31 ottobre 2009

MAIN AURR MRS KHANNA


Il film non produce sazietà ma lascia una strana sensazione addosso, più o meno come mettere i piedi a terra dopo aver passato un mese intero in navigazione.
Dopo aver dato uno sguardo ai primi trailer l'impressione che avevo era un misto di curiosità e confusione, volevo assolutamente vedere questo film per riuscire a capire se quel senso di disorientamento che mi aveva provocato a pelle sarebbe stato poi smentito o confermato.

Main Aurr Mrs Khanna non è eccezionale ma forse unico nel suo genere e un buon esperimento; la storia converge sulla sua protagonista e la riveste di una mite e riservata passività, Raina Khanna, come tutte le altre figure femminili e maschili nel film, non ha (e non deve avere) una sua personalità. L'impegno di Kareena nel veicolare le emozioni del suo personaggio è totale, la sua interpretazione compie un salvataggio in extremis, e il film funziona, cresce, e, grazie a lei, resta a galla.


TRAMA
Raina, una ragazza cresciuta in orfanatrofio, sposa un uomo che ama ma che conosce appena e trascinata da lui inizia una nuova vita. Ben presto però i fallimenti professionali di Sameer iniziano ad intaccare il loro equilibrio, l'uomo parte per Singapore inseguendo un nuovo progetto e Raina si ritrova di colpo tagliata fuori; nonostante il marito le avesse organizzato un momentaneo ritorno a Delhi, le cose vanno diversamente e Raina perde il suo volo. Nell'incapacità di predere alcuna decisione da sola, si circonda di nuovi amici che la consigliano e la guidano in attesa del ritorno del suo compagno.


Difficile capire le azioni e la psicologia dei personaggi, credo che l'intenzione del regista sia stata intrappolarli in una coltre di nebbia e far apparire i loro gesti anche un po' insignificanti e meccanici. Non sarò sorpresa se il film verrà giudicato negativamente o etichettato come smorto e noioso. Solo un pazzo avrebbe potuto decidere di farlo uscire a Diwali. Main aurr Mrs Khanna non nasce per accontentare a tutti costi, e forse sono proprio la sua particolarità e il suo coraggio a renderlo qualcosa di speciale a suo modo.

Salman Khan è eccezionalmente sobrio e anche dotato di un certo charme che avevo perso di vista da Maine Pyar Kya a questa parte. Nel film è misurato, serio, piacevole come non mi sarei mai immaginata potesse essere.
Tra Sameer e Raina non c'è passione ma un distaccato quanto caloroso affetto, la ragazza appare una creatura da proteggere piuttosto che una moglie. Con cura estrema viene delineata l'assenza di personalità di Raina, si pone l'accento sulla sua lentezza nel reagire, sulla facilità con cui si lascia guidare e accetta le azioni suggerite da altri. Nonostante sia priva di verve e difficile da comprendere, Raina istaura un rapporto di simpatia con lo spettatore riconducibile soprattutto al fascino di una sempre più adulta Kareena Kapoor.


PREGI:

- Kareena Kapoor (un silenzioso uragano) e Salman Khan (una sorpresa)
- Una buona colonna sonora
- Il suo essere un film non-convenzionale, intimo e lento.


DIFETTI:

- Sohail Khan dalla presenza appena mediocre. Nonostante sia anche produttore del film, oltre che fratello di Salman, il suo contributo sulla scena è inconsistente.

- L'Item Song “Happening” in cui compare Preity Zinta. La musica, I costumi e le coreografie fanno di tutto per emulare “Kajra Re” il popolarissimo ballo di Aishwarya Rai in Bunty Aur Babli. Capisco l'ossessione di Salman per la neo-signora Bachchan ma proprio non l'ho gradito.

- Il finale da sbadiglio contagioso e la superflua apparizione di Deepika Padukone



Il mio giudizio sul film : *** 3 /5


ANNO: 2009

TRADUZIONE DEL TITOLO: Io e la signora Khanna

REGIA: Prem Soni


CAST:

- Kareena Kapoor............ Raina Khanna
- Salman Khan.................Sameer Khanna
- Sohail Khan.................. Akash
- Preity Zinta..................Haseena
- Dino Morea....................Sanjay


COLONNA SONORA: Sajid & Wajid

PLAYBACK SINGERS: Sonu Nigam, Shreya Goshal, Suzanne D'Mello, Sunidhi Chauhan, Shaan, Wajid Ali, Raja Mushtaq

COREOGRAFIE: Farah Khan e Rajiv Surti


RECENSIONI:

THE TIMES OF INDIA ** 2/5
Il disaccordo matrimoniale costituisce sempre un buon argomento per creare del dramma sullo schermo, ma solo se c'è una ragione plausibile che lo giustifichi. MAMK fallisce proprio in questo. Inoltre il film è privo di passione, di amore, di rabbia, di dolore, di gelosia. Nel tentativo di creare un dramma di basso profilo, l'esordiente regista Prem Soni spoglia la pellicola di ogni energia. La performance di Kareena è probabilmente l'unica nella sua carriera a non emozionare. Mrs. Khanna è troppo diversa dall'esuberante attrice. Anche Salman sembra essere scivolato nella modalità 'sonno': il suo serafico Mr. Khanna non esprime affatto le frustrazioni di un marito disoccupato. La letargia è talmente infettiva da contagiare persino l'effervescente Sohail Khan, i cui cameo sono sempre chiassosi. Qui si stenta a capire se il suo personaggio abbia il cuore spezzato, sia felice o indifferente.
Nikhat Kazmi, 16.10.09

Testo Originale.Clicca qui.


HINDUSTAN TIMES
E' un matrimonio bizzarro. Non che ogni matrimonio non lo sia, in qualche misura, ma questo lo è particolarmente. Senza motivo. Non c'è materiale che animi lo schermo o porti avanti la narrazione. E il vuoto viene colmato dalle canzoni. Peraltro nessuna particolarmente originale.
Mayank Shekhar, 16.10.0

Testo originale.Clicca qui


UNA CURIOSITA' :

E' presente un tributo al grande compositore Rahul Dev Burman attraverso il brano “Bade achche hain” da Balika Badhu del 1976. Il nome della protagonista di Main aurr Mrs Khanna , Raina ( che significa notte) , è stato scelto in omaggio a questa canzone citata in due momenti del film.

16 ottobre 2009

BAHAREN PHIR BHI AAYENGI


Per il fascino di Dharmendra che meglio si gusta in bianco e nero.
Per l'altera presenza di Mala Sinha, ancora in possesso di quella misteriosa magia che poi l'ha abbandonata nei suoi film in Eastmancolor.
Due buone ragioni per ricercare e guardare Baharen phir bhi aayengi, una pellicola intelligente e raffinata, incentrata sul talento della sua protagonista che è al tempo stesso la heroine e il villain della storia.


TRAMA
Jiten è un giornalista di successo ma la sua libertà di espressione viene controllata dalla nuova direttrice, Amita, che gli suggerisce di essere più cauto nell'inserimento di alcune notizie scottanti. Dopo avergli vietato di pubblicare un articolo sulle disumane condizioni lavorative degli operai di una miniera, la donna lo invita a dimettersi dalla redazione.
Solo nel momento in cui una tragedia investe il cantiere incriminato, Amita riflette sulla gravità delle sue azioni e richiama Jiten per fare di lui la sua guida.
L'ammirazione verso le capacità professionali del suo collaboratore si arricchisce piano piano di una forte attrazione, e, senza sapere che anche sua sorella Sunita ha iniziato a frequentarlo, comincia a credere di poter avere una storia con lui.


Dharmendra riceve da Guru Dutt un'eredità difficile da spendere.
Trovandosi a sostituire il regista/attore appena scomparso ha dovuto far suo un personaggio costruito su un'altra persona, riuscendo a preservare alcune caratteristiche di Dutt senza mai rinunciare ad essere se stesso.
Ricchissime di simpatica malizia molte delle sue scene girate con Tanuja, notevole la sua disinvoltura nel cambiare continuamente registro.

Dalle prime immagini fino al climax, Mala Sinha porta avanti un'interpretazione da incubi notturni per qualsiasi aspirante attrice voglia intraprendere la stessa carriera.
La star di Pyaasa rende Amita una statua distante ed altera e la sua pelle bianchissima diviene quasi marmo perlato; nonostante il copione le imponga di dosare freddezza e imponenza, la sua partecipazione è totale.
Capace di dare un'anima ad un personaggio difficile (oltre che moralmente discutibile) Mala mostra tutto il coraggio che in veste di Amita è obbligata a nascondere.


Punti di forza:

Le interpretazioni magistrali (10 e lode a Mala Sinha, Dharmendra, Tanuja e Rehman)
La trama coinvolgente
L'eccezionale qualità della fotografia.
Un riconoscimento speciale al/la costumista di Mala Sinha, gli abiti che indossa sono meravigliosi e perfettamente intonati con il carattere del suo personaggio.


Punti deboli:

La colonna sonora , incapace di competere con le altre produzioni Guru Dutt Films
Qualche personaggio secondario di troppo che distrae dalla storia principale.


Il mio giudizio sul film: *** 3,5 /5


ANNO: 1966

TRADUZIONE DEL TITOLO: Tornerà ancora la primavera

REGIA: Shaheed Latif

CAST:

- Mala Sinha..................... Amita
- Dharmendra................... Jiten
- Tanuja............................ Sunita
- Rehman........................ Mr Varma
- Deven Verma................ Vikram
- Jhonny Walker.............. Chunni


COLONNA SONORA: O.P. Nayyar

PLAYBACK SINGERS: Mahendra Kapoor, Asha Bhosle, Mohammad Rafi

07 ottobre 2009

DIL BOLE HADIPPA!


Una costante partita a dama (o criket, giusto per restare in tema) tra i suoi punti forti e gli elementi che sembrano inseriti apposta per stritolarlo, una competizione all'ultimo sangue che si conclude con un mezzo sorriso. Forse è merito degli occhi verdi di Rani o dei pantaloni attillati di Shahid se da un totale disastro riesco pure a divertirmi e vedere positivo.
Potenzialmente interessante ma perso in un brodino d'incertezza, Dil Bole Hadippa è soprattuto un'occasione mancata.

TRAMA
Veera sogna di giocare a criket e le sue abilità la rendono più forte dei suoi coetanei di sesso opposto ma nessuno la prende sul serio. Nel frattempo la squadra locale è in preda a una frustrazione storica dovuta a diciannove anni di sconfitte consecutive dalle quali sembra non essere destinata ad uscire. Travestita da uomo, Veera si spaccia per Veer Pratap Singh e conquista l'attenzione del nuovo capitano oltre che un posto in prima linea nella squadra. Per quanto durerà l'inganno?


Rani è bella come non mai e così giovane da sembrare la sorella minore di Shahid. Dil Bole Hadippa la rimette in carreggiata proponendo l'energia giocosa che l'aveva contraddistinta in Bunty aur Babli e le ridona una nuova adolescenza. Ma non è il suo film e la situazione le sfugge di mano.
C'è troppa insicurezza nell'approcciare la telecamera in veste di Veer piuttosto che di Veera, poca cura nella caratterizzazione del suo doppio ruolo, troppa stanchezza e tensione che si accumulano fino a raggiungere gli spettatori.
Rani non si è accorta che sta portando avanti la sua carriera al contrario? Prima una serie di titoli meravigliosi e adesso torna a fare la gavetta. Ammirevole il suo coraggio, ma è il momento di diventare più esigenti nella scelta delle pellicole da interpretare, pensando solo a ruoli adatti a valorizzare il suo talento.
Sarebbe bastato poco per rendere più credibile il suo alter-ego maschile, magari un look più naturale, dei movimenti più disinvolti, una migliore modulazione della voce, o più semplicemente...evitare di apparire in campo con la French manicure.
Di chi è colpa? Dei costumisti? Degli sceneggiatori? Del regista? Io non voglio credere che Rani non abbia saputo fare di meglio, devo trovare per forza qualcun altro a cui scaricare la responsabilità.

Shahid Kapoor, capitolo a parte.
Se qualcuno non si fosse ancora accorto del potenziale di questo ragazzo, anche solo basandosi sulle sue ultime uscite, potrà farsi un'idea della direzione in cui sta andando e della velocità con cui corre dritto alla meta. Shahid in questo film ha un personaggio finto, inutile, pure un po' maschilista e di sicuro troppo antipatico. Il copione gli ordina di camminare un metro da terra e aprezzare la sua corteggiatrice in bikini (Sherlyn Chopra, su lei no comment). Quando va bene è solo snob, quando va male è addirittura offensivo. Merito suo e di nessun altro se è riuscito a farsi amare nonostante la cospirazione portata avanti nei suoi confronti.

La storia inizia scatenando un certo entusiasmo ma scivola via mano a mano che si avvicina la partita finale. Troppo radicale la sovrapposizione tra gli elementi positivi abbinati alla vita di villaggio indiana contrapposti allo spauracchio della tremenda perdizione in cui naufragano gli emigrati a Londra. Non sono esami a chi si aggiudica il voto più alto in condotta. O no?
Nel tentativo di scindere lo schieramento dei buoni da quello dei cattivi, c'è il rischio che tutti i personaggi finiscano per diventare antipatici.


Il mio giudizio sul film : ** 2,5 / 5

Pollice in alto solo per :

- L'intrattenimento di base. Il film non prende il volo ma può essere un buon passatempo

- La frizzante colonna sonora capitanata dal divertente brano “Hadippa”

- Le picturizations delle canzoni. Tutte da 10 e lode. Le immagini più divertenti in “Bangra Bistar”, mentre Rani è costretta a cimentarsi in un ballo maschile corteggiando Rakhee Sawant

- Una buona sintonia tra Shahid e Rani. Sarà il caso di testarla nuovamente....

- La bellezza del paesaggio agricolo e i suoi mille colori celebrati in riprese meravigliose

- La scena degli equivoci nello spogliatoio, assurda ma piuttosto divertente.


ANNO: 2009

TRADUZIONE DEL TITOLO: Il cuore dice Hadippa!! (evviva!!)

REGIA: Anurag Singh

CAST:

- Rani Mukherjee …............ Veera / Veer
- Shahid Kapoor................Rohan
- Anupam Kher..................Vikram
- Poonam Dhillon...............Yamini
- Rakhee Sawant................Shanno
- Sherilyn Chopra..............Sonya


COLONNA SONORA : Pritam

PLAYBACK SINGERS: Shreya Goshal, Sonu Nigam, Sunidhi Chahuan, Alisha Chinoy, Mika Singh

COREOGRAFIE: Vaibhavi Merchant


RECENSIONI:

- Bollywood Hungama ** 2/5


- The Times of India *** 3,5/5
Il cuore di 'Dil Bole Hadippa!' è certamente al posto giusto, ma la pellicola non riesce a sedurre il pubblico: non è un'accattivante commedia romantica nè un vero film sportivo. DBH fallisce nel costruire la tensione drammatica che troviamo nel climax di 'Lagaan'. Peggio: le canzoni - poco allettanti - interrompono il flusso narrativo. Comunque la pellicola ha i suoi buoni momenti, ed anche gli attori fanno del loro meglio. DBH è stato concepito come veicolo di ritorno sullo schermo per Rani Mukherjee, e il film le offre ampie opportunità di mostrare le sue doti: commedia, dramma, danze... Rani fa tutto, e recita con lo stesso abbandono che l'ha resa cara a milioni di spettatori. Ma a volte sembra troppo ansiosa di impressionare favorevolmente il pubblico. Kapoor è sobrio ed efficace. Avijit Ghosh, 18.09.09
( testo originale)


- Hindustan Times * 1,5 /5
Completamente priva di contesto, la pellicola perde terreno imbonimento dopo imbonimento: la bonomia indo-pachistana, l'idea di un'indianità superiore alla cultura occidentale, la retorica del potere alle donne, il delirio per il cricket, le aspirazioni di provincia. Sedetevi e stupitevi. DBH è stato interamente concepito attorno all'attrice protagonista. Lei è dignitosa, come sempre, ma cos'è questo film? Mayank Shekhar, 19.09.09
( testo originale )

SITO UFFICIALE DEL FILM Clicca QUI.


QUALCOS'ALTRO:

- Veer Pratap Singh è il nome del protagonista di Veer Zaara, interpretato da Shahrukh Khan.

- Poonam Dhillon, vanitosa heroine degli anni '80, è nel film la madre di Shahid Kapoor

- La canzone suonata dalla banda che accoglie Rohan all'aeroporto è “Papa Kehte hain” dal film Qayamat se Qayamat tak. Vengono citati anche Dilwale Dulhania le jayenge e Hum aapke hain kaun, inoltre, Rakhee Sawant si esibisce imitando Aishwarya in Dhoom 2 e in Bunty aur Babli

01 ottobre 2009

SAHIB BIBI AUR GHULAM


Anche se Kaagaz ke Phool è ufficialmente l'ultimo film firmato da Guru Dutt, sono in pochi a credere che la regia di questo capolavoro sia stata portata avanti solo dal suo collaboratore Abrar Alvi. Tratto dall'omonimo romanzo di Bimal Mitra, Sahib Bibi aur Ghulam racconta la decadenza di una famiglia aristocratica ai tempi della dominazione britannica vista attraverso gli occhi di un ragazzo che vi giunge per la prima volta.


TRAMA

Boothnath si trasferisce a Calcutta dopo aver completato gli studi e inizia a lavorare per una ditta subordinata ad una famiglia di propietari terrieri ; le sue finestre si affacciano sulla loro dimora ed ogni sera il ragazzo ascolta con trasporto il canto di una donna abbandonata dal marito. Nei suoi primi passi verso l'età adulta assaggia la realtà esterna al suo villaggio, smette di muoversi per forza d'inerzia e mano a mano che scopre se stesso viene colto da nuovi desideri.
Discreto osservatore , quasi invisibile ma sempre presente, diviso tra l'adorazione verso una donna che non potrà mai avere (ma della quale è in grado di comprendere ogni singolo pensiero), e la curiosità scatenata da una sua giocosa coetanea, Jabba.


Il film si apre e si chiude con le immagini della demolizione totale della lussuosa casa padronale. Tra vizi, maltrattamenti e crimini insabbiati, risalta l'unutilità dell'autosacrificio nell'intento di preservare legami che si logorano.
I membri familiari più anziani cospirano per tenere nascosto quello che reputano il loro anello debole, ossia la fragile Chote Bahu, una donna che non vuole assolutamente accontentarsi del posto che le viene assegnato; soffocata tra le mura di casa, annoiata dai lussi di cui può ricoprirsi, frustrata dai continui tradimenti del marito, perde la sicurezza nel suo fascino e si abbandona all'alcol.
Che il regista avesse già predetto il futuro di Meena Kumari? Che l'attrice si sia identificata così tanto nel suo personaggio al punto di seguirlo fino al tragico epilogo?
Le ultime scene del film, che sovrappongono l'immagine della bellissima Meena a quelle dei resti di Chote Bahu nascosti tra le rovine, risultano ancora più inquietanti alla luce di quelle che sono state poi le sue vicende personali.

Magistrale il modo in cui il regista (che sia Alvi o lo stesso Dutt) ha scelto di girare il primo incontro tra il timidissimo Boothnath e la maestosa Chote Bahu : la telecamera è guidata dal timore del ragazzo, che ha paura anche solo ad alzare gli occhi di fronte alla donna. Le inquadrature si posano quindi sui dettagli, il pavimento, il tappetto, I suoi piedi, il bindi e la linea del sindoor, e solo dopo un po', Guru Dutt (e quindi la telecamera) trova il coraggio per alzare lo sguardo e mostrarci la sua figura completa.

Sahib Bibi aur Ghulam presenta una catena di passioni ossessive, non ricambiate, scandite dalle sensuali esibizioni della cortigiana, il brano con cui viene introdotta sullo schermo è "Meri jaan achcha nahin itna sitam" / (mio amato non è giusto tormentarmi così), la donna alimenta la follia e le illusioni di una società in decadenza e incarna un malessere, una tentazione dalla quale Chote Sarkar non riesce più a staccarsi.

Jabba, interpretata da Waheeda Rehman, resta quasi un personaggio di sfondo, eppure a lei è affidata una delle sequenze più belle di tutto il film : la canzone “Meri baat rahi mere man mein” / (Tutte le parole non dette restano chiuse dentro di me) , abbinata ad un collage di ricordi che si intervallano al buio mentre il suo volto perfetto viene accarezzato da una debolissima luce.
Waheeda posa di fronte alle telecamere come se stesse attendendo di essere dipinta in un ritratto. Guru Dutt doveva amarla davvero tanto per averle riservato un momento così speciale.


Il mio giudizio sul film ***** 5/5


ANNO: 1962

TRADUZIONE DEL TITOLO: Il signore, la signora e il servitore

REGIA : Abrar Alvi (?)
Picturization delle canzoni (solo?) a cura di Guru Dutt

CAST:

Meena Kumari................... Chote Bahu
Guru Dutt.......................Boothnath
Waheeda Rehman.............. Jabba
Rehman..........................Chote Sarkar
Nasir Hussain....................Suvinoy Babu
Dhumal...........................Bansi
D.K. Sapru......................Majhle Sarkar
Pratima Devi......................Badi Bahu


COLONNA SONORA: Hemnant Kumar (musica) Shakeel Badayuni (testi)

PLAYBACK SINGERS: Geeta Dutt, Asha Bhosle.

Due curiosità : Tutte le canzoni sono interpretate solo da voci femminili.
Geeta Roy, moglie di Guru Dutt, si rifiutò di incidere i brani in cui sullo schermo sarebbe comparsa l'amante del marito, Waheeda Rehman, decise così per la prima volta di prestare la sua voce solo a Meena Kumari.



QUALCOS'ALTRO:

- La famiglia Choudhurys viene identificata anche con il titolo di “Zamindar”, una classe di proprietari terrieri nata sotto la dominazione Mughal, “Haveli” è invece il termine Hindi con cui viene indicata una villa padronale

- Durante le riprese del film Guru Dutt tentò il suicidio per la terza volta, l'evento spiacevole bloccò tutto per alcuni giorni. Se l'attore non si fosse rimesso in piedi in fretta per tornare sul set probabilmente sarebbe stato sostituito da Shashi Kapoor.

- Chote Bahu e Chote Sarkar non vengono mai chiamati per nome ma solo con il loro appellativo familiare .

- Nelle fasi di revisione e montaggio una scena andò perduta, il momento in cui Meena Kumari appoggia la testa sulle gambe di Guru Dutt. La sequenza venne giudicata poco coerente con il rapporto tra i due personaggi nel film, che si comprendono, si confidano, ma restano divisi da una distanza di rispetto.

- Sia Deepa Mehta che Rituparno Ghosh avevano espresso il desiderio di girare un remake di Sahib Bibi aur Ghulam ma il progetto non è mai venuto alla luce. La cosa strana è che da un anno a questa parte circolano foto di Priyanka Chopra nella celebre posa di Chote Bahu. Si tratta solo di un servizio fotografico? C'è veramente qualcosa di più grosso in ballo?
Priyanka Chopra nei panni di Meena Kumari? Ma come osa?? Affidandomi all'intelligenza di due registi di grande talento mi auguro veramente che dietro i gossip non si nasconda una mezza verità.

- Sahib Bibi aur Ghulam vinse ben 4 Filmfare Awards (Best Movie, Best Director, Best Actress, Best Cinematograher) venne candidato all'Oscar come Miglior film straniero e partecipò al Festival di Berlino (1963) nominato come Miglior Film dell'anno.