), Best Art Director  (Suresh Kollam), Best Playback Singer (Sithara), Best Costume Designer (SB Satheesh), Special Jury Mention (Sreeram, Vijayalakshmi)

La giovane Chandni, prima del suo debutto cinematografico in Celluloid, deve la sua popolarità al piccolo schermo, è stata infatti una concorrente del reality show a tema canoro Josco Indian Voice. 
Chandni si esibisce cantando dal vivo la canzone "Yenudoni" da Celluloid nel programma televisivo Indian Voice 2.  Video.
L'articoli di Deccan Chronicle su Chandni . Her first time on celluloid

Vedi anche :
Threedefining moments in Indian Cinema history,  link segnalato da Cinema Hindi nella sezione Centenary of Indian Cinema

I volti femminili e maschili del Cinema Malayalam, per conoscere qualche dettaglio su Prithviraj e Mamta Mohandas.

09 settembre 2013

HARISHCHANDRACHI FACTORY





Harishchandrachi Factory racconta una bella storia d’amore, quella tra un uomo con grandi sogni e la meraviglia del cinema, un’unione inizialmente impossibile da coronare che piano piano si realizza e trasforma Dhundiraj Govind Phalke in Dadasaheb Phalke, il padre del Cinema Indiano.


TRAMA
E’ il 1911, l’India è ancora una colonia inglese quando D.Phalke (Nandu Mahdav), stampatore, fotografo e aspirante prestigiatore, assiste per la prima volta ad una proiezione cinematografica: The life of Christ. L’invenzione dei fratelli Lumière cambia per sempre la sua vita, l’idea di voler diventare regista e creare la prima pellicola con tematiche e attori indiani diviene la sua più grande ossessione.


Paresh Mokashi, affermato regista teatrale, sposta le lancette dell’orologio indietro di cento anni e ci rende spettatori delle fasi di creazione del film muto a tema mitologico, Raja Harishchandra, uscito nelle sale nel 1913, data che è di fatto considerata la nascita del Cinema Indiano.
Il film ricostruisce con delicatezza e humor la passione di Phalke e il suo vorace apprendimento al fine di acquisire tutte le conoscenze necessarie e il materiale per poter girare un film.  La storia parte da un colpo di fulmine: un biglietto staccato, una sala buia, un fascio di luce, delle immagini in movimento che trasportano in mondi immaginari o riproducono la realtà, il protagonista viene rapito dalla nuova invenzione e non pensa ad altro, tanto che gli amici iniziano a crederlo pazzo suggerendogli di sottoporsi a delle cure.  Per Phalke è amore a prima vista ma anche follia, perché quando si inizia ad amare il cinema questa meravigliosa creatura è in grado di rubare tutti i pensieri e trascinare con sé.
Seguiamo l’aspirante regista nei suoi esperimenti per familiarizzare con un nuovo mondo, registriamo le tappe della sua  progressiva conoscenza del fenomeno, l’apprendimento delle tecnologie attraverso fatiche e sacrifici, buone intuizioni e piccoli passi. Phalke può contare sul supporto della sua famiglia, che lo assisterà anche nei momenti più difficili, la moglie e il figlio maggiore condividevano la stessa passione e credevano nella possibilità di un suo successo. Il film propone dolci scene di vita familiare, gli studi svolti insieme alla moglie, gli scherzi che la coppia amava scambiarsi, la nascita della figlia Mandakini, che anni più tardi reciterà in alcuni progetti del padre.
Phalke, come appare in Harischandrachi Factory, è una fusione tra artista e businessman, un uomo creativo e appassionato  ma anche lungimirante e attivo nella promozione delle sue pellicole. Lo vediamo intento a studiare strategie pubblicitarie per attirare un pubblico numeroso, cercando di scacciare le superstizioni che vedevano nella proiezione di un film un fenomeno di magia nera. Il suo sogno era costruire una vera prima industria cinematografica in India, nella quale il lavoro di attori, tecnici e cineasti fosse considerato una professione rispettabile, al pari delle altre attività produttive, da qui il termine “Factory” , che ritroviamo anche nel titolo.  Il film ci mostra come Phalke cercasse con ogni mezzo di motivare i propri dipendenti facendo in modo di non farli sentire  “svergognati” o “perditempo” ma diligenti operai di un’industria, un lavoro di squadra che richiede dedizione e impegno.
Per risolvere la carenza di attori Phalke recrutò anche membri della sua famiglia e impose agli interpreti una rigida disciplina per facilitare l’impersonificazione.  Andando contro le regole del tempo il regista ha insistito fino all’ultimo per scritturare delle donne nei ruoli femminili ma il cinema non era considerato un lavoro rispettabile, nessuna donna a suoi tempi accettò di recitare di Raja Harishchandra e l’autore  fu costretto ad affidare a un uomo la parte di Taramati.
Nel 1913 il regista si dedicò a girare alcuni sketch appositamente pensati per illustrare al pubblico gli aspetti pratici della costruzione di una pellicola, possiamo quindi  avere un’idea del regista  mentre si dedica al montaggio, alla composizione delle scene, mentre istruisce i suoi attori o assiste alla creazione dei set. In occasione del centenario della nascita del Cinema Indiano è uscita una copia in dvd di ciò che resta dell’originale film muto (alcune parti sono purtroppo andate perdute),  nei contenuti speciali si possono scoprire dei brevi filmati che mostrano un D.Phalke non troppo diverso dal personaggio pensato da Paresh Mokashi per Harischandrachi Factory

Il mio giudizio sul film : ****  4/5

ANNO: 2009
LINGUA : Marathi
REGIA: Paresh Mokashi

CAST:
Nandu Mahdav ………….. Dadasaheb Phalke
Vibhavari Deshpande …………………. Saraswati

COLONNA SONORA: Narendra Bhide


QUALCOS’ALTRO
L’Art Director di questo film è un nome illustre nella storia odierna del cinema indiano: Nitin Chandrakant Desai , art director, produttore, impreditore nonché titolare degli splendidi (e immensi) ND Studios di Karjat dove è stato costruito anche il set del maestoso Jodhaa Akbar.

Solo alcuni dei premi e riconoscimenti conquistati dalla pellicola: 
Best Film – Ahmedabad International Film Festival  (2009)
Best Film – Kolhapur International Film Festival (2009)
Best Director – Pune International Film Festival (2009)
Best Film, Best Director, Best Art Director - Maharashtra State Film Awards
Selezionato a rappresentare l’India all’edizione 2009 degli Academy Awards, il film ha concorso per l’Oscar nella categoria Best Foreign Language Film.


06 settembre 2013

JAB TAK HAI JAAN

Yash Chopra è deceduto il 21 ottobre del 2012, Jab tak hai jaan è il suo ultimo film. Pur non volendo far torto in primo luogo a questo famosissimo autore, produttore e regista, lasciandoci influenzare nel giudizio dalla sua scomparsa, è innegabile che l'ultimo suo lavoro, portato a termine ad ottant'anni compiuti, dopo cinquant'anni di carriera, ha un suo intrinseco interesse.

TRAMA

Samar Anand (Shahrukh Khan) è un artificiere dell'esercito indiano. Attraverso un'intrepida giornalista, Akira Rai  (Anushka Sharma), che si interessa alla sua storia, scopriamo del suo amore mai dimenticato per Meera Thapar (Katrina Kaif), incontrata a Londra, dieci anni prima, quando Samar era cantante di strada e cameriere.

RECENSIONI

The Times of India ***1/2
Jab Tak Hai Jaan è il canto del cigno di Yash Chopra, il grande padre del genere romantico. Ogni fotogramma è ritratto alla perfezione, le emozioni sono ben sfumate. Ma c'è un sostanziale difetto: la storia di Aditya Chopra è stereotipata.
Shah Rukh Khan è la spina dorsale di JTHJ. E' carismatico come innamorato ed enigmatico come ufficiale dell'esercito.
Katrina Kaif grazie ad un look intelligente appare splendida. Inoltre durante la canzone Ishq Shava è bella da guardare, sta diventando una ballerina di film drammatici bollywoodiani. Ma quando è ora di saper gestire scene emotive ed intense, Kat rimane una bambola Barbie, bella ma di plastica.
Anushka Sharma è un piacere per gli occhi, ideale per la parte di una ragazza che parla no-stop. Ha una perfetta figura ma porta il peso di un ruolo insoddisfacente.
Francamente se qualcuno chiedesse qual è il valore aggiunto di JTHJ, sono le immagini dei titoli di coda, dove si vede Yash Chopra scherzare con i suoi attori, immerso in intensi confronti con i suoi collaboratori. Fanno venire un groppo in gola perché il film è stato realizzato così vicino alla sua scomparsa.
Un consiglio: Jab Tak Hai Jaan non vi piacerà se il romanticismo sdolcinato non fa per voi. La pellicola non ha l'intensità di alcuni altri precedenti film sentimentali di Yash Chopra come Daag, Kabhie-Kabhie, Silsila e Chandini. Ma ha ancora il tocco dell'uomo che ha realizzato alcuni dei migliori romantici lavori a Bollywood. 
Meena Iyer, 12.11.2012
La recensione integrale.

Hindustan Times ***
In quale mondo una bella, favolosamente ricca ragazza che gira per Londra in una Bentley guidata da un autista, si innamorerebbe di un cameriere? Ma nel mondo di Yash Chopra, ovviamente!
Aiuta moltissimo che il cameriere sia interpretato da Shah Rukh Khan con un fascino a livelli abbaglianti. In ogni caso non si va a vedere un film di Yash Chopra per immergersi nel realismo o nella complessità di una relazione. Si va per partecipare alla fantasia di un amore idealizzato che fa perdere i sensi, e Jab Tak Hai Jaan soddisfa pienamente in questo.
Questa pellicola presenta tutti gli elementi che si desiderino da un lavoro di Yash Chopra, meravigliose locations in UK e nel Kashmir, sfarzose canzoni e tre nobili personaggi che lottano con integrità contro i loro personali obblighi.
Ma quello che Jab Tak Hai Jaan non ha è una trama coerente. Attraverso una serie di colpi di scena poco convincenti, il cameriere diventa un ufficiale dell'esercito, un esperto artificiere, niente di meno.
La storia di Aditya Chopra è grossolanamente artificiale e sul filo del ridicolo.
Non sono rimasta coinvolta dalla storia, ma mi hanno convinto le interpretazioni sincere.
Tutti e tre, Shah Rukh, Katrina and Anushka, sono eccellenti.
E signore, prendete nota: Shah Rukh è senza sforzo il più affascinante ufficiale del cinema Hindi dai tempi di Balraj Sahni in Haqeeqat, e in questo film ha finalmente infranto la sua regola di non baciare sullo schermo.
E' possibile ammirare anche la sua capacità di interpretare l'eroe romantico.
Glielo abbiamo visto fare per due decadi ma lo rende ancora ammaliante.
Jab Tak Hai Jaan  è troppo pasticciato per coinvolgere. Per quasi 180 minuti, richiede un'enorme pazienza. Ma io raccomando di vederlo.
Perché solo Yash Chopra può rendere lo struggimento così attraente e nobilitarlo al punto che il suo eroe lo porti come un distintivo d'onore.
Anupama Chopra, 13.11.2012
La recensione integrale.

Diana ***1/2
Per godere di ciò che Jab Tak Hai Jaan offre dovete essere pronti a quella che Coleridge chiamava "volontaria sospensione dell'incredulità momentanea". 
Le circostanze della storia non stanno in piedi ed oltre ad essere assurde, spesso sono fastidiose. Personalmente trovo il ruolo determinante dato alla fede, a Dio, incomprensibile e difficile da sopportare, ma ognuno può valutare secondo il proprio gusto quali siano gli aspetti del film più irritanti o ridicoli. C'è davvero l'imbarazzo della scelta.
Se decidete però di disinteressarvi della verosimiglianza e riuscite a superare il secondo problema: non sentirvi stupidi per quello che state guardando e che magari vi sta pure piacendo, che cosa avrete in cambio?
Una pellicola grandiosamente confezionata che non bada a spese, scenari strepitosi, musiche allegre e coinvolgenti, un drammone sentimentale che vi strapperà, contro il buon senso e la vostra volontà, più di un'emozione, e un pieno di Shah Rukh Khan da urlo.
Se non vi basta sappiate che Jab Tak Hai Jaan mette in scena la sfida del secolo: SRK vs Jesus. E che qualcuno pensa che solo in cielo ormai si potesse trovare un avversario degno del baadshah di Bollywood.
Chi la spunterà?

Il bello:
- Un minuto di silenzio per l'entrata in scena di SRK, in moto, tuta mimetica e occhiali a goccia.
- Durante una serata in discoteca, Samar si presenta scherzosamente a Meera con il nome di Raj e Meera risponde che il suo è Tina. Subito Samar chiede: italian?
 Dopo gli "spaghetti bolognese" di Don 2, questo "italian" pronunciato da SRK comincia a farci pensare che il re abbia un debole per noi. Aaaah lasciatemi sognare...
- La tenerezza di Samar per la giovane Akira. Il desiderio che lei realizzi i suoi sogni e non rinunci alle sue passioni dimostra che la scorza del tormentato artificiere non è irrimediabilmente indurita.
- Il video della canzone Ishq Shava che mette in luce quella che evidentemente, secondo la Yash Raj Fims, è la caratteristica più importante di Katrina Kaif: la sensualità.
- I titoli di coda con Yash Chopra che lavora, già visibilmente debilitato, fanno stringere il cuore.

Il brutto:
- Challa è una canzone fresca e carina ma onestamente la sequenza in cui SRK gira per le strade di Londra con la chitarra in spalla è imbarazzante.
- Anche se SRK interpreta in modo apprezzabilmente diverso il giovane e ottimista Samar del primo tempo dall'ufficiale più amareggiato e disincantato del secondo, in nessun mondo possibile e non, King Khan può passare per un ventottenne.
- La battuta secondo la quale la dottoressa che si occupa di Samar sarebbe omosessuale. Non è divertente ed è una caduta di stile.
- Le co-protagoniste, Katrina Kaif e Anushka Sharma, sono al loro meglio, soprattutto esteticamente. Il loro look, come quello di tutta la pellicola, è curato e impeccabile, eppure mancano di luce. Nessuna delle due ha la presenza sufficiente, accanto a SRK sembrano figurine di cartone, di secondo piano. Spente e piatte.
- Aditya Chopra.
La sceneggiatura di Jab Tak Hai Jaan non solo è brutta, è anche vecchia, antiquata. La concezione del film  ricorda davvero "quelle di una volta" ma in senso negativo. Niente di più lontano dalla freschezza di DDLJ.
Addio Aditya, ti abbiamo perso definitivamente.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Samar Anand - Shahrukh Khan
Meera Thapar - Katrina Kaif
Akira Rai - Anushka Sharma
il padre di Meera - Anupam Kher
Pooja, la madre di Meera - Neetu Singh
Imraan - Rishi Kapoor
Dr. Zoya Ali Khan - Sarika Thakur
Frank - Andrew Bicknell
Zain - Sharib Hashmi
Maria - Jasmine Jardot
Captain Jagdeep Deewan - Gireesh Sahedev
Captain Kamal Singh - Amarinder Sodhi

Scritto da Aditya Chopra e Devika Bhagat

Diretto da Yash Chopra

Musiche di A.R. Rahman

Coreografie di Vaibhavi Merchant

Prodotto da Aditya Chopra

Distribuito da Yash Raj Films

Anno 2012

AWARDS

Zee Cine Awards 2013:
Best Actress in a Supporting Role - Anushka Sharma
Best Singer Female - Shreya Ghoshal for Saans
International Film Icon - Male - Shahrukh Khan
International Film Icon - Female - Katrina Kaif
Power Club Box Office Award - Yash Chopra

Filmfare Award 2013:
Best Actor In A Supporting Role (Female) - Anushka Sharma
Best Lyrics - Gulzar for Challa
Filmfare Award for R.D. Burman Award - Neeti Mohan for Jiya Re
Lifetime Achievement Award - Yash Chopra for all his films

Stardust Award 2013:
Best Actor (Editor's choice) - Shahrukh Khan
Star of the Year - Male - Shahrukh Khan
Best Actress - Comedy/Romance - Anushka Sharma

International Indian Film Academy (IIFA) 2013:
Performance in a Supporting Role (Female) - Anushka Sharma
Forever Director - Yash Chopra
Digital Star of the Year - Shahrukh Khan

Qui tutti gli altri awards vinti da Jab tak hai jaan.

CURIOSITA'

- Il titolo del film, Jab Tak Hai Jaan, è ispirato alla canzone, Haa Jab Tak Hai Jaan, parte della colonna sonora di  Sholay.
- Alcuni dei suggestivi scenari meravigliosamente filmati da Yash Chopra sono del Kashmir e del Ladakh. Quest'ultima location pare sia stata suggerita dallo stesso Shah Rukh Khan che la conosceva per esserci stato in occasione delle riprese di Dil se..
- Due settimane prima della premiere di Jab Tak Hai Jaan, Ajay Devgn, il cui film, Son of Sardaar, era in uscita nello stesso fine settimana, a Diwali, ha mandato una notifica alla Competition Commission of India accusando la Yash Raj Films di monopolizzare il mercato occupando la maggior parte delle sale cinematografiche. E' probabilmente per questo motivo che Ajay e sua moglie, la splendida Kajol, perfetta e adorata partner di SRK in grandi successi, sono stati praticamente gli unici a non presenziare alla speciale proiezione di Jab Tak Hai Jaan, del 12 novembre 2012 a Mumbai, in commemorazione di Yash Chopra.
Un'idea delle numerosissime star che non hanno voluto mancare all'evento in questo video.
- E' proprio vero, dopo anni in cui il re di Bollywood continuava a ripetere che non avrebbe baciato nessuna delle sue co-star, il tabù è stato infranto. Ma non aspettatevi niente di sconvolgente, si tratta di un timoroso  e poco entusiasta sfiorarsi di labbra che mal si addice a due appassionati innamorati. Si assiste come ad un evento storico ma Shah Rukh sembra più a suo agio a distanza, quando sfodera il carisma innato e l'ormai dolorosamente noto sguardo assassino.

Il sito ufficiale del film.

Uno speciale ringraziamento a Treme per la sua collaborazione a questo post e per aver offerto un punto di vista diverso quanto appassionato sul film.

05 settembre 2013

HIMMATWALA (2013)




Himmatwala, tanto rumore per nulla.  Nel 2013 Sajid Khan dirige una nuova versione del  film che nel 1983 rese celebre Sridevi , già remake di un titolo telugu, Ooriki Monagadu, il cui script non era esaltante di per sè.  Per farla breve, un revenge drama  pieno zeppo di chiché che copia un titolo di trenta anni fa (che a sua volta prende in prestito svariate scene da altri film). Cosa dire, più originali di così non si può.


TRAMA
Ravi  (Ajay Devgan) torna al villaggio natale dopo tanti anni e scopre che sua madre (Zarina Wahab) e la sorella (Lenna Jumani) sono riuscite a fuggire dalle grinfie di un pericoloso signorotto (Mahes Manjrekar) che si diverte ad incutere timore negli abitanti.  Ravi decide di vendicare i torti subiti e far scendere Sher Singh dalla sua poltrona, lo aiuterà la figlia del tiranno (Tamannah), che partecipa alla sua causa e si innamora di lui.


L’entertainment, come promesso da trailer e locandine, c’è, ma di che tipo? L’intrattenimento di Himmatwala resta fedele all’etimologia stessa della parola: tenere a bada, trattenere a sé.  Il film almeno per la sua durata si fa guardare e non avvia raptus distruttivi nei confronti del materiale audiovisivo (fenomeno che ho accusato pesantemente durante la visione di Yamla Pagla Deewana 2) ma si rivela del tutto privo di innovazioni. Si attende il momento in cui il film di Sajid Khan inizi a divergere almeno un pochino dallo schema, l’attimo in cui il regista faccia fare, o dire, qualcosa in più ad Ajay Devgan e Tamannah, ma  arriva l’epilogo e la pellicola si conclude come uno dei più scintillanti buchi nell’acqua che abbia mai visto.
La carica della musica Anni Ottanta, baffi parrucche e barbe vistosamente posticci, logorroici e stravaganti personaggi di cornice, la madre vedova che piange sui gradini del tempio e il girotondo di botte finale. Non manca niente,  persino il tiranno della storia parla con le stesse battute di Amjad Khan e  gli abiti di Tamannah sembrano presi pari pari dal guardaroba di Sridevi. Non è un film omaggio, si tratta di un copia – incolla.
Investire così tanto in un remake iperfedele di un film vecchio solo trentanni è davvero un lavoro inutile oltre che dispendioso. Si doveva fare un ulteriore remake? Francamente non se ne sentiva il bisogno. Manca l’originalità e gli anni che separano le due pellicole sono troppo pochi per garantire il successo di un'altra variante pressoché identica, Himmatwala con Jeetendra e Sridevi  è un film ancora onnipresente nelle programmazioni televisive e relativamente giovane per essere oggetto di una nuova versione non creativa.
Ad essere sincera mi resta difficile elencare una lunga lista dei buoni film degli Anni Ottanta, la mente mi si confonde in una marea di  caos e pellicole abbondantemente rumorose; ci sono sì dei titoli intriganti ma preferisco nettamente la produzione dei decenni precedenti o successivi.  Se l’odierno Himmatwala fosse uscito anni fa sarebbe stato migliore della prima versione ma gli anni passano e i gusti cambiano, e oggi  è troppo datato e ingombrante per essere riproposto al pubblico allo stesso modo.


Da guardare per :
I due protagonisti, Ajay Devgan e Tamannah sono una combinazione interessante.
I numeri musicali presi in prestito dal film del 1983:  “Naino me sapna” e “Taki o taki”. Entrambe le rivisitazioni sono frizzanti , ipercolorate e riportano indietro nel tempo.
Le sequenze di apertura e l’item song visualizzata da Sonakshi Sinha versione disco dancer.

Punti deboli:
La totale  e imbarazzante mancanza di originalità.

Il mio giudizio sul film : **  2/5

ANNO : 2013
REGIA: Sajid Khan
TRADUZIONE DEL TITOLO: Il coraggioso

CAST:
Ajay Devgan …………………  Ravi “Himmatwala”
Tamannah …………………… Rekha
Paresh Rawal …………………… Narayandas
Mahesh Manjrekar ……………… Sher Singh
Zarina Wahab …………….. la madre
Lenna Jumani …………………Padma
Adyayan Suman ……………..Shakti

Apparizioni speciali di Sonakshi Sinha,  Riteish Deshmukh e Chunky Pandey

COLONNA SONORA : Sajid / Wajid  (ad esclusione dei brani “Naino me sapna” e “Takio taki” , composti da Bappi Lahiri e di “Thank God its Friday!” composta da Sachin / Jigar).
PLAYBACK SINGERS : Shreya Goshal, Mika Singh, Bappi Lahiri, Shaan, Sunidhi Chauhan, Mamta Sharma.
QUALCOS’ALTRO:
Ooriki Monagadu (1981), la prima versione, è stata diretta da K. Raghavendra Rao per la cinematografia in lingua telugu, i protagonisti sono Jaya Pradha e Krishna.  Lo stesso regista ha prodotto un remake nel 1983, Himmatwala, il cast era composto da Sridevi, Jeetendra e Amjad Khan, la colonna sonora di Bappi Lahiri divenne famosissima e assicurò il successo della pellicola.
Un debutto bollywoodiano poco fortunato per la bella Tamannah, star delle cinematografie telugu / tamil. L’attrice ha appena ventritrè anni ma ha già recitato in molte pellicole, tra quelle che preferisco : Paiyaa, Ayan, 100% Love e Konchem Ishtam Konchem Kashtam.
Asrani è l’unico attore ad avere comparire in entrambe le versioni  (1983 e 2013)
Vedi anche gli articoli: Le prime del 23 marzo: Himmatwala.
Himmatwala : La locandina
Sonakshi Sinha item girl per Himmatwala