
Oro e  rosso, viola e bianco, verde smeraldo e giallo sole,  trionfi di azzurro, ovattatissimo rosa. La bellezza formale delle inquadrature, delle scenografie e dei costumi vincono sull'assenza di una storia e di un credibile intreccio.  La regia costruisce un quadro piacevolmente irreale in cui la protagonista sfoggia abiti principeschi, cotonate pettinature, sullo sfondo di interni fastosi, veli colorati e belle melodie.  A far sorridere i più giovani  le gag di un ragazzino simpatico e di un buffo pazzo innamorato, a soddisfare spettatori e spettatrici  la star Rajesh Khanna nel pieno della sua forma, e,  per i più esigenti,  versi e virtuosismi poetici.  Ma non è abbastanza. Nella sua trionfante  dolcezza il film si mantiene sospeso senza una direzione, restando una vistosa nuvola di nulla.
Shabana si accorge di essere  la figlia di una cortigiana e scopre che gli amici di sua madre la stanno cercando per far di lei una prostituta. Aiutata dalla nonna,  la ragazza  sale sul primo treno e si ritrova a Lucknow, dove , grazie al suo aspetto angelico, le sarà facile trovare un lavoro rispettoso, un ricchissimo alloggio oltre che un affascinante corteggiatore e un promettente matrimonio in vista. La fortuna le sorride abbondantemente,  ma ecco che il passato, e qualche scomodo personaggio, sono pronti a fare capolino nel suo quadro di felicità perfetta.
Il film, elegante e romantico,  fu un'autentica super hit commerciale  grazie alle belle canzoni, facilissime da memorizzare , i manierismi ammiccanti di Khanna, il trascinante humor e qualche scena  graziosa davvero. Purtroppo, seguendo una tendenza  contemporanea secondo la quale  anche film delicati e poetici si ritrovavano di punto in bianco  strani epiloghi  con  lunghissime udienze in tribunale (vedi anche Ek Nazaar, la cui atmosfera piacevole si interrompe di colpo quando il regista fa marcia indietro e parcheggia erroneamente il film nella sezione thriller). Mehboob ki mehndi , la cui forza è esclusivamente  data dall’unione  di estetica + raffinatezza, subisce un repentino blocco e si cementa sulla sue ultime sequenze, seriose, inutili, eccessivamente esplicative. Neanche Pradeep Kumar, attore veterano e abitué dei film sentimentali guidati da versi in Urdu, riesce a risollevarne le sorti e si nasconde dietro una barba posticcia.
Applausi solo a Rajesh Khanna, fresco, spontaneo e divertente,  ai costumisti di Leena Chandavarkar e a Laximikant /  Pyarelal, autori della colonna sonora.
Il mio giudizio sul film : **  2 / 5
ANNO : 1971
TRADUZIONE DEL TITOLO:  Il mehndi  dell’ amato
I disegni al mehndi, (tatuaggi temporanei  di buon auspicio eseguiti solitamente su mani e piedi delle spose), sono una caratteristica dell’arte estetica indiana. Elaborati motivi, impreziositi a volte da applicazioni luccicanti, vengono  tracciati secondo la propria fantasia o ricalcando stencil  già definiti  in un vero e proprio rituale domestico precedente alle nozze.
REGIA  :  H.S. Rawail
CAST: 
Leena Chandavarkar………………………… Shabana
Rajesh Khanna……………………………… Yusuf
Pradeep Kumar………………………………Anwar Qamaal
Indira Bensal………………………………… la nonna
Paro……………………………………………Gulkand
Jagdish Raj…………………………………Nisar
COLONNA SONORA :  Laxmikant  /  Pyarelal,   testi di Anand Bakshi
PLAYBACK SINGERS:  Kishore Kumar, Lata Mangeshkar, Mohammad Rafi 
 
 
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