23 marzo 2012

EK DEEWANA THA



Gautham Menon, tra gli autori più amati dal pubblico tamil, non riesce ad abbandonare il suo sogno nel cassetto e continua  a corteggiare Mumbai. Già dai tempi del pietoso remake di Minnale (Rehna Hai tere Dil Mein)  il regista aveva tentato di trasportare, senza incontrare la fortuna sperata, un suo titolo di successo nella capitale del cinema hindi. Qualche anno dopo ci riprova, sicuro di cadere in piedi, con un film che gli sta molto a cuore dotato di  potenziali carte vincenti: una colonna sonora di A.R. Rahman, una coppia inedita di attori, una storia d’amore interculturale che dalle strade di Juhu si sposta tra i paesaggi del Kerala (già portata sullo schermo due volte sempre collezionando applausi) e una collaborazione in atto con Javed Akhtar che si offre di revisionare i testi delle canzoni e la sceneggiatura. Eppur saggio sarebbe imparare dai propri errori.



TRAMA
Sachin (Prateik Babbar) è un aspirante regista ancora cameraman semi-disocuppato, mentre il suo sogno di sfondare nel mondo del cinema inizia ad avvicinarsi conosce Jessie (Amy Jackson), la ragazza della porta accanto semplicemente bella ma fredda e super - inibita. Il tira e molla tra i due va avanti per mesi e resta nascosto alla famiglia di lei, cattolici ortodossi e inflessibili.


Non so quale impressione potrebbe lasciare il film ad uno spettatore che non conosca gli altri lavori del regista, certo è che la visione di Ek Deewana Tha per i fan di Menon non può che dimostrarsi un’esperienza  frustrante e una delusione clamorosa. Si avverte chiaramente che sono stati tagliati i fondi ma soprattutto il tempo a disposizione, scende a picco la qualità del montaggio, l’originalità dei tagli, l’efficacia delle scene, tutto appare tirato via, opaco, non curato, anche la deliziosa colonna sonora di A.R. Rahman viene in parte intaccata e stravolta.
Basta poco e gli equilibri si rompono. Vinnaithandi Vaaruvaya e Ye Maya Chesave, le versioni tamil e telegu del film, sono state girate  in contemporanea nel 2010 con due diverse coppie di attori:  Silambarasan / Trisha e Naga Chaitanya / Samantha, il regista si era diviso tra i set portando avanti allo stesso tempo le due pellicole, in modo che nessuna risultasse il remake dell’altra, facendo attenzione a renderle ugualmente appetibili, graziose e coerenti. Nella particolarità della narrazione e nei dettagli si nascondeva l’energia trainante, si ripetevano scene identiche ma cambiavano locations, atmosfere e coreografie per i brani musicali, i due finali alternativi finivano per intrecciarsi insieme richiamando in causa tutti e quattro gli interpreti. Nel quadro idilliaco offertoci da Gautham Menon finora Ek Deewana Tha malamente si inserisce, le modifiche apportate per proporre nuovamente lo stesso schema ad un pubblico diverso  agiscono da zavorra ed appesantiscono la storia fino a trascinarla completamente a fondo con un climax così stucchevole da apparire ridicolo.
Prateik Babbar cerca di affermarsi come protagonista dopo aver recitato in svariati film (Jaane tu ya jaane na, Aarakshan, Dum Maaro Dum, Dhobi Ghat ) ma sempre in ruoli secondari, ed aver fatto fiasco con la sua prima esperienza da eroe (My Friend Pinto).  Il ragazzo è  estroso e degno di sguardi ma qui non riesce a slegarsi dall’ansia di dovercela fare e non si diverte, non si appassiona, non si lascia andare, i suo movimenti sono pesanti e le sue espressioni appena tiepide. Anche se ancora  inesperta, Amy Jackson mostra invece una lodevole forza di volontà e si confronta senza timori  con lo stesso personaggio interpretato da Trisha, l'eroina più pagata a amata a Chennai. Amy, seppur inglese doc (nata nell’Isola di Mann e cresciuta a Liverpool), si getta in un’impresa degna di stima in un mercato che non accoglie certo a braccia aperte le attrici straniere, lavora sodo e si rende disponibile ad ogni cambiamento pur  di trasformarsi da seconda classificata al concorso di Miss England a primadonna  del cinema indiano del Sud, accanto a star del calibro di Arya (Madrasapattinam),  Vikram (Thandavam), Ram Charan Teja e Allu Arjun (Yevadu). La fortuna premia gli audaci.


Il mio giudizio sul film : *1/5 1,5/5


ANNO: 2012


TRADUZIONE DEL TITOLO : C’era una ragazzo impazzito per amore


CAST:
Prateik Babbar………………………… Sachin
Amy Jackson ………………. Jessie
Manu Rishi …………….. Manu
Apparizioni speciali di Ramesh Sippy e Samantha


COLONNA SONORA: A.R. Rahman
PLAYBACK SINGERS: A.R. Rahman, Javed Ali, Shreya Ghoshal, Naresh Iyer, Alphonse Joseph, Leon D'Souza, Souzanne D'Mello, Clinton Cerejo, Kaliyani Menon, Madhushree


18 marzo 2012

FILM 2011 CONSIGLIATI DA DIANA

1 - Ra.One e Don2
Ra.One diretto da Anubhav Sinha, con Shahrukh Khan, Kareena Kapoor e Arjun Rampal.
Shah Rukh Khan veste i panni dell'eroe di un videogioco che esce dal game per entrare nel mondo reale e sconfiggere il cattivo. Due ore e mezza ricche, una vera scorpacciata bollywoodiana, evento mediatico dell'anno, è un film che non si può non vedere.
Don2 diretto da Farhan Akhtar, con Shahrukh Khan, Priyanka Chopra, Boman Irani, Lara Dutta e Kunal Kapoor.
Torna il cattivo più seducente di sempre nel sequel di Don (2006). La classe di Farhan Akhtar e il sex appeal del Re insieme formano una miscela esplosiva. Abbiamo atteso impazienti il secondo capitolo, adesso vogliamo il terzo. Attenzione crea dipendenza.
Il sito ufficiale di Ra.One.
Il sito ufficiale di Don2.

2 - Zindagi na milegi dobara
diretto da Zoya Akhtar, con Hrithik Roshan, Farhan Akhtar, Abhay Deol, Katrina Kaif, Kalki Koechlin e Naseruddin Shah.
Un film meraviglioso, della stessa regista di Luck by chance, che si conferma un vero talento. E' la storia di tre amici che partono per la Spagna per festeggiare l'addio al celibato di uno di loro. Delicato, toccante e vitale, Zindagi na milegi dobara è una pellicola che entusiasma. Hrithik Roshan splendido. Da vedere, rivedere e rivedere.
Il sito ufficiale del film.

3 -  The dirty picture
diretto da Milan Luthria, con Vidya Balan e Naseruddin Shah.
Prodotto dalla mitica Ekta Kapoor, è la biografia romanzata dell'attrice soft porno Silk Smitha. Un tema insolito, una protagonista femminile sfacciata e debordante per un film volgare, sporco e proprio per questo di grande forza ed intensità. Vidya Balan, coraggiosissima, offre un'interpretazione eccellente che le è valsa il National Awards. Lei e Naseruddin Shah sono di una bravura impressionante.
La pagina facebook dedicata al film.

4 - Dhobi Ghat
diretto da Kiran Rao, con Monica Dogra, Prateik, Aamir Khan e Kriti Malhotra.
Quattro vite e Mumbai, di questo è fatto il piccolo film, esordio alla regia, di Kiran Rao che dimostra di amare l'essenzialità e di saper essere profonda ed espressiva.
Il sito ufficiale del film. 

5 - Rockstar
diretto da Imtiaz Ali, con Ranbir Kapoor, Nargis Fakhri e Shammi Kapoor.
E' il racconto dell'amore sofferto tra Janardhan (Ranbir Kapoor) e Heer (Nargis Fakhri). Lui, giovane e anonimo, aspira a diventare una rockstar, lei, graziosa danzatrice, è il sogno inarrivabile di tutti i compagni di studi. Dramma sentimentale che sarà gioia e tormento per tutti i romanticoni come me. Fazzoletti a portata di mano perchè verrete travolti. Ci saranno passione e frustrazione, desiderio e disperazione, amore e perdita...risate e dolcissime lacrime. Bravissimo Ranbir Kapoor.
Il sito ufficiale del film. 

6 - Not a love story
diretto da Ram Gopal Varma, con Mahie Gill, Deepak Dobriyal e Ajay Gehi.
Ispirato all'omicidio di Neeraj Grover, è la storia dell'aspirante attrice Anusha (Mahie Gill) e del suo fidanzato Robin (Deepak Dobriyal). La maestria con cui Ram Gopal Varma ha reso interessante una comune vicenda di cronaca e ne ha fatto un prodotto artistico è sbalorditiva. Un film che non si dimentica.
Il sito ufficiale del film. 

7 - Hunted 3D

Diretto da Vikram Bhatt, con Mahakshay Chakraborty, Tia Bajpai e Arif Zakaria.
E' un horror in 3D che racconta la sventurata vicenda di Meera (Tia Bajpai), intrappolata in un incubo eterno. Pellicola non priva di stereotipi del genere, piuttosto drammatica che però diverte e conquista grazie al mood lugubre, ad una cupezza di fondo che affascina. Oltre due ore di film dell'orrore: imperdibili!
La pagina facebook dedicata al film.

16 marzo 2012

EK MAIN AUR EKK TU



Shakun Batra, assistente alla regia di Abhishek Kapoor in Rock On!!, e di Abbas Tyrewala in Jaane tu .. ya jaane na, debutta da solista in una commedia romantica, da proporre nelle sale la settimana di S.Valentino,  girata in gran parte negli States (come l’altrettanto piacevole Anjaana Anjaani) e incoraggiata dalla casa di produzione di Karan Johar. L’autoironia di Imraan Khan si unisce all’approccio vivace di Kareena Kapoor in un'avventura brillante e genuina pensata ed eseguita senza risparmi di energie, spunti simpatici e buone idee.

TRAMA
Rahul Kapoor (Imraan Khan) è un ragazzo benestante con una promettente carriera di architetto a Las Vegas ma è comandato a bacchetta dai genitori (Boman Irani e Ratna Pathak Shah) che da quando era bambino lo manovrano come un pupazzo. La famiglia si allontana per quindici giorni e Rahul si ritrova improvvisamente senza lavoro e per di più marito di un’ invadente parrucchiera sul lastrico (Kareena Kapoor) con la quale ha condiviso una notte brava conclusasi con un contratto di matrimonio che nessuno dei due ricorda di aver firmato. Nell’intento di divorziare il prima possibile e trovare un nuovo lavoro i due uniscono le forze e diventano amici.

Montagne russe tra gli hotels, riproduzioni in scala ridotta dei monumenti europei, una cappella a pochi passi da una statua della libertà posticcia dove matrimoni si celebrano in pochi secondi per mano di un sosia di Elvis vestito di frange e lustrini: Las Vegas, città simbolo del vuoto assoluto mascherato da una valanga di laser e pacchianate, appare un gigantesco luna park piuttosto che la capitale del gioco d’azzardo. Lo spirito più kitsch degli Stati Uniti diviene lo scenario di una sobria quanto simpatica storia bollywoodiana nella quale il melodramma si spegne per lasciar spazio ad una naturale prosecuzione degli eventi.
Ek Main Aur Ekk Tu è un film sintetico, concentrato, di breve durata, capace però di mettere insieme il meglio della nuova commedia romantica indiana senza rinunciare ad un gusto più nostalgico per i brani musicali, la spensieratezza giocosa, il calore e la danza. La storia è spumeggiante e ricca di humor, i suoi punti forti sono numerosi , dalla coppia di attori scritturati per il film, che sfoggiano una sintonia imprevedibile, fino alla colonna sonora di Amit Trivedi, dal taglio occidentale, con reminescenze vintage disco e country.  Anche i personaggi secondari si inseriscono nella lunga lista dei plus points, tra tutti spicca l’odiosissima madre di Rahul fissata con le firme, l’immagine e l’estetica, l’anziana nonna di Riana preoccupata che i personaggi dal televisore possano vedere ciò che accade nelle stanze, Anusha, la promessa sposa ninfomane protagonista di una delle scene più divertenti del film, ma soprattutto il padre di Rahul, velenoso dentro quanto premuroso fuori, interpretato da un sempre eccellente Boman Irani.
Non si tratta di una vera love story ma di un incontro / scontro tra due personalità che più diverse non potrebbero essere:  un ragazzo delicato, paranoico, incolore, definito “perfectly average” e una ragazza un po’ tamarra e squilibrata che lo prende in giro, lo sbeffeggia ma infondo si prende cura di lui e quando non riesce a convincerlo con le parole finisce per trascinarlo di peso nei suoi luoghi e tra la sua gente. Il film sottolinea  le enormi differenze nei rispettivi background, prende tempo per presentarci Riana e la sua buffa buffa famiglia Braganza, un po’ coatta, per usare un termine tutto italiano, e l’ironica ipocrisia della famiglia Kapoor, composta da ricconi imbalsamati che tengono il figlio al guinzaglio. Divertenti i dettagli dell’arredamento delle due case, il confusionario e popolato appartamentino a Mumbai in cui Riana vive con la famiglia, gli amici e il cagnolone gigante, e l’aria asettica della villa dei Kapoor, i cui muri bianchissimi sono tappezzati di foto di viaggi nelle quali variano luoghi e monumenti ma sempre si ripete la stessa posa idiota.
La narrazione si frammenta in piccoli racconti giornalieri, formato diario, che assomigliano ad una serie di cortometraggi incollati uno all'altro, il regista debuttante propone un nuovo registro, un suo modo di raccontare, qualcosa che senza discostarsi troppo dalla tradizione del cinema hindi riesce a compiere una sua silenziosa rivoluzione in piccolo.

Il mio giudizio sul film : ***1/2 3,5 /5


ANNO: 2012

TRADUZIONE DEL TITOLO : Uno di me e uno di te

REGIA: Shakun Batra

PRODOTTO DA : Dharma Productions


CAST:
Kareena Kapoor ………………… Riana Braganza
Imraan Khan …………………… Rahul Kapoor
Boman Irani ………………….. il padre di Rahul
Ratna Patakh Shah …………….. la madre di Rahul
Ram Kapoor …………………. L’amico del padre di Rahul



COLONNA SONORA : Amit Trivedi, testi di Amitabh Battacharya
PLAYBACK SINGERS: Amit Trivedi, Benny Dayal, Shilpa Rao, Karthik, Shefali Alvares, Nikhil D’Souza, Anusha Manchanda, Shekhar Ravjiani



QUALCOS’ALTRO
Imraan Khan ha già lavorato in un film prodotto da Karan Johar, la commedia romantica I Hate Luv Storys che ha ottenuto un buon successo nel 2010.
Il titolo provvisorio di Ek Main aur Ekk Tu era Short Term Shaadi (trad. matrimonio a breve termine)
Nel film vengono citati i brani “Aaja Aaja Main Hoon Pyaar Tera” dal film Teesri Manzil e "Koi Mil Gaya" da Kuch Kuch Hota Hai.

08 marzo 2012

CITY OF GOD



Lijo Jose Pellissery si era fatto notare due anni fa con un esperimento interessante nel campo dello storytelling, il controverso Nayank, questa volta il regista decide di manovrare nello stesso film i fili di ben sette protagonisti la cui vite sono profondamente diverse e paiono non avere possibilità di collisione. City of God è un racconto plurimo dalla narrativa avvincente che ci mostra una Kochin diversa da quella mostrata nelle guide turistiche, una metropoli buia, insidiosa e macchiata di sangue in cui storie umane slegate tra loro si uniscono, sfiorandosi o urtando, in diversi momenti della lunga e corposa avventura.


TRAMA
Liji Punnose (Swetha Menon) vuole vendicare l’assassinio del marito per mano di Jyothilal (Prithviraj) e sfrutta le attenzioni di un giovane ammiratore (Arun Narayab) per raggiungere i suoi scopi. Il killer nel mirino dell’astuta vedova è intanto impegnato a trattenere dalla totale perdizione il fratello Soni (Rajeev Pillai) che si autodistrugge cercando di riconquistare con ogni mezzo la donna che desidera: Suryaprabha (Rima Kallingal) attrice di Mollywood costretta dal marito a prostituirsi. Contemporaneamente prende vita la storia d’amore tra Swarnavel e Marakatham, due operai di origini tamil impegnati giornalmente nel duro lavoro dei cantieri edilizi, la donna (Parvathy Menon) riscopre l’attrazione dopo la fine di un disastroso matrimonio, l’uomo (Indrajit) è troppo timido per dichiararsi e continua a perdere tempo prezioso.


L’originale flusso narrativo punta a far rivivere lo stesso attimo più volte istaurando un effetto yo - yo che spiazza, confonde, ostacola la creazione di linee guida. La storia salta avanti e indietro nel tempo, cambia angolazione, aggiunge gradualmente dettagli che danno un senso ai frammenti; le azioni vengono guidate dalle canzoni che passano alla radio, complici di assassini, violenze domestiche o appassionanti notti d’amore.
Il racconto si spacca in tre: la sete di vendetta della sensualissima vedova, l’incubo familiare della giovane attrice sfruttata dal marito, e contesa dal suo ex amante, e la tenera ricerca della felicità dei due timidi immigrati. Tra la polvere dei palazzi in costruzione, le ore di duro lavoro e le morti improvvise dovute a mancanza di sicurezza nei cantieri, le urla e il pianto si mescolano ai tamburi e al rumore caotico delle feste negli slums, una felicità selvaggia dall’equilibrio fragile, conquistata giornalmente lottando con le proprie forze. Se la sopravvivenza fisica è l’obiettivo che rincorrono i due operai tamil, la sopravvivenza psicologica è il compito più difficile da portare avanti per Suryaprabha, la star del cinema che si veste male, che pare non avere alcuna cura di sé fuori dal set, il cui allure cinematografico si spegne in fretta al calar della sera. Il volto della donna è Rima Kallingal, interprete affascinante ma capace di apparire una donna comune stressata, stanca di andare avanti, dal trucco sfatto e dagli occhi rossi Suryaprabha convive giornalmente con un torpore che assomiglia alla morte, mantiene il sangue freddo e cerca di trattenere a sé la sua mente ed evitare di rompere quel filo sottile che la farebbe crollare a pezzi, il suo personaggio guida l’intrecciarsi delle altre storie ed è forse il più sviluppato ed interessante.
La regia indulge nel racconto dei dettagli dell’ infelicità dei personaggi, descrive nei particolari le loro case, i loro stati d’animo, la presenza o l’assenza di conforto e comodità, muri che assorbono le grida, che sostengono i corpi quando le gambe si piegano se nelle liti l’equilibrio si perde.  Dov'è veramente la Città di Dio che compare nel titolo? Nessuna voce divina  ferma le urla  furibonde o le morti ingiuste, nessuna presenza ultraterrena riesce a stendere la mano sopra i più deboli. Sporchi giochi sociali, brutalità, adulterio, le piaghe si nascondo in una quotidianità apparentemente tranquilla,  l'alta società torbida e violenta appare il regno indiscusso delle mafie locali, un fervente laboratorio di inganni.


Il mio giudizio sul film : **** 4/5


ANNO : 2011
LINGUA : Malayalam
REGIA: Lijo Jose Pellissery

CAST:
Prithviraj ………… Jyothilal
Rima Kallingal …………….. Suryaprabha
Indrajith ………………Swarnavel
Parvathi Menon………………Marathakam
Swetha Menon ……………… Liji Punnose
Rajeev Pillai …………….. Soni
Arun Narayab ……….. Shameen
Rajesh Hebbar ………… Mr Punnose
Rohini ……………….. Lakshmi


SCENEGGIATURA : Babu Janardanan

COLONNA SONORA : Prashant Pillai



QUALCOS’ALTRO:

Seppur osannato dai critici il film non ha riscosso successo al botteghino, complice l’uscita di pellicole molto più commerciali come Christian Brothers e China Town.
City of God è anche il titolo di un film brasiliano di Fernando Meirelles anch’esso caratterizzato dall’unione di molteplici storie ma dalla trama, e tecnica narrativa, completamente diversa.
Per promuovere il film è stata commissionata ad artisti locali la creazione di manifesti interamente dipinti a mano che riportano in vita la straordinaria arte legata al cinema indiano: la realizzazione delle locandine pittoriche, ormai quasi completamente sostituite dalle stampe seriali.
Maggiori informazioni su Swetha Menon, Parvathi Menon, Rima Kallingal e Prithviraj negli articoli I Volti Maschili e Femminili del Cinema Malayalam.