29 novembre 2009

WOHI BHAYAANAK RAAT


Vicky vive da solo con l'anziana madre. Nel sontuoso palazzo di fianco alla loro abitazione arriva un nuovo inquilino, Kumar, un signore attraente ed elegante che pare avere molto successo con il gentil sesso: Vicky lo vede rientrare ogni sera con una compagna diversa. Dalla finestra della sua camera, il giovane comincia a spiare i movimenti di quello strano vicino che esce solo quando fa buio. Una notte Vicky vede Kumar amoreggiare con una donna che il mattino seguente viene rinvenuta morta in un boschetto. Sul collo della sfortunata sono ben visibili due misteriosi fori.
Vicky denuncia quello che ha visto la notte precedente alla polizia, ma non viene creduto. Quando entra col poliziotto in casa di Kumar resta colpito da un quadro appeso alla parete: la ragazza ritratta è praticamente identica alla sua fidanzata Rupali...

Anno: 1989
Regia: Vinod Talwar
Musiche: Surinder Kohli

Attori:
Kiran Kumar (Kumar)
Rohan Kapoor (Vicky)
Neeta Puri (Rupali)
Rakesh Bedi (officiante tantrico)

Recensione: ****
All'inizio il film è un po' lento, e quasi vien voglia di cambiare dvd. Ma se perseverate, non ve ne pentirete ed apprezzerete anche la parte che precedentemente vi aveva annoiato.
'Wohi Bhayaanak Raat' (traducibile in 'Quella notte così paurosa') è tutto da ridere. Kumar, il vampiro, proverbiale creatura dalla bellezza eterea, nei suoi raptus sanguinari si trasforma in un mostro orripilante. Invece di sedurre le proprie vittime, rimane paralizzato dai sensuali balli in cui queste si esibiscono quando si trovano in intimità con lui. Il vampiro strabuzza gli occhi, sul suo viso affiora un'espressione ebete e Kumar sembra dimenticarsi del motivo per cui le ha condotte con sè. Inoltre possiede una forza sovrumana che, però, può essere facilmente contrastata da un disegno o da un oggetto raffigurante un simbolo sacro dalle dimensioni di un pollice.
Al contrario di quanto accade comunemente nelle pellicole horror, la musica di sottofondo non è all'altezza del suo compito, cioè quello di creare atmosfera e coinvolgere lo spettatore, mentre le canzoni con rispettivo balletto sono imperdibili. Forse proprio perché 'Wohi Bhayaanak Raat' a dispetto delle apparenze non è un vero film dell'orrore, bensì una simpatica presa in giro degli horror di quell'epoca.

24 novembre 2009

V E E R A N A


Il film comincia presentando la setta composta dallo stregone Baba, dalla sua donna demoniaca Nikita e da altri adepti mostruosi, tutti intenti a compiere un sacrificio umano in onore di un terribile idolo d'oro. Il thakur (*) del villaggio, Sameer Pratap, tende una trappola a Nikita e la uccide bruciandola su una pira. Il temibile stregone riesce a recuperare il corpo ormai orribilmente sfigurato della sua compagna e giura vendetta.
Molti anni dopo, Baba mette in atto il suo diabolico piano: cattura Sameer Pratap e la sua giovane figlia Jasmin in viaggio per una visita allo zio, il thakur Mahendra Pratap. Con un maleficio, Baba riesce a far penetrare lo spirito di Nikita nella ragazza. Quindi lo stregone porta Jasmin a casa del vecchio zio. Il padre della bambina viene creduto morto, mentre Baba si attira le simpatie della famiglia di Mahendra Pratap spacciandosi per colui che l'ha salvata dopo averla trovata priva di sensi sul bordo di una strada. Essendo già orfana di madre, la povera Jasmin viene adottata dallo zio, e anche a Baba è permesso di restare ad abitare con loro.
Diventata adolescente, Jasmin comincia a comportarsi in modo strano: se ne sta ore ed ore chiusa in camera e in sua presenza si verificano avvenimenti così allarmanti da indurre il vecchio Mahendra Pratap a far allontanare la figlia Sahila da casa. Jasmin, posseduta da Nikita, compie omicidi efferati su comando di Baba che la manipola grazie ad una bambola vudù. La ragazza adesca uomini sfruttando la sua bellezza e li assassina brutalmente nell'intimità, dopo essersi trasformata in una creatura mostruosa.
(*) Signorotto locale

Regia: Shyam e Tulsi Ramsay
Musiche: Bappi Lahiri
Anno: 1988

Attori:
Jasmin (Jasmin Pratap)
Kulbhushan Kharbanda (Thakur Mahendra Pratap)
Rajesh Vivek (Baba)
Gulshan Grover (Raghu)
Satish Shah (Hitchcock)
Sahila Chaddha (Sahila)
Hemant Birje (Hemant)

Recensione: ****
La scena iniziale è di grande impatto con le inquadrature del ferino idolo dorato e dei mostruosi adepti della setta di Baba che compiono il loro sangunario rito. Le musiche graffianti di Lahiri penetrano nel cervello dello spettatore rendendo insopportabile il suono, mentre le immagini ne stuzzicano la curiosità e lo inducono a proseguire nella visione.
La ricetta dei Ramsay e di moltissimi film dell'orrore degli anni '80 è sempre la stessa: un mostro, un macho, un servitore impacciato, belle ragazze, un antico palazzo, una love story, delle scene sexy e qualche mossa di kung-fu. Tutti gli ingredienti si incastrano in un mix ben riuscito: colpi di scena in pieno stile horror si alternano ad episodi davvero divertenti, come quello del domestico Raghu perseguitato da un feroce gatto (ovviamente) nero e quello della storia d'amore tra Sahila e Hemant.

Il personaggio meglio riuscito è quello di Jasmin, che con la sua sensualità ammalia uomini stupidi e rudi, per poi ucciderli brutalmente. I Ramsay si prendono gioco del genere maschile, i cui esemplari farebbero pazzie per seguire la sottana della prima ragazza disponibile che incontrano senza farselo ripetere due volte. L'immagine della donna, al contrario, è estremamente trasgressiva, non solo per l'epoca. Affascinante e capace di controllare gli uomini a suo piacimento, Jasmin/Nikita non incarna assolutamente l'ideale della ragazza rispettosa e modesta che è ancora diffuso in buona parte dell'India (e non solo). La canzone che intona quando è rinchiusa nella sua camera è ipnotica e fa trasparire tutta la solitudine della giovane causata dalla sua palese e pericolosa diversità.
Adatto ad un pubblico femminile che, quasi sicuramente, simpatizzerà per Nikita. Didattico per i signori spettatori: non fidatevi mai di una bella femme fatale, soprattutto se solitamente non avete successo con l'altro sesso. In ogni donna dimora un demonio, quindi uomo avvisato...

Curiosità:
* Le riprese furono completate nel 1985, ma il film uscì nelle sale solo nel 1988. La censura impose pesanti modifiche: 'Veerana' proponeva un'immagine della donna indiana decisamente troppo forte e sconveniente. I fratelli Ramsay non riuscirono ad ottenere il successo sperato al botteghino perché alla fine degli anni '80 il mercato dell'horror era già in declino.
* Negli U.S.A. il film è uscito con il titolo 'Veerana: The Vengeance of The Vampire', e in Gran Bretagna con il nome poco azzeccato di 'The Wilderness'.
* Hemant Birje era già noto al pubblico nelle vesti di Tarzan, e in questo film la sua prestanza fisica non lascia delusi/e.

23 novembre 2009

CHHOTI SI BAAT


Come suggerisce il titolo si tratta di una cosa banale (chhoti si baat) eppure il protagonista scivola nel panico più completo e tra una frustrazione e l'altra sogna la sua riscossa.
La storia è semplice. L'esecuzione geniale.
A loro agio nella vita cittadina ma perfettamente naïve, i personaggi passano le giornate appoggiati a una piccola scrivania in uffici sovraffollati, tra quotidiane attese di un rosso autobus a due piani e pause pranzo ricche di pettegolezzi in veloci ristoranti nei dintorni. Una generazione attiva e moderna ma estremamente goffa che fatica ad uscire dal guscio e attende di essere rassicurata.
Set naturale del film, una Mumbai anni '70 incasinata quanto confortevole, lontana dal glamour di Bollywood e rigorosamente Middle Class.

TRAMA
Il timidissimo impiegato Arun incontra tutti i giorni la ragazza di cui è innamorato ma non riesce né a salutarla né tantomeno ad invitarla a vedere un film, i colleghi lo ignorano e la sua ingenuità lo rende una facile preda dei truffatori. Spaventato dall'arrivo di un nuovo possibile rivale in amore si affida alle lezioni di un bizzarro colonnello in ritiro, specialista nel dare consigli. Sotto l'occhio vigile del suo “personal trainer” ritorna in città per trasformarsi nell'uomo che vorrebbe essere, determinato a conquistare la sua bella e prendersi una succosa rivincita.

Arun è un giovanotto alla “yes Sir, sorry Sir”, troppo onesto, troppo pudico, troppo corretto. Il suo corteggiamento, o meglio, mancato corteggiamento, è ricco di parentesi comiche seguite da relative dream sequences che il protagonista si concede per addolcire la sua situazione stagnante . Frequenti le interruzioni tra il racconto di quello che Arun fa e le immagini di quello che vorrebbe fare tanto che ad un certo punto sogna di saltare dentro al film che sta guardando e sostituirsi a Dharmendra per dare libero sfogo alle sue aspirazioni di seduttore.

Ashok Kumar è impareggiabile nel ruolo del colonnello dal nome altisonante ( Julius Nagendranath Wilfred Singh) che si incarica della formazione sociale di Arun impegnandolo in corsi accellerati di sicurezza, autostima, comportamento, linguaggio del corpo e soprattutto.. corteggiamento.
Il momento della diagnosi del suo paziente è uno dei più divertenti, tra occhiate di disappunto e strani termini specialistici come : 'love labor lost case', 'unstable para nautical frustration', 'improper conditioning and defective verbal communication' ...

Il mio giudizio sul film: **** 4/5
Trattasi di una commedia a regola d'arte.
Al contrario di molte uscite attuali il film riesce a far ridere senza dimostrarsi MAI una pura scemata. L'umorismo è leggero e irresistibile, i ritmi perfettamente studiati e basta uno sguardo per affezionarsi ai personaggi.

ANNO: 1975

TRADUZIONE DEL TITOLO: Una cosa banale / una piccola cosa

REGIA : Basu Chatterjee

CAST:

Amol Palekar............ Arun Pradeep
Ashok Kumar........... Colonel Julius Nagendranath Wilfred Singh
Vidya Sinha...........… Prabha
Asrani........................ Nagesh

Apparizioni speciali di Amitabh Bachchan, Dharmendra, Hema Malini, Manmohan

CURIOSITA'

- Il film inizia dispensando una marea di informazioni su personaggi minori attraverso una voce fuori campo. L'abbondare di dettagli, inutile nell'economia del film, nasce con l'intento di creare una parentesi accattivante arrivando a mischiare situazioni buffe con immagini realistiche ed anatomiche. Chissà se il regista francese Jean Pierre Jeunet si è ispirato a Chhoti si baat per il suo prologo ne Il favoloso mondo di Amelie. Magari è così.

- Amol Palekar non è solo un attore (imperdibile il suo doppio ruolo in Golmaal di Hrishikesh Mukherjee) ma è stato anche il regista del fiabesco Paheli (2005).

- Arun e Prabha si incontrano tutti i giorni alla fermata dell'autobus sulla quale svetta un'enorme e coloratissima locandina vintage. Si tratta del film Zameer con Amitabh Bachchan e Saira Banu uscito sempre nel 1975.

- Il buffo pranzo tra Arun , Prabha e Nagesh ha luogo nel Flora Restaurant, un locale con cucina cinese molto in voga negli anni '70

- Il look di Surinder / Shahrukh Khan in Rab ne bana di jodi ricorda molto l'immagine di Amol Palekar in titoli come Chhoti si baat e Golmaal.

17 novembre 2009

THILLANA MOHANAMBAL

Thillana Mohanambal
Quando il cinema tamil celebra i propri valori culturali.

Cenni sul titolo: Thillana è un componimento che fa parte della musica classica dell’India del Sud, anche conosciuta come musica Carnatica, è utilizzato spesso come base musicale per la danza classica indiana chiamata Bharatanatyam.

Titolo: Thillana Mohanambal
Regia: A.P.Nagarajan
Anno: 1968
Durata: 175’
Cast: Sivaji Ganesan - Shanmugan
Padmini: Mohana
Manorama: Jil Jil Sundari
Giudizio:***** 5/5


“Un saluto a tutti gli estimatori delle arti”, con questa frase presa direttamente dalla modalità di presentazione degli spettacoli teatrali nello stato indiano del Tamil Nadu, esordisce il film, ponendo già dall’inizio lo spettatore nella ricostruzione virtuale dell’esperienza teatrale.
La prima scena, nello scorrere dei titoli di apertura mostra lo svolgersi di una festività religiosa, una delle principali occasioni che gli artisti hanno per organizzare i propri spettacoli. Luogo privilegiato è il tempio poiché la musica e la danza classica sono fortemente interconnesse con la religione induista, un trattato delle scritture sacre è interamente dedicato alle arti.
Per questo motivo danza e musica portano in sé un elemento spirituale da cui non si può prescindere.

La storia inizia con l’arrivo in città di due compagnie, una di musicisti con a capo Shanmugan e l’altra formata da danzatrici che ha Mohana come artista principale. Quando i due gruppi si incontrano si sviluppa immediatamente una certa tensione e antagonismo tra Shanmugan e Mohana.
Dietro questo atteggiamento si cela l’attrazione tra i due tanto che Shanmugan, pur di nascosto decide di assistere all’esibizione di Mohana.

Le due compagnie lasciano la città e prima di arrivare alle rispettive destinazioni, percorrono in treno una parte del percorso. E’ importante parlare della scena che si svolge nel treno dato che è diventata estremamente popolare nella cinematografia tamil; nel vagone gli artisti si preparano a passare la notte e intanto Shanmugan e Mohana si scambiano pensieri e sensazioni in un dialogo fatto solo di sguardi, in un repertorio gestuale efficace ed evocativo.

Qui ci interrompiamo un momento per parlare brevemente dei due attori interpreti, Sivaji e Padmini. Hanno girato insieme un gran numero di film e hanno costituito la coppia romantica in assoluto più importante di tutto il cinema dell’India del Sud, oltretutto Sivaji è stato insignito della “Légion d’Honneur” (prestigiosa onorificenza che il governo francese assegna a chi si distingue in campo artistico). Ad oggi è considerato tra i grandi del cinema indiano.

Padmini oltre ad essere stata attrice di grande presenza scenica, è stata una importante ballerina di danza classica indiana e le scene di Thillana Mohanambal sono state danzate dall’attrice, senza controfigure. Al termine della carriera si trasferisce in America dove ha aperto un’accademia di danza dove ha insegnato per molto tempo. La scuola è uno dei centri principali per chi voglia seriamente formarsi nel Bharatanatyam.

Torniamo al film, la storia si dipana seguendo anche elementi tipici del cinema commerciale. Mohana attira l’attenzione di un ricco possidente che pur di averla, incurante del rifiuto della ragazza, organizza un piano per rapirla e portarla in un rifugio segreto.

In seguito si aggiunge un altro spasimante che è motivo di incomprensioni e un momentaneo allontanamento tra Shanmugan e Mohana ma, come in ogni racconto popolare che si rispetti, arriva un personaggio che aiuta i due innamorati a ritrovarsi e chiarire i reciproci sentimenti.

In Thillana Mohanambal non solo c’è l’esaltazione dell’arte e dell’amore, lo stesso discorso amoroso trova espressione nei dialoghi tramite metafore che rimandano alla musica e alla danza. Per spiegare questo tipo di espediente riportiamo la descrizione di una scena dove Mohana e la madre si scambiano delle opinioni.

Siamo nella prima metà del film, i due protagonisti si stanno già innamorando. La scena ha inizio quando la madre di Mohana inizia una discussione con gli altri componenti del gruppo e al suo arrivo Mohana chiede se sia in atto una conferenza e, con una nota di ironia, chiede secondo quale melodia la madre stesse discutendo.

Nel sentire questa notazione la madre risponde che, quale che sia la melodia, Mohana deve cantare secondo il ritmo e la melodia a lei gradite. Mohana risponde che non potrebbe cantare seguendo una melodia che non le piace e preferisce sceglierne una di suo gradimento, anche nel caso la madre non fosse in grado di capire quel motivo musicale. Alla fine la madre ribadisce in modo più esplicito che la figlia deve muoversi nella direzione scelta da lei e la ragazza ribatte che le sue gambe non sono in grado di muoversi secondo le indicazioni imposte dalla donna.

Questa scena ci aiuta a capire come il discorso artistico e amoroso si sovrappongono con particolare eleganza, è chiaro che le due donne stanno parlando di Shanmugan e dell’atteggiamento da tenere con lui, la madre fa capire alla figlia che il musicista rappresenta una scelta a lei sgradita ma Mohana si impone e contrasta la madre dicendo che a lei spetta scegliere l’uomo della sua vita.

Mohana accetta la sfida che le propone Shanmugan di partecipare a una competizione artistica, decide di ballare al ritmo composto dal musicista, in una sequenza di figure e passi che la impegnano fisicamente in un doloroso crescendo che trova il suo culmine quando cominciano a sanguinarle i piedi, nonostante tutto Mohana termina la sua danza. Di rimando in una scena seguente anche Shanmugan, nello sforzo di suonare inizia a sanguinare da una ferita non ancora rimarginata.

Sanguina lui e sanguina lei, nella relazione d’amore si dà e si riceve in misura eguale e come due artisti gli innamorati interagiscono in un dialogo amoroso che danza all’unisono.

Così l’incontro tra due arti e il loro connubio si interseca mirabilmente con l’amore che nasce e trova la sua via per esprimersi completamente; la danza e la musica che fanno danzare i corpi e l’anima sono parte dell’amore che fa danzare le anime al ritmo eterno della vita e della spiritualità.

16 novembre 2009

KAAGAZ KE PHOOL


Probabilmente l'errore di valutazione più imperdonabile mai compiuto dal pubblico indiano.
Rifiutato di netto dagli spettatori contemporanei fu un disastroso flop che Guru Dutt non riuscì mai ad accettare.
Quasi rievocando la trama di Pyaasa, il suo film più famoso, Kaagaz ke phool cominciò ad essere preso in considerazione solo dopo la sua morte ed è oggi riconosciuto come uno dei più grandi capolavori della Golden Age del cinema di Bombay.

TRAMA
Un famoso regista si innamora della sua attrice favorita che ha scoperto e lanciato nel ruolo di Paro in Devdas. Nonostante la differenza d'età i due si amano e si comprendono e questo importante rapporto di amicizia/amore aiuta Suresh ad uscire dalla solitudine e ritrovare nuovi impulsi creativi. A compromettere l'equilibrio della relazione gli scontri con la viziatissima ex moglie e l'egoismo della figlia ancora adolescente che interviene per separarli.
L'allontanamento di Shanti e l'insuccesso di un suo film provocano il naufragio psichico e professionale di Suresh.

Disincantato, poetico e nato già per essere un classico Kaagaz ke phool è la fusione di epica e dramma in una cornice monumentale e squisitamente elegante.
La storia presenta forti echi autobiografici, riflette l'inquieta storia d'amore in/off screen tra l'attrice Waheeda Rehman e il regista e da voce alle sue più temute ossessioni: il terrore del giudizio negativo del pubblico e la precarietà della sua posizione di prestigio nello star system.
Il protagonista, Suresh Sinha, appare un alter ego dello stesso Guru Dutt , il suo racconto si apre con un ritorno agli studi cinematografici dopo una lunga assenza ma è ormai malato e sconosciuto agli occhi di tutti. Lontano dai tempi della sua fama l'uomo è costretto a rientrare furtivamente nel set, per risvegliare i ricordi e ritrovare una parte perduta di sè.

La canzone "Waqt ne Kya", scritta dal poeta Kaifi Azmi è un climax che si svela appena a metà film, un attimo prezioso di puro valore evocativo. Ponendo l'accento sulla vicinanza emotiva dei due personaggi ma sulla loro inevitabile distanza nello spazio reale, un fascio di luce irrompe nell'oscurità per dividere e unire Shanti e Suresh. Si allontana l'occhio della telecamera e inizia a ruotare attorno ai protagonisti svelando un ambiente ampio e, malgrado le tenebre, ben visibile nei dettagli. Il volto di Waheeda Rehman viene illuminato progressivamente e in maniera distorta, tanto da far apparire i suoi tratti deformati simili ad un profilo di cera.
In contrasto alla staticità dei protagonisti, alla lentezza del canto malinconico di Geeta Dutt e alla quasi assenza di musica di sottofondo, i movimenti circolari delle riprese.

Il tempo ci ha inflitto questo magnifico dolore
nè io nè te siamo più quelli di prima
I cuori inquieti si incontrano di nuovo come se non si fossero mai separati
ti eri perso, mi ero persa anch'io
dopo solo due passi percorsi nello stesso sentiero

(trad. libera di un passaggio di Waqt ne Kiya)


Il titolo Kaagaz ke phool / Fiori di carta , collega il film a Pyaasa con un ponte immaginario.
Nel suo film precedente erano le sue poesie a diventare in un attimo dell'insignificante carta da reciclare abbandonata in un deposito, in KKP ad essere fragile e vulnerabile è la fama e il nuovo amore per Shanti.
Waheeda Rehman supera se stessa ancora una volta e ci regala in questo film la sua migliore interpretazione di sempre. L'attrice, bellissima e dotata di un'intensità suprema, è in grado di ingannare il pubblico con la sua controllata compostezza prima di svelare il disagio interiore attraverso azioni maniacali, ripetitive, ed uno sguardo perso nel vuoto.


Il mio giudizio sul film ***** 5/5

ANNO: 1959

REGIA: Guru Dutt

CAST:

Guru Dutt.................... Suresh Sinha
Waheeda Rehman........ Shanti
Naaz............................. Pammi
Veena........................... Bina Verma
Jhonny Walker............. Rocky
Mahesh Kaul................Mr Verma
Pratima Devi................ Mrs Verma


COLONNA SONORA: Sachin Dev Burman, testi di Kaifi Azmi

PLAYBACK SINGERS: Geeta Dutt, Mohammad Rafi



ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITA':

- Kaagaz ke phool è stato il primo film indiano girato in Cinemascope

- Molto spesso le storie ambientate dietro le quinte dell'industria cinematografica si sono dimostrate dei clamorosi flop al botteghino. Fortunatamente questo mito nefasto avviatosi con Kaagaz Ke Phool è stato infranto dal successo di titoli come Rangeela (1995 ) Om Shanti Om (2007) e Luck by Chance (2009) amati da pubblico e critica.

- Naaz, l'attrice che interpreta Pammi fu la protagonista bambina di Boot Polish pellicola del 1954 prodotta da Raj Kapoor

- Nel film Fanaa con Aamir Khan e Kajol il momento in cui si svela l'identità del protagonista è caratterizzato dalla ripetizione dei versi di “Waqt Ne Kya”; sempre nello stesso film troviamo Kajol lavorare ai ferri un gilet chiaro, molto simile a quello preparato da Shanti per Suresh.

- In Om Shanti Om di Farah Khan appare un ritratto con il volto di Deepika Padukone identico a quello dipinto per Waheeda Rehman , inoltre, l'imponente salone in cui ha luogo l'incendio ricorda moltissimo l'atrio monumentale presente in Kaagaz Ke phool (e in entrambi i film l'eroina si chiama Shanti).

- Questo capolavoro della cinematografia Hindi in bianco e nero è stato incluso nella retrospettiva dedicata a Guru Dutt nell'edizione 2009 del River to River Florence Indian Film Festival. Sarà proiettato al cinema "Odeon" di Firenze il giorno 08 dicembre 2009 alle ore 15:00. Sottotitoli in italiano ed inglese. Clicca QUI per il sito ufficiale della manifestazione.

15 novembre 2009

B L U E




Colossale spreco di risorse. E non solo finanziarie. Kylie Minogue, il cui ingaggio pare sia costato alla produzione una cifra pazzesca, in 'Blue' appare un po' ingessata. Akshay Kumar, di solito piacevole, in 'Blue' è irriconoscibilmente antipatico (il personaggio non c'entra). Lara Dutta, che riesce sempre a distinguersi grazie alla sua pacata personalità, in 'Blue' è inesistente. Sorvoliamo sugli altri interpreti (?), sulla storia, sulla sceneggiatura (?), sulla regia, ecceccecc.
Un consiglio: ammirate rapiti gli splendidi titoli di testa, cullati dal meraviglioso brano Rehnuma. Poi interrompete senza rimorso la riproduzione, e sostituite 'Blue' con 'Main Aurr Mrs. Khanna': non un capolavoro, ma certamente il film più interessante di questo Diwali.

TRAMA

Un tesoro nascosto sotto i mari. Sethji (Sanjay Dutt) sembra l'unico a conoscerne l'ubicazione, ma preferisce dimenticare. Sino a quando il fratello Sam (Zayed Khan) si caccia in guai grossi. Allora, con l'amico Aarav (Akshay Kumar), decide di recuperarlo.

RECENSIONI

The Times of India: ***
'Bollywood si immerge sott'acqua e ne riemerge vincitrice. 'Blue' è esagerato e fresco, e vanta alcune notevoli riprese nelle profondità marine (grazie a Pete Zuccarini, direttore della fotografia dei 'Pirati dei Caraibi'), fantastiche sequenze d'azione fuori dall'acqua e una scoppiettante colonna sonora firmata dai due vincitori Indiani dell'Oscar (A.R. Rahman e Resul Pookutty). 'Blue', pubblicizzato come il più costoso film bollywodiano, abbaglia per la forma più che per la sostanza. Non è la storia bensì sono le scene d'azione, gli inseguimenti, lo splendore marino e il look opulento a giustificare il costo del biglietto.'
Nikhat Kazmi, 16.10.09

Hindustan Times: *
'Film bollywoodiano di terza classe. Le uniche piccole gemme che posso individuare in questo immenso acquario sono una paio di brani strumentali di Rahman in una altrimenti fiacca colonna sonora.'
Mayank Shekhar, 16.10.09

Cinema Hindi: *
Punto di forza: la colonna sonora e alcune riprese subacquee
Punto debole: la sceneggiatura trita e noiosa; le interpretazioni da incubo

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Akshay Kumar - Aarav
* Sanjay Dutt ('Munna Bhai') - Sethji
* Lara Dutta ('Billu') - Mona
* Zayed Khan ('Main Hoon Na') - Sam, fratello di Sethji
* Katrina Kaif ('New York') - Nikki (cameo)
* Kylie Minogue - video del brano 'Chiggy Wiggy'
* Rahul Dev ('Asoka') - Gulshan (cameo)
* Kabir Bedi - Jagat, padre di Aarav (cameo)

Regia: Anthony D'Souza, al suo esordio

Sceneggiatura: Bryan Sullivan

Colonna sonora: A.R. Rahman. Alcuni brani sono davvero ipnotici e un po' insoliti nella discografia di Rahman, uno su tutti il già citato Rehnuma dei titoli di testa, interpretato da Shreya Ghoshal ('Barso Re', dalla colonna sonora di 'Guru') e da Sonu Nigam ('Kabhi Alvida Naa Kehna'). Per l'audio, Clicca qui. Simpatico anche 'Chiggy Wiggy', interpretato da Kylie Minogue, Sonu Nigam e Suzanne D'Mello ('Aye Bachchu', dalla colonna sonora di 'Ghajini'); il testo è stato scritto da Abbas Tyrewala, regista di 'Jaane Tu Ya Jaane Na'. Kylie Minogue è la prima artista non Indiana ad aver raggiunto in India la posizione numero uno nelle classifiche di vendita dei singoli

Coreografia: Farah Khan ('Om Shanti Om')

Fotografia: Laxman Utekar

Anno: 2009

Sito: Clicca qui

Trailer: Clicca qui

CURIOSITA'

* Il direttore della fotografia per le riprese in immersione è Pete Zuccarini ('Pirati dei Caraibi'). Il responsabile per le scene d'azione è James Bomalick ('Starsky & Hutch')

* Lara Dutta, suggerita per il ruolo di Mona dallo stesso Akshay, sulle prime aveva rifiutato perchè non sapeva nuotare

* Akshay durante una ripresa in immersione si è ferito e ha cominciato a sanguinare copiosamente, esperienza poco consigliabile considerando il numero di squali nelle vicinanze...

* La scena iniziale con gli squali, della durata di un minuto, ha richiesto 7 giorni per completarla. Le altre spettacolari sequenze con gli squali durano in tutto circa 20 minuti, ma sono il frutto di 40 giorni di riprese

* Per la coreografia in acqua con i delfini per il brano 'Aaj Dil Gustakh Hai', Lara Dutta ha danzato in immersione indossando un abito rosso dallo strascico chilometrico. Il pericolo era di strangolarsi o di strangolare qualcuno

* La sequenza con Zayed che in moto scavalca un treno in corsa ha richiesto 8 giorni di riprese. Altrettanto spettacolari le scene di inseguimento girate in Thailandia in località ogni giorno diverse per evitare problemi al traffico. 80-100 auto utilizzate simultanemente. 25 auto, 21 motociclette e 1 camion distrutti. 1 casa e 1 yacht fatti saltare in aria

* Al botteghino, nella prima settimana di programmazione, 'Blue' ha battuto 'All The Best: Fun Begins' e 'Main Aurr Mrs. Khanna'. Ma durante la successiva, 'All The Best' ha conquistato la vetta. Attendiamo la classifica generale del 2009 per decretare il vincitore definitivo. Per saperne di più sulla sfida del Diwali 2009: Clicca qui

GOSSIP&VELENI

* Notato il sobrio tatuaggio sulle spalle di Akshay? Ebbene, 'Aarav' non è solo il nome del personaggio in 'Blue' ma anche il nome del figlio di Akshay Kumar

* Per riconciliarci con Akshay confidiamo in 'De Dana Dan', in distribuzione il 27 Novembre, diretto dal suo regista preferito, Priyadarshan ('Billu'). Il 2009 è stato un anno tremendo per il nostro Akki con quattro film oggettivamente brutti: 'Chandni Chowk To China', '8 x 10 Tasveer', 'Kambakkht Ishq' e ora 'Blue'. I primi due sono stati bocciati anche dal pubblico. Trailer di 'De Dana Dan'

12 novembre 2009

ALL THE BEST: FUN BEGINS


Il consolidato connubio fra l'attore Ajay Devgan e il regista Rohit Shetty sembra ormai baciato dal successo. L'anno scorso 'Golmaal Returns' vinse la sfida al botteghino in occasione del Diwali 2008. Quest'anno il traballante primato di 'Blue' sembra pericolosamente insidiato da 'All The Best: Fun Begins'.
La commedia è mediocre ma non annoia. Troppo simile ad altre dirette in passato da Shetty (nonchè a 'No Entry' di Anees Bazmee). Il pretesto che dovrebbe innescare la serie di equivoci comici è sempre lo stesso: un gruppo di amici che vive di espedienti ma che sogna di agguantare la fortuna e/o la bella di turno.

In 'All The Best' non mancano qua e là episodi esilaranti. Ajay è a suo agio ed interpreta il proprio personaggio in modo disinvolto e informale. Anche Bipasha Basu è piuttosto naturale e non sfigura accanto a Devgan. Ma la vera sorpresa è rappresentata da Ashwini Kalsekar, calata in un ruolo comico che la rende irriconoscibile (la ricordate demoniaca in 'Phoonk'?).
Il film è molto colorato, ricco di personaggi minori, con brani musicali orecchiabili. Ma la sceneggiatura è debole e le interpretazioni non sono propriamente memorabili. Shetty è innamorato del genere e si diverte un mondo, ma le sue commedie sono ben lontane dall'accuratezza e dalla solidità di quelle di Priyadarshan ('Hera Pheri'). Una maggior attenzione ai dettagli e uno sfruttamento più produttivo dei caratteristi non guasterebbero.

TRAMA

Prem (Ajay Devgan) e Vir (Fardeen Khan) sono grandi amici e conducono una vita spensierata nella speranza di sfondare un giorno con le corse di automobili e con la musica rock. Prem possiede una sgangheratissima palestra della cui gestione si occupa la moglie Jhanvi (Bipasha Basu). Vir vive grazie ad una rendita elargita dal facoltoso fratello Dharam (Sanjay Dutt), a cui Vir ha raccontato la bugia di essersi sposato. Un bel giorno Dharam, di ritorno dai suoi lunghi viaggi in giro per il mondo, piomba in casa di Vir..

RECENSIONI

The Times of India: ***
'Ajay Devgan sembra godersi il suo nuovo amore per la commedia da quando ha scoperto il proprio lato comico con la serie di 'Golmaal'. Avendo già dimostrato il suo meglio nei ruoli forti, appassionati, frementi, l'attore sta cercando di reinventare se stesso come il nuovo 'imbranato' di Bollywood. E sembra che la trasformazione stia funzionando, a dispetto del look poco burlone: Ajay si fa notare per l'interpretazione, per il tempismo comico e per le battute recitate con noncuranza. 'All The Best', realizzato dalla sua casa di produzione, gli offre l'opportunità di bissare il successo di 'Golmaal Returns'. Il film inizia così pigramente da indurre quasi lo spettatore a considerarlo un fallimento. Le prime sequenze di 'All The Best' si ostinano a mostrare un completo abbassamento di livello qualitativo in termini di trama, personaggi, tono della commedia. Ma se si è abbastanza pazienti da concedere tempo alle teste matte sullo schermo, le burlonerie cominciano a scoppiettare e la pellicola prende quota dopo l'ingresso di Sanjay Dutt. 'All The Best' regala alcuni momenti davvero divertenti, soprattutto nel secondo tempo, quando la trama procede a briglia sciolta dando vita ad un enorme caos. La colonna sonora di Pritam è brillante e ben si accoppia con l'atmosfera carnevalesca di Goa e con le feste sulla spiaggia.'
Nikhat Kazmi, 15.10.09

Hindustan Times: ***
'A Bollywood è sorto un genere inedito, la 'commedia Shetty'. Il regista di 'Golmaal' ha creato un proprio marchio di fabbrica: la caratteristica migliore delle sue commedie è che non sembrano mai ripetitive e offrono ogni volta qualcosa di nuovo. Malgrado la formula comica sia sempre la stessa (dialoghi efficaci e personaggi multipli), sino ad ora Rohit Shetty è riuscito a non cadere nello stereotipo. Sul fronte delle performance Sanjay Dutt merita pieni voti perchè provoca risate ad ogni sua apparizione sullo schermo. Sanjay si è lasciato alle spalle l'immagine di Munna Bhai e ha sviluppato un nuovo, maturo stile. L'attore ha recitato in ruoli d'azione per più di tre decadi: è quindi encomiabile che a questo stadio della carriera ri-esplori se stesso regalando trucchi comici sempre inediti. Ajay Devgan, il produttore del film, è diventato un affezionato delle pellicole di Shetty. Ajay è naturale e interpreta senza sforzo qualunque ruolo. In 'All The Best' è bravo ma non al suo meglio. Bipasha è nuova al genere comico: i principianti nelle commedie tendono a strafare, ma Bipasha ha gestito il suo ruolo in modo tale da impressionare lo spettatore con sottile tempismo comico. Mugdha Godse non entra nella pelle del suo personaggio. Di sicuro ha bisogno di un tonico per incrementare il potenziale comico. Fardeen Khan è a proprio agio e regala una buona performance. 'All The Best' ha dalla sua momenti divertenti, stuzzicanti dialoghi, un montaggio frizzante e situazioni piene di sorprese.'
Parmita Uniyal, 15.10.09

Cinema Hindi: **
Punto di forza: -
Punto debole: personaggi inconsistenti, sceneggiatura fiacca

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Ajay Devgan ('The Legend Of Bhagat Singh') - Prem Chopra
* Sanjay Dutt ('Munna Bhai') - Dharam
* Fardeen Khan ('Darling') - Vir
* Bipasha Basu ('Corporate') - Jhanvi/Principessa
* Mugdha Godse ('Fashion') - Vidya
* Johnny Lever ('Kuch Kuch Hota Hai') - Tobu
* Ashwini Kalsekar ('Phoonk') - Mary

Regia: Rohit Shetty ('Golmaal Returns')

Sceneggiatura: Robin Bhatt ('U Me Aur Hum') e Yunus Sajawal ('Partner'), da una commedia scritta da Neil e Caroline Schaffner

Colonna sonora: Pritam ('Billu')

Anno: 2009

Produzione: Devgan Films

Trailer: Clicca qui

CURIOSITA'

* Il regista Rohit Shetty è molto legato ad Ajay Devgan. Ha debuttato nel mondo del cinema collaborando alla realizzazione del film d'esordio di Devgan, 'Phool Aur Kaante' (1991). L'attore ha interpretato tutte le pellicole dirette da Shetty: 'Zameen' (2003), 'Golmaal' (2006), 'Sunday' (2008), 'Golmaal Returns' (2008) e 'All The Best: Fun Begins'

* Fardeen Khan è figlio dell'attore e regista Feroz Khan. Zayed Khan ('Main Hoon Na') è suo cugino

* Robin Bhatt ha firmato diverse sceneggiature di successo: 'Dil Hai Ki Manta Nahin' interpretato da Aamir Khan, 'Baazigar' interpretato da Shah Rukh Khan, 'Chaahat' (SRK), 'Raja Hindustani' (Aamir Khan), 'Duplicate' (SRK), 'Mela' (Aamir Khan), 'Chalte Chalte' (SRK), 'Koi Mil Gaya' e 'Krrish' interpretati da Hrithik Roshan, 'Omkara' e 'U Me Aur Hum' interpretati da Ajay Devgan. Per Rohit Shetty ha scritto anche 'Sunday' e ha collaborato alla realizzazione di 'Zameen'. Sua è la sceneggiatura del prossimo attesissimo film di Anurag Basu ('Gangster') interpretato da Hrithik Roshan, ossia 'Kites'. Per 'Baazigar' si è aggiudicato il Filmfare Award per la miglior sceneggiatura

* Citazioni bollywoodiane:
- l'attore Prem Chopra ('Delhi-6') presta al personaggio interpretato da Ajay il nome e la battuta (tratta da 'Bobby') 'my name is Prem, Prem Chopra';
- con l'acronimo del regista Ram Gopal Varma, RGV, il nuovo inquilino vorrebbe battezzare la villa nella quale si svolge gran parte della storia;
- vengono citati i due film rivali nella sfida del Diwali 2009, e cioè 'Blue' e 'Main Aurr Mrs. Khanna'

* Per saperne di più sulla sfida del Diwali 2009: Clicca qui

GOSSIP&VELENI

* Ajay Devgan è il marito di Kajol

* Bipasha Basu è (inspiegabilmente) la fidanzata di John Abraham ('No Smoking')